Piatto di Federico II, Monselice coinvolge Jesi, Palermo e Altamura

“L’attualità di Federico II, Stupor Mundi, a distanza di oltre settecento anni dalla sua morte, si palesa nella capacità di accostare e unificare culture diverse. Come è accaduto e ancora accade alla Dieta Mediterranea, patrimonio Unesco, erroneamente considerata una semplice lista di ingredienti, dimenticando che è la magnifica somma di identità e culture gastronomiche differenti". A ricordarlo è stata Anna Maria Pellegrino, storica della cucina e presidente dei foodblogger italiani, a Ca'Emo di Monselice durante la presentazione dell'iniziativa dedicata al piatto di Federico II, che quest'anno oltre a Monselice coinvolgerà Jesi, Altamura e Palermo, ovvero le città dove il grande imperatore nacque, visse (edificando una cattedrale) ed è sepolto.

Dopo il successo delle prime due edizioni il concorso “Il piatto di Federico II”, evento promosso dall’Assessorato alla Giostra del Comune di Monselice (che ha visto il coinvolgimento della Giostra della Rocca, dell’Ascom Confcommercio e della Pro Loco di Monselice), si allargherà a tutte le città dove lo Stupor Mundi ha lasciato il segno.

Il progetto “Il Piatto di Federico II”, ideato dal giornalista enogastronomico Maurizio Drago, varca dunque i confini del Veneto. Mettendo alla prova chef di varie parti d'Italia, per riscoprire la tradizione gastronomica medievale, ovviamente rivisitata, per riproporla in ricette nuove che andranno naturalmente a concorso.  Giurie locali, seguendo il regolamento monselicense, decreteranno i migliori piatti. Contemporaneamente, verrà valutato anche il vino più consono per gli abbinamenti. L'assessore alla Giostra Luca Piccolo ha sveltato alcuni dettagli dell'operazione.

Darà il via Jesi,  dove Federico II nacque il 26 dicembre 1194. La Fondazione Federico II di Jesi collabora con Monselice già da qualche anno. Nei primi mesi del 2024 si organizzerà un importante incontro dal tema: “La nascita di Federico II, la sua storia e la valorizzazione dei prodotti e delle cucine del territorio ove l’imperatore passava”.

Poi toccherà ad Altamura, in provincia di Bari, dove lo Stupor Mundi ha realizzato la cattedrale. Qui il tema sarà legato al bello dell’architettura nel medioevo federiciano.

Infine Palermo dove sarà affrontato il tema: “La contaminazione culturale nel cibo. Dai paesi africani e asiatici a quelli europei: la prima “globalizzazione” ai tempi di Federico II”.

Ovviamente i cuochi e le rispettive ricette federiciane saranno i veri protagonisti.

"L'imperatore, avido di sapere fin da piccolo, integrò in modo sublime i saperi ed i sapori della tradizione latino-germanica con quella siculo-mussulmana-ebraica - ha spiegato Anna Maria Pellegrino - Grazie a lui nei primi decenni del 1300 il mangiare siciliano, assieme alla poesia, costituì la prima cultura gastronomica italiana e, citando Dante, “in quegli anni tutto ciò che gli italiani mangiavano era siciliano”. L’imperatore svevo, quindi, rese possibile la felice sintesi di tradizioni gastronomiche diverse, fondendole e mettendole in pratica, rivoluzionando così non solo il “ricettario” dell’epoca ma anche quelli a venire”.

All'incontro erano presenti il sindaco di Monselice Giorgia Bedin, il presidente del Comitato Giostra Paola Signoretto, lo storico monselicense Riccardo Ghidotti e altri ospiti, compresi rappresentanti delle città di Jesi, Altamura e Palermo che per la prima volta parteciperanno all'originale iniziativa, volta alla riscoperta del mondo di Federico II attraverso le sue abitudini (e tentazioni) culinarie...

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RENATO MALAMAN

Collabora con Rai Radio Uno, come esperto di turismo nella trasmissione "Tra poco in edicola", e con il "Corriere del Ticino". Cura il blog "Salsa & Merende" nel quotidiano "Il Mattino di Padova" di cui è stato redattore fino al 31 dicembre 2016. Del quotidiano, con cui ha iniziato a collaborare nel 1978, è stato titolare dal 2001 della rubrica di enogastronomia "Gusto", ora confluita nel blog personale (su www.mattinopadova.it) dedicato all'attualità del Food and Wine veneto e non solo. E' titolare della rubrica di viaggi del mensile "La Piazza" (23 edizioni nel Veneto) dal 1996 e della pagina "La recensione" sul magazine "Con i piedi per terra". Collabora con "Voyager".
Coautore di numerose pubblicazioni nel settore enogastronomico e collaboratore di varie riviste, dal 2004 è ispettore della guida "Ristoranti d'Italia" de L'Espresso. Ha curato la guida "Padova nel piatto". E' coautore dei volumi "L'osteria di Padova" e "I Colli ritrovati", quest'ultimo sui 50 anni della legge 1097/71 che salvò i Colli Euganei dalle cave.
Tra i riconoscimenti ottenuti spicca l'assegnazione di due premi "Penna d'Oca" (edizioni 2005 e 2011), premio biennale promosso da Unioncamere del Veneto, più un premio dell'Assostampa Padovana nel 2012 per reportage in 10 puntate su "Alluvione, un anno dopo". Per quanto riguarda il turismo ha visitato finora 124 paesi del mondo. Fa parte dell'ITP, associazione di giornalisti della stampa turistica. Ha al suo attivo anche una spedizione umanitaria via terra in Guinea Bissau e il viaggio con auto elettriche Tesla Padova-Belgrado lungo i luoghi di Nikola Tesla.

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