My Venice, magie color ottanio (e delizie d'autore) nella Venezia più intima
Quando il lusso assume tonalità discrete e diventa un intimo omaggio alla bellezza. Il tutto avvolto nell'atmosfera romantica dei canali più nascosti di Venezia; un mondo al riparo da luci accese e folle vocianti, seppur a due passi da Ca' Rezzonico e dal Canal Grande.
My Venice è un mondo color ottanio. Sì, quel felice connubio fra il turchese più acceso, il verde e il blu. Magico, ma di quella magia piacevolmente fané, conturbante e senza tempo, che ritroviamo in certe canzoni di Paolo Conte o in certe liriche dannunziane…
My Venice è a Venezia, in calle del Traghetto, dove un tempo c'era una locanda e prima ancora una residenza. E prima ancora... perché a Venezia è così. La città ha una storia che si perde nella notte dei tempi. E qui ritrova il fascino seducente di certe immagini immortalate dall'obiettivo di Fulvio Roiter. E' la Venezia dove la prua delle gondole fende lenta le acque dello stretto canale, sfiorando i piccoli ponti ad arco e gli intonaci scrostati delle antiche case.
A certe ore del giorno anche quell’acqua sembra assumere i toni dell’ottanio…
My Venice è il sogno realizzato da Giuliano Canella, sì il nipote del compianto Francesco… Qui impegnato in una scommessa tutta sua (e della figlia Eleonora), pur mantenendo un ruolo di responsabilità anche nella grande realtà familiare del settore alimentare, ovvero del gruppo Alí. “Recuperare la memoria di questo palazzetto e farne un boutique hotel con ristorante d'autore - dice l'imprenditore padovano - è un modo per restituire alla città un luogo di ospitalità, di accoglienza e di incontro, capace di valorizzare lo stile esclusivo del Made in Italy. All’insegna della bellezza, dell’arte e di quell’arigianato di qualità che ha reso Venezia unica nel mondo”.
My Venice è anche la proiezione dei sogni di Andrea Coppetta Calzavara, per molti anni il volto più familiare nella sala del ristorante “Le Calandre” di Rubano, 3 Stelle Michelin dal 2002. Andrea che nel 2006 fu Maître dell’anno per la guida de "L'Espresso". Buona formazione non mente (anche le esperienze precedenti rispetto agli Alajmo non sono state da meno: a Roma, a Basilea, a Londra e in Germania). Al My Venice Andrea, nativo di Dolo, è il manager director - ma lo è con l’abilità e l’informalità di un gondoliere (la metafora qui suona bene) - di un progetto ambizioso e visionario. Quello, appunto, di Giuliano ed Eleonora Canella.
My Venice con il suo ristorante "Il Palazzetto" (aperto il 16 luglio dello scorso anno) è diventato una si è già meritato il premio speciale della guida “Venezie a tavola” 2025. Il boutique-hotel, oltreché un’ospitalità raffinata ed esclusiva, è un marchio che connota anche un’oggettistica di valore. Un brand che potrebbe essere declinato in altri progetti.
Ma torniamo al mondo color ottanio. Che fa da cornice ad opere, come quelle ammirate al piano nobile, del pittore vedutista veneziano del ‘700 Giuseppe Bernardino Bison. Ma anche alla bellezza delle camere e della sala adibita a ristorante.
Luogo di rappresentazione per il buon gusto e la conoscenza; per lo stile e l’eleganza. Che cerca una sintesi fra tradizione e contemporaneità, design e anima veneziana. La cucina, a cui pensa lo chef Vasilj Pereviznyk, ragazzo ucraino in Italia da quando aveva 16 anni, con una buona esperienza internazionale e formato da Damiano Brocchini dell’Excelsior di Venezia, è di valore. Ma soprattutto è originale. Cucina con qualche influsso francese e asiatico (compresa la griglia giapponese Yakitori). Nel suo piatto iconico lo chef abbina il foie gras col calamaretto a spillo, ma anche la cappasanta con il carciofo e la bottarga, l’uovo di montagna con la spuma di patate e il tartufo. Il risotto di barena profuma di salicornia, erbe di mare e cannolicchi, cozze e vongole; il plin esalta un Parmigiano stagionato 48 mesi… Il segreto sta negli equilibri”, spiega Vasilj. Prodotti il più possibile locali, rispetto della stagionalità, tradizione veneziana (quella vera) mescolata con giudizio alla contemporaneità sono la cifra valoriale della cucina, impreziosita anche attraverso tecniche di cottura a bassa temperatura e l’utilizzo della griglia yakitori che genera note fumé, connotando in modo originale il piatto.
Il menu degustazione (5 portate a 110 euro) è una bella occasione per godersi questo ambiente dai riflessi letterari e il viaggio sensoriale tracciato dallo chef. Alex Crivellaro, il maître, è in sintonia. Perché si sente parte del progetto, prima ancora che per le regole imposte dalla professionalità.
Ecco, in generale, è un’atmosfera tutta veneziana che sembra avvolgere questa esperienza.
Certo, contano i bei punteggi ottenuti dalle guide, contano le emozioni strappate agli ospiti stranieri (alcuni arrivano da molto lontano, come un tempo i viaggiatori del Grand Tour), ma per Andrea Coppetta Calzavara conta trasmettere un senso dell’ospitalità che fa parte di sé. Che è nelle sue corde…
Perché sa sintonizzarsi sul lusso, sa accogliere qualsiasi tipo di ospite, è preparato e attento al “bon ton”. Ma ha anche un altro grande pregio: ama le cose semplici e vere. Classe fatta in casa, impastata di umiltà… un bel mix!
(nella foto: Andrea Coppetta Calzavara, Eleonora e Giuliano Canella)
RENATO MALAMAN
Collabora con Rai Radio Uno, come esperto di turismo nella trasmissione "Tra poco in edicola", e con il "Corriere del Ticino". Cura il blog "Salsa & Merende" nel quotidiano "Il Mattino di Padova" di cui è stato redattore fino al 31 dicembre 2016. Del quotidiano, con cui ha iniziato a collaborare nel 1978, è stato titolare dal 2001 della rubrica di enogastronomia "Gusto", ora confluita nel blog personale (su www.mattinopadova.it) dedicato all'attualità del Food and Wine veneto e non solo. E' titolare della rubrica di viaggi del mensile "La Piazza" (23 edizioni nel Veneto) dal 1996 e della pagina "La recensione" sul magazine "Con i piedi per terra". Collabora con "Voyager".
Coautore di numerose pubblicazioni nel settore enogastronomico e collaboratore di varie riviste, dal 2004 è stato ispettore della guida "Ristoranti d'Italia" de L'Espresso. Ha curato la guida "Padova nel piatto". E' coautore dei volumi "L'osteria di Padova" e "I Colli ritrovati", quest'ultimo sui 50 anni della legge 1097/71 che salvò i Colli Euganei dalle cave.
Tra i riconoscimenti ottenuti spicca l'assegnazione di due premi "Penna d'Oca" (edizioni 2005 e 2011), premio biennale promosso da Unioncamere del Veneto, più un premio dell'Assostampa Padovana nel 2012 per reportage in 10 puntate su "Alluvione, un anno dopo". Per quanto riguarda il turismo ha visitato finora 135 paesi del mondo. Fa parte dell'ITP (Italian Travel Press), associazione di giornalisti della stampa turistica. Ha al suo attivo anche una spedizione umanitaria via terra in Guinea Bissau e il viaggio con auto elettriche Tesla Padova-Belgrado lungo i luoghi di Nikola Tesla.
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