Robiola Cherasco: una delizia a km zero
Quando la passione genera eccellenza. Settanta capre, un pascolo e la filosofia del buono, genuino, giusto
Cherasco, cittadina della provincia di Cuneo, è famosa soprattutto per la storia: qui nel 1796 fu firmato l'Armistizio tra Napoleone e il Regno di Sardegna. Altri avvenimenti del passato hanno poi reso famosa quella che oggi viene chiamata la "Città delle Paci". Ma Cherasco non è solo storia, è arte, cultura e enogastronomia d'eccellenza. Qui ha sede l'Istituto internazionale di Elicicoltura, famosi sono i dolci "Baci di Cherasco", è uno degli undici comuni produttori di Barolo e tanto altro si potrebbe aggiungere.
Tra le eccellenze non si può trascurare la Robiola Cherasco, formaggio a latte crudo, prodotto da Renato Maunero, "'L Cravè". Maunero conosce ad una ad una le sue settanta capre, le chiama per nome, le coccola e le sgrida. Sono allevate al pascolo per 8-9 mesi all'anno, mentre in inverno sono nutrite a fieno che Maunero produce sui suoi campi attorno alla cascina di via La Morra. La produzione è limitata, una cinquantina di robiole al giorno, perchè il latte utilizzato è solo quello delle sue capre. Nessuna aggiunta. Nei mesi in cui le capre sono gravide o allattano Maunero non produce formaggio. La Robiola Cherasco viene commercializzata generalmente fresca, 4-5 giorni dopo la mungitura, anche se non mancano le versioni stagionate.
La Robiola del Cravè è stato il primo prodotto ad ottenere la De.Co. (Denominazione Comunale) di Cherasco, un riconoscimento istituito nel 2018 con un duplice obiettivo: quello di valorizzare i prodotti che seguono il rigido discipliare previsto e di garantire il consumatore finale su tutta la filiera.
Marisa Quaglia
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