VENDEMMIA 2024 A PODERE CAPACCIA UN CHIANTI CLASSICO DI ELEGANZA

 A Radda in Chianti (Siena), tra i suggestivi filari di vigneti che caratterizzano le colline toscane, quest’anno la vendemmia ha assunto un carattere particolare, riportando i viticoltori a un equilibrio più tradizionale. A Podere Capaccia dopo un'estate favorevole e un inizio di settembre sorprendentemente piovoso, il caldo atteso ha lasciato il posto alle precipitazioni, influenzando la maturazione delle uve.  

“Non vivevamo un’annata così da molto tempo,” racconta Alyson Morgan, direttrice tecnica di Podere Capaccia. “Abbiamo raccolto grappoli sani, puntando alla qualità, anche se i gradi alcolici non hanno superato i 13°. Questo è un ritorno alla norma, e permette di mantenere i profumi delicati e autentici del nostro Sangiovese, elementi che il Chianti Classico ha sempre vantato.”  Il risultato è un vino con maggiore equilibrio e fragranza, con intensi riflessi cromatici che raccontano la qualità delle uve.

“Negli ultimi anni i nostri vini erano arrivati a toccare i 14 o addirittura i 14,5 gradi,” aggiunge Morgan, “ma quest’anno siamo riusciti a conservare la finezza e la sobrietà che caratterizzano il Chianti Classico, mantenendo i sentori delicati che a volte si perdono con un tenore alcolico troppo alto.”  

Quest'annata 2024 sembra destinata a lasciare il segno, offrendo vini che incarnano l’eleganza e la tradizione di una delle più celebri zone vinicole al mondo. La cantina Podere Capaccia torna, con questa stagione, a un’originalità apprezzata sia dagli esperti sia dai consumatori.  

LA CANTINA  Fondata nel XIII secolo e appartenuta alla famiglia Ginori Conti fino al 1974, la tenuta si è trasformata in un rinomato podere vinicolo. Nel 2010 Herman De Bode ha acquisito la proprietà e avviato una trasformazione radicale: dopo il reimpianto dei vigneti, ha costruito una cantina sotterranea innovativa e restaurato il borgo medievale. Sotto la guida dell’enologa Alyson Morgan e del vignaiolo Donato Alvino, Podere Capaccia ha raggiunto altissimi livelli di qualità, puntando sulla tradizione e sulla cura estrema delle sue uve. Grazie ai terreni di arenaria, alberese e galestro, le viti godono di drenaggio eccellente e radici profonde. Situati a 550 metri sul livello del mare, i vigneti beneficiano di escursioni termiche notturne anche d’estate, fattore che assicura una maturazione ottimale delle uve. La produzione limitata nasce dalla selezione rigorosa delle migliori uve, con metodi all'avanguardia che preservano qualità e struttura del vino, esaltando profumi e complessità in ogni bottiglia.  

Claudio Zeni

Claudio Zeni, laureato in Letterature e Lingue straniere è nel mondo del giornalismo dall’età di 18 anni. Appassionato di sport, enogastronomia e turismo collabora con media locali, nazionali ed internazionali di settore. Tra i principali riconoscimenti giornalistici assegnatigli si ricorda il premio nazionale Gennaro Paone consegnatogli a Roma dal direttore generale dell’Enit, il I.o premio giornalistico nazionale ‘Strada del Vino del Recioto e di Gambellara’, il I.o premio ‘Primavera del prosecco’, 'Amici della Chianina', 'Premio Tarlati', 'Scandiano', 'Sant'Angelo in Vado, 'Apicio', 'La bisaccia del tartufaio', 'Burson'. Per quattro anni ha seguito l’Hong Kong Food Festival e per due ha coordinato la manifestazione nazionale Top of Golf finalizzata alla proclamazione del miglior ristorante della ‘Wine Tour Cup’ dell'Associazione 'Città del Vino'. Coordinatore della giuria e dei cuochi del concorso culinario ‘Tartufo d’oro’ di Gubbio’. Unitamente al Presidente dei Cuochi di Arezzo organizza il concorso 'Penne bruciate', giornalisti ai fornelli dove a vincere è il 'piatto peggiore'. Autore con Leone Cungi del libro ‘Sport e società a Monte San Savino (Un secolo di storia sportiva e tradizioni sul borgo toscano).

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