Mai così a Nord. Bodø, capitale europea della cultura oltre il Circolo Polare Artico. Fra arte, wild nature... e stoccafissi

E’ la prima capitale culturale oltre il Circolo Polare Artico! Mai così a nord...

Un bel primato per questa piccola città norvegese, che conserva tracce dell'antica anima Sami ma dallo spirito metropolitano. Famosa anche per essere lo snodo dei collegamenti navali e aerei con l’arcipelago delle bellissime isole Lofoten. Bodø dal febbraio scorso è Capitale Europea della Cultura 2024 (insieme a Bad Ischl-Salzkammergut in Austria) e Tartu (in Estonia). E chi l'avrebbe pronosticato? Un riconoscimento sognato da tempo che premia la città per il suo dinamismo, culturale e turistico soprattutto. Ma anche per la sua capacità di difendere un'identità, che guarda al Nord ma anche all'Europa e al mondo. Qui, in questa città del Salten, dove da fine maggio alla metà di luglio il sole in estate non tramonta mai (richiamando tantissimi visitatori da tutto il mondo), e la stagione fredda regala cieli bui su cui si stagliano le spettacolari aurore boreali, c’è moltissimo da scoprire. Sia dal punto di vista naturalistico, che artistico e culturale. I suoi paesaggi nordici restano nel cuore. Bodø, nata come villaggio di pescatori e riconosciuta nel 1816 come città, oggi conta circa 55 mila abitanti. Grazie alla sua posizione eccezionale, nello splendido contesto del Nordland, offre emozioni e scoperte di valore. Come lo Saltstraumen, ad esempio, il gorgo marino più potente e capriccioso del mondo che si verifica quattro volte al giorno tra due fiordi. Lo si può ammirare dalla barca o da ardite piattaforme panoramiche.

Oltre alle bellezze naturali, Bodø vanta una ricca storia e una vivace attività culturale. Tanti musei di cui la città artica va fiera. Il Museo Norvegese dell’Aviazione (Norsk Luftartmuseum), è forse il più importante, eredità anche delle vicende della Seconda Guerra Mondiale (il porto è stato ripetutamente bombardato durante l’occupazione tedesca). Questo luogo è un must per gli appassionati di storia aeronautica, con la sua collezione di aerei dell’epoca, alcuni abbattuti durante il conflotto, e varie mostre interattive. In una struttura a forma di motore di aeroplano è possibile seguire un percorso espositivo e scoprire il moderno parco acquatico della Norvegia. La Cattedrale di Bodø (Bodo Domkirke), simbolo della città e visibile da lontano grazie all'altezza della sua sommità, è stata costruita nel dopoguerra in uno stile moderno: è un’opera architettonica assai originale e un punto di riferimento culturale nel contesto urbano, mentre nel sobborgo di Bodøsjøen, c'è il Jekt Trade Museum (Jekterfartmuseet) che permette di vedere da vicino le antiche imbarcazioni dalle grandi vele utilizzate per pesca e commercio fin dal tempo dei Vichinghi. Che già vivevano di questa attività. Il Bymuseet, che propone un focus sulla storia locale. Il Kjerringoy Trading Post, che fa risaltare un magnifico fiordo. Il museo di bunker della guerra (il Bodo Bunkermuseum). C'è persino il Salmon Senter, per gli amanti della pesca a questyo pesce simbolo della Norvegia (con il merluzzo). E la lista non finirebbe qui. E quando si è stanchi, la città è pronta a far conoscere, oltre i luoghicomuni, anche il rito della sauna. Comune a tutto il Grande Nord.

Bodø, facilmente raggiungibile da Oslo (con un volo di 90 minuti), è considerata - come detto – anche il miglior punto di acceso per le isole Lofoten, arcipelago di grande valore paesaggistico, che ricordano certe descrizioni fantastiche di Jules Verne. Rocce nere appuntite che svettano dal mare. Il villaggio di Reine, qualche anno fa, è stato proclamato il più bello del mondo da un’autorevole testata americana.

Røst, la più estrema delle isole dell’arcipelago, è la patria dello stoccafisso. L’isola dove nel 1452 approdò naufrago Pietro Querini, mercante veneziano che era partito dall’isola di Candia (l’attuale Creta, allora possedimento della Serenissima Repubblica di Venezia) per raggiungere Londra e che venne accolto, con alcuni suoi marinai superstiti, nell’isola delle Lofoten dalla popolazione locale. Che poi lui descrisse nel suo diario, con un taglio inconsapevolmente anche antropologico. Røst che oggi è una dei maggiori centri di produzione dello stoccafisso, quello che Querini importò per la prima volta a quei tempi, portandolo a Venezia come souvenir del suo soggiorno forzato nell’isola, conserva il fascino della wild nature. Di un avamposto di pietra sferzato dai venti. Stoccafisso di Røst che oggi si fregia del marchio IGT per la sua qualità superiore. Oltre il 90 per cento dell’esportazione è diretta in Italia, nel Veneto in particolare. Il Consorzio dei produttori locali (l’attività è la principale fonte di sostentamento nella lontanissima isola norvegese) garantisce al prodotto una qualità superiore, frutto anche della perfetta essiccazione assicurata dal clima. Lo stoccafisso IGP delle Lofoten (e gran parte arriva da Røst) è protagonista della Festa del Bacalà di Sandrigo, cittadina del Vicentino gemellata da tempo con Røst. Festa che si terrà quest'anno negli ultimi due week end lunghi di settembre, con l'immancabile presenza di ospiti e autorità norvegesi.

Bodø e le Lofoten, una meta unica per fare amicizia con il Grande Nord.

 

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RENATO MALAMAN

Collabora con Rai Radio Uno, come esperto di turismo nella trasmissione "Tra poco in edicola", e con il "Corriere del Ticino". Cura il blog "Salsa & Merende" nel quotidiano "Il Mattino di Padova" di cui è stato redattore fino al 31 dicembre 2016. Del quotidiano, con cui ha iniziato a collaborare nel 1978, è stato titolare dal 2001 della rubrica di enogastronomia "Gusto", ora confluita nel blog personale (su www.mattinopadova.it) dedicato all'attualità del Food and Wine veneto e non solo. E' titolare della rubrica di viaggi del mensile "La Piazza" (23 edizioni nel Veneto) dal 1996 e della pagina "La recensione" sul magazine "Con i piedi per terra". Collabora con "Voyager".
Coautore di numerose pubblicazioni nel settore enogastronomico e collaboratore di varie riviste, dal 2004 è ispettore della guida "Ristoranti d'Italia" de L'Espresso. Ha curato la guida "Padova nel piatto". E' coautore dei volumi "L'osteria di Padova" e "I Colli ritrovati", quest'ultimo sui 50 anni della legge 1097/71 che salvò i Colli Euganei dalle cave.
Tra i riconoscimenti ottenuti spicca l'assegnazione di due premi "Penna d'Oca" (edizioni 2005 e 2011), premio biennale promosso da Unioncamere del Veneto, più un premio dell'Assostampa Padovana nel 2012 per reportage in 10 puntate su "Alluvione, un anno dopo". Per quanto riguarda il turismo ha visitato finora 132 paesi del mondo. Fa parte dell'ITP, associazione di giornalisti della stampa turistica. Ha al suo attivo anche una spedizione umanitaria via terra in Guinea Bissau e il viaggio con auto elettriche Tesla Padova-Belgrado lungo i luoghi di Nikola Tesla.

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