MODERNO OPIFICIO DEL SIGARO ITALIANO GLI ARTIGIANI DEL TABACCO

Il Moderno Opificio del Sigaro Italiano nasce nel 2013 grazie alla ferrea volontà di Cesare Pietrella, come lui stesso racconta: «Volevo offrire al mercato una valida alternativa all’unico prodotto italiano, di nome e quasi di fatto, presente nel panorama del sigaro italiano, grazie ad una visione fantascientifica, ma ad un background solido nel settore del tabacco».

Il 3 febbraio 2014, dopo una serie interminabile di pratiche burocratiche dettate da un sistema di gestione che non facilita di certo i nuovi player, comincia la produzione del sigaro Ambasciator Italico.

I primi sigari - "Classico Ammezzato", "Liquirizia" e "Ammazzacaffè" – escono nel mercato a settembre dello stesso anno, in poche tabaccherie sparse lungo lo Stivale.

A tal proposito Pietrella ricorda: «I quattro macchinari utilizzati per rollare i primi sigari risalgono al 1960, prodotti in camme e leve in ghisa da un’azienda fallita qualche anno dopo. Per inscatolare i sigari si utilizzava personale formato internamente, che selezionava i sigari uno ad uno prima di inserirli nei pacchetti. Questa operazione garantiva la massima qualità del prodotto finale in quanto i sigari non conformi ai nostri standard venivano immediatamente scartati».

Nel 2015 vengono lanciati altri tre prodotti: la versione intera del "Classico", con una stagionatura maggiore, di nove mesi; il "Soave", sigaro leggermente aromatizzato adatto a chi si approccia per la prima volta al mondo del fumo lento; il "Superiore", prodotto premium per tabacchi utilizzati e dimensioni, con una stagionatura di almeno un anno.

A seguire "Il Buttero", con solo tabacco Kentucky italiano, il "Bianco Stellato", aromatizzato all’anice, e il "Rosso Arabico", al caffè.

«Come edizioni limitate – prosegue Pietrella - ci siamo inventati qualcosa di mai visto prima: nel 2016 il sigaro, di base il "Superiore" con 12 mesi di maturazione, affinato ulteriori tre mesi in vecchie botti di grappa bianca (il "Riserva Premium"), nel 2017 in barrique di rovere (il Barricato). Per far fronte alla difficoltà di reperire tabacco Kentucky in Italia nel 2015 abbiamo avviato le nostre proprie coltivazioni nella zona sud di Verona, dove il terreno di medio impasto è ideale per la coltivazione di Kentucky. Il progetto è partito grazie alla collaborazione con un ex coltivatore di tabacco da tre generazioni. Il tabacco che raccogliamo ogni anno viene completamente utilizzato per i nostri sigari è di provenienza o italiana o nord americana (Tennessee)». «L´´Ambasciator Italico´ è già presente in diversi Paesi, e in molti altri stiamo negoziando il primo inserimento. La Slovenia è stato il primo Paese dove abbiamo lanciato il prodotto fuori dai confini nazionali, nel 2015. Ad oggi è possibile trovare i nostri sigari in Croazia, Serbia, Romania, Lituania, Turchia, U.S.A., Stato del Vaticano e, tra poche settimane, nel Regno Unito – aggiunge Cesare Pietrella, l´eroico imprenditore del fumo garbato - le vendite estere 2017 sono state di quasi 1 milione sigari, mentre per quest´anno prevediamo una vendita di più di 1 milione e mezzo di pezzi, grazie anche al possibile inserimento di ´Ambasciator Italico´ a Cipro, Spagna, Germania e Austria».

Ma il fronte dell´export non si ferma qui.

«Riceviamo in continuo richieste di distribuzione dai principali paesi europei, Russia, medio oriente e Australia – conclude Pietrella - ad oggi, però, la crescente domanda nazionale è talmente elevata e in costante aumento che vogliamo dare priorità all´Italia, senza rischiare di aprire nuovi mercati e trovarci in un secondo momento a non riuscire ad evadere le richieste estere».

Per il 2018 sono previsti diversi investimenti, soprattutto in macchinari. Questa la fotografia del Moderno Opificio del Sigaro Italiano, una realtà giovane che nel giro di pochissimi anni è arrivata ad essere il secondo player in Italia nel panorama dei sigari, non solo in rispetto al (quasi) monopolista, ma rispetto a tutte le multinazionali italiane ed estere che vendono sigari in Italia, anche da più di 30 anni.

MODERNO OPIFICIO DEL SIGARO ITALIANO Via Bocche di Sotto 9, 31010 Orsago (TV) Tel: +39 (0)438 450204 – Email: info@mosi.it

Claudio Zeni

0 Commenti

Lascia un commento

Acconsento al Trattamento dei miei dati Personali nel rispetto del reg. 2016/679/UE e dichiaro di avere letto l'informativa sulla Privacy

Claudio Zeni

Claudio Zeni, laureato in Letterature e Lingue straniere è nel mondo del giornalismo dall’età di 18 anni. Appassionato di sport, enogastronomia e turismo collabora con media locali, nazionali ed internazionali di settore. Tra i principali riconoscimenti giornalistici assegnatigli si ricorda il premio nazionale Gennaro Paone consegnatogli a Roma dal direttore generale dell’Enit, il I.o premio giornalistico nazionale ‘Strada del Vino del Recioto e di Gambellara’, il I.o premio ‘Primavera del prosecco’, 'Amici della Chianina', 'Premio Tarlati', 'Scandiano', 'Sant'Angelo in Vado, 'Apicio', 'La bisaccia del tartufaio', 'Burson'. Per quattro anni ha seguito l’Hong Kong Food Festival e per due ha coordinato la manifestazione nazionale Top of Golf finalizzata alla proclamazione del miglior ristorante della ‘Wine Tour Cup’ dell'Associazione 'Città del Vino'. Coordinatore della giuria e dei cuochi del concorso culinario ‘Tartufo d’oro’ di Gubbio’. Unitamente al Presidente dei Cuochi di Arezzo organizza il concorso 'Penne bruciate', giornalisti ai fornelli dove a vincere è il 'piatto peggiore'. Autore con Leone Cungi del libro ‘Sport e società a Monte San Savino (Un secolo di storia sportiva e tradizioni sul borgo toscano).

Acconsento al Trattamento dei miei dati Personali nel rispetto del reg. 2016/679/UE e dichiaro di avere letto l'informativa sulla Privacy
Accetto di ricevere informazioni in merito a promozioni, news ed eventi relativi a questo sito in conformità al nuovo reg. 2016/679/UE sulla Privacy.