"Peccatori di gola", Giancarlo Saran confessa in un libro storie e aneddoti sui grandi della cucina italiana d'autore

Prima o poi doveva peccare così… Per Giancarlo Saran “Peccatori di gola”, libro presentato l’altro giorno a Milano a cura di Bolis Edizioni, era come un colpo in canna. Perché tutte quelle storie sui grandi protagonisti della cucina italiana, da cuochi come Paracucchi o Marchesi, da giornalisti come Veronelli o Brerra, a scrittori come Soldati o Tonino Guerra, il castellano Saran (nato appunto a Castelfranco Veneto, la città del Giorgione) le aveva già raccontate, sul quotidiano “La Verità” o sotto altre insegne editoriali, però gli mancava la veste antologica. Insomma, metterle tutte insieme. In una sorta di raccolta che passasse in rassegna quasi un secolo di cucina italiana, narrandola a volo d’uccello. Con leggerezza e ironia, registri cari a Saran, così innamorato della cucina (lui fa il dentista di professione, è accademico della cucina oltreché giornalista, ma a Castelfranco Veneto ha fatto anche l’assessore alla Cultura) da meritarsi la tessera numero 1 di un circolo cultural-goliardico-goloso come “I Cavalieri delle Calandre”, che spetta ai super fedelissimi del noto ristorante tristellato degli Alajmo. Un luogo didattico, oltreché di piacere per Saran, nominato scherzosamente dagli altri "cavalieri" "sua calandrosa eminenza".

C'è chi si siede a tavola per pura necessità di sopravvivenza calorica e chi invece vede, attraverso la cucina e i suoi prodotti, un mondo tutto da scoprire, ricco di storie e di tradizioni. Il libro "Peccatori di gola" racconta di personaggi che hanno passato gran parte della loro vita in cucina, come Gualtiero Marchesi o Angelo Paracucchi, ma anche di chi la cucina l'ha raccontata: da Gianni Brera a Gino Veronelli o Mario Soldati; di chi le ha dato spessore culturale: da Bepi Mazzotti ai due padri dell'Accademia Italiana della Cucina, Dino Villani e Orio Vergani o dei divulgatori delle buone ricette per le madri di famiglia: Luigi Carnacina e Ada Boni, o ancora, volti divenuti iconici, come il Tonnaroto Jachino Cataldo. Infine, non potevano mancare gli insospettabili, da Enzo Ferrari a Tonino Guerra.

Beh, “Peccatori di gola” mette curiosità e appetito ad ogni pagina. Svela storie e aneddoti inimmaginabili, in una veste grafica raffinata e semplice. Elegante pure. Saran mostra in questa sua impresa letterario-golosa una passione e una capacità di cogliere dettagli sorprendente, perché alla fine ci restituisce dei profili assolutamente inediti di tanti personaggi famosi. Soldati viene definito il Goethe culinario del Bel Paese, Gianni Brera l’Arcimatto, Angelo Paracucchi uno stellato senza tempo… Nella sua prefazione Davide Paolini, che sulla sua rubrica “A me mi piace” su “Il Sole 24 ore” è stato fra i primi a credere sul talento narrativo del dentista-gourmet castellano, si è divertito a ricordare tante espressioni colorite usate dall’amico-collaboratore. Una per tutte: le monoposto di Enzo Ferrari “carburavano a zampone e lambrusco”, che poi non era mica una definizione così lontana dalla realtà in quei tempi.

Accademia e nuvole, via. Saran ci ha abituati a un linguaggio colorito, eppure graffiante, in tutto quello che scrive. I suoi ritratti sono pzzle di un mosaico che va a comporre una galleria di personaggi che hanno fatto la storia della cucina italiana d’autore o ne sono stati protagonisti a margine, non da addetti ai lavori dunque (nel senso di fornelli), accomunati da una caratteristica peculiare: sono spassosi e originali. Con tono lieve vanno anche in profondità. Rivelano l'humus culturale ben stratificato dell'autore. Attribuire a Gino Veronelli, coem ha fatto Saran, un ruolo nel “Risorgimento alimentare” è definizione audace, ma tutt’altro che azzardata.

Bravo l'accademico castellano, il suo “Peccatori di gola” non andrà all’inferno, ma sicuramente troverà il modo di consacrarsi fra le strenne librarie natalizie. C'è da giurarci. Anche perché può suggerire ai lettori più appassionati e con l'abc della cucina qualche buona idea per i pranzi festaioli di fine anno. Il libro ha 255 pagine e costa 18 euro. E’ ordinabile anche on line.

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RENATO MALAMAN

Collabora con Rai Radio Uno, come esperto di turismo nella trasmissione "Tra poco in edicola", e con il "Corriere del Ticino". Cura il blog "Salsa & Merende" nel quotidiano "Il Mattino di Padova" di cui è stato redattore fino al 31 dicembre 2016. Del quotidiano, con cui ha iniziato a collaborare nel 1978, è stato titolare dal 2001 della rubrica di enogastronomia "Gusto", ora confluita nel blog personale (su www.mattinopadova.it) dedicato all'attualità del Food and Wine veneto e non solo. E' titolare della rubrica di viaggi del mensile "La Piazza" (23 edizioni nel Veneto) dal 1996 e della pagina "La recensione" sul magazine "Con i piedi per terra". Collabora con "Voyager".
Coautore di numerose pubblicazioni nel settore enogastronomico e collaboratore di varie riviste, dal 2004 è ispettore della guida "Ristoranti d'Italia" de L'Espresso. Ha curato la guida "Padova nel piatto". E' coautore dei volumi "L'osteria di Padova" e "I Colli ritrovati", quest'ultimo sui 50 anni della legge 1097/71 che salvò i Colli Euganei dalle cave.
Tra i riconoscimenti ottenuti spicca l'assegnazione di due premi "Penna d'Oca" (edizioni 2005 e 2011), premio biennale promosso da Unioncamere del Veneto, più un premio dell'Assostampa Padovana nel 2012 per reportage in 10 puntate su "Alluvione, un anno dopo". Per quanto riguarda il turismo ha visitato finora 132 paesi del mondo. Fa parte dell'ITP, associazione di giornalisti della stampa turistica. Ha al suo attivo anche una spedizione umanitaria via terra in Guinea Bissau e il viaggio con auto elettriche Tesla Padova-Belgrado lungo i luoghi di Nikola Tesla.

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