Risotto Longobardo

A. Angeledo

E’ la ricetta di un grande attore che adorava cucinare: Ugo Tognazzi. Si tratta di un risotto alla milanese con qualche aggiunta dell’artista cremonese. Così ce l’ha insegnata. Ingredienti per 6 persone: ½ kg. di riso vialone nano 1 etto di burro Midollo di bue 1 bicchiere di vino bianco 1 cipolla 2 l. di brodo di carne 2 bustine di zafferano 1 pugno di funghi secchi 2 spanne di salciccia luganega Grana grattugiato Prendete un tegame grande dalle pareti un po’ alte, metteteci il burro, il midollo di bue e la cipolla ben tritata. Fate soffriggere lentamente e versate di tanto in tanto il vino, in modo che la cipolla non imbiondisca troppo. Aggiungete i funghi secchi (dopo averli fatti ammollare in una terrina con acqua calda) tagliati a pezzettini. Mescolate bene e versate sopra il riso continuando a mescolare ben bene in modo che si impregni del soffritto. Quando vedete che tende ad attaccarsi al fondo del tegame, versate il brodo a mestoli per mantenere sempre il riso morbido. A tre quarti di cottura aggiungete le due bustine di zafferano (o i pistilli) disciolte in un po’ di acqua calda. Quando il riso è cotto spegnate la fiamma, aggiungete ancora un po’ di burro e parte del parmigiano grattato. Disponete il risotto su un vassoio da portata e, a questo punto, versateci sopra la salsiccia a pezzettini con un po’ di vino bianco secco (Tognazzi suggeriva anche il brandy) che avrete soffritto a parte. Servite.

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A. Angeledo

Giornalista professionista collaboro con diverse riviste di enogastronomia. Curioso per nascita sono diventato goloso per professione (e piacere). Arrivato a 115,5 kg. e con la glicemia sempre più prepotente, ho deciso di arrivare al mio secondo peso forma: 97 kg (il primo, irrangiungibile, era 85). Sono sulla buona strada: 106,4 senza tremendi sacrifici ma camminando un'ora al giorno e pedalando per un'altra. Ho scritto senza infamia e senza lode qualche libro di vino, di viaggi e di storia. Non ve ne dico i titoli tanto so che non vi interessano. Scrivo, per prendere in giro me stesso e gli amici, necrologi e parodie poetiche.