La cucina come macchina del tempo. Daniele Persegani a Ferrara fa rivivere i gusti degli Estensi

La cucina può diventare per un momento anche una formidabile macchina del tempo. Chi l'avrebbe mai detto che un giorno avremmo potuto mettere le mani in pasta come facevano i cuochi di corte nel Cinquecento? Eppure, a Ferrara succede anche questo. In questa città di antica cortae dove il tempo scorre con un ritmo tutto suo, dove le biciclette scivolano silenziose sulle strade acciottolate e dove il Castello Estense sorveglia imponente il centro storico, sta per andare in scena una delle esperienze gastronomiche più autentiche che si possano immaginare.

Domenica prossima, 11 maggio, alle ore 11, Palazzo Pendaglia aprirà le sue porte a chi desidera immergersi nella cucina rinascimentale. E non in modo teorico, ma con un laboratorio pratico, dove ogni partecipante avrà una propria postazione per preparare gnocchi ispirati a ricette che hanno cinquecento anni. Tutto questo nell’ambito di “Festina Lente”, un progetto finanziato dal Ministero del Turismo, volto alla valorizzazione dei comuni a vocazione turistico-culturale nei cui territori siano ubicati siti riconosciuti dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità e dei comuni appartenenti alla rete delle città creative dell’UNESCO. Per il territorio ferrarese il finanziamento è stato concesso al sito UNESCO “Ferrara città del Rinascimento e il suo Delta del Po”, nello specifico ai Comuni di Ferrara, Comacchio e Ostellato.

A guidare questa macchina del tempo culinaria sarà Daniele Persegani, cremonese classe 1972, un volto familiare per chi segue la televisione italiana. Lo chef ha fatto della tradizione emiliana la sua bandiera, portando in TV la genuinità di una cucina che racconta storie, territori e persone. Chi lo ha visto all'opera sa che non insegna solo tecniche, ma trasmette passione - quella stessa che lo ha portato al successo nazionale.

«La nostra rassegna “Festina Lente” vuole essere un ponte tra passato e presente»: spiega Massimiliano Urbinati, presidente dell'Associazione Strada dei Vini e dei Sapori della Provincia di Ferrara «Non conserviamo le tradizioni come reperti da museo, ma le facciamo rivivere attraverso esperienze immersive che coinvolgono tutti i sensi. Questo è il vero patrimonio ferrarese: saper guardare al futuro senza dimenticare da dove veniamo».

l laboratorio "Mezzogiorno con Messisbugo" (che titolo azzeccato!) non sarà una semplice lezione di cucina. Sarà un'esperienza multisensoriale dove i partecipanti prepareranno "gnocchi di cacio fresco alla cannella", che evocano direttamente i "maccaroni detti gnocchi" citati nei trattati di Cristoforo da Messisbugo e Bartolomeo Scappi, i grandi maestri della cucina rinascimentale italiana. 

La magia sta nei dettagli: tavoli apparecchiati con tovaglie e stoviglie che riproducono fedelmente l'estetica del Cinquecento, piatti di ceramica graffita realizzati da artigiani locali secondo tecniche tradizionali, e persino figuranti in costume della Fondazione Palio Città di Ferrara che poseranno davanti a una tavola imbandita rinascimentale con preziosi piatti in ceramica, offrendo ai partecipanti l'opportunità di immortalare un autentico quadro vivente d'epoca estense. Si avrà l'illusione di essere stati catapultati indietro nel tempo. Quello che affascina di questa iniziativa è come trasformi la gastronomia in un veicolo di conoscenza storica. La cannella, oggi ingrediente comune, era una spezia preziosissima ai tempi degli Este, simbolo di ricchezza e potere tanto quanto le opere d'arte che adornavano i palazzi.

«Iniziative come questa rappresentano la direzione giusta per un turismo consapevole e culturalmente significativo»: aggiunge il presidente Urbinati. «Non la semplice "esperienza" usa e getta, ma un momento di connessione autentica con un territorio e la sua storia. E la scelta di Palazzo Pendaglia come location non è casuale: questo edificio storico, con le sue sale maestose, diventa il contenitore perfetto per un'esperienza che mescola alta cucina, storia e artigianato».

Ferrara, del resto, è sempre stata una città che sa aspettare. "Festina lente", affrettati lentamente, dicevano gli antichi. Un paradosso che i ferraresi hanno fatto proprio: progredire senza perdere la propria identità, innovare rimanendo fedeli alle proprie radici. In un'epoca dove tutto sembra dover essere immediato, questa filosofia è rivoluzionaria quanto necessaria.

“Festina Lente” è un progetto finanziato dal Ministero del Turismo, volto alla valorizzazione dei comuni a vocazione turistico-culturale nei cui territori siano ubicati siti riconosciuti dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità e dei comuni appartenenti alla rete delle città creative dell’UNESCO. Per il territorio ferrarese il finanziamento è stato concesso al sito UNESCO “Ferrara città del Rinascimento e il suo Delta del Po”, nello specifico ai Comuni di Ferrara, Comacchio e Ostellato.

Per partecipare, il contributo è di 50 euro per la sola lezione (un'ora e trenta minuti dove la gastronomia diventa spettacolo, memoria, racconto) e 90 euro per chi vorrà restare a pranzo con lo chef. E Palazzo Pendaglia, che è sede dell'Istituto Alberghiero "Orio Vergani" di Ferrara, riserva anche altre sorprese per chi, accanto a quella antica, voglia scoprire anche la cucina ferrarese di oggi... Con corsi personalizzati ogni sabato mattina, per fare la coppia ferrarese (che è il pane tipico di Ferrara), o i cappellacci di zucca, simbolo della cucina locale



0 Commenti

Lascia un commento

Acconsento al Trattamento dei miei dati Personali nel rispetto del reg. 2016/679/UE e dichiaro di avere letto l'informativa sulla Privacy

RENATO MALAMAN

Collabora con Rai Radio Uno, come esperto di turismo nella trasmissione "Tra poco in edicola", e con il "Corriere del Ticino". Cura il blog "Salsa & Merende" nel quotidiano "Il Mattino di Padova" di cui è stato redattore fino al 31 dicembre 2016. Del quotidiano, con cui ha iniziato a collaborare nel 1978, è stato titolare dal 2001 della rubrica di enogastronomia "Gusto", ora confluita nel blog personale (su www.mattinopadova.it) dedicato all'attualità del Food and Wine veneto e non solo. E' titolare della rubrica di viaggi del mensile "La Piazza" (23 edizioni nel Veneto) dal 1996 e della pagina "La recensione" sul magazine "Con i piedi per terra". Collabora con "Voyager".
Coautore di numerose pubblicazioni nel settore enogastronomico e collaboratore di varie riviste, dal 2004 è stato ispettore della guida "Ristoranti d'Italia" de L'Espresso. Ha curato la guida "Padova nel piatto". E' coautore dei volumi "L'osteria di Padova" e "I Colli ritrovati", quest'ultimo sui 50 anni della legge 1097/71 che salvò i Colli Euganei dalle cave.
Tra i riconoscimenti ottenuti spicca l'assegnazione di due premi "Penna d'Oca" (edizioni 2005 e 2011), premio biennale promosso da Unioncamere del Veneto, più un premio dell'Assostampa Padovana nel 2012 per reportage in 10 puntate su "Alluvione, un anno dopo". Per quanto riguarda il turismo ha visitato finora 135 paesi del mondo. Fa parte dell'ITP (Italian Travel Press), associazione di giornalisti della stampa turistica. Ha al suo attivo anche una spedizione umanitaria via terra in Guinea Bissau e il viaggio con auto elettriche Tesla Padova-Belgrado lungo i luoghi di Nikola Tesla.

Acconsento al Trattamento dei miei dati Personali nel rispetto del reg. 2016/679/UE e dichiaro di avere letto l'informativa sulla Privacy
Accetto di ricevere informazioni in merito a promozioni, news ed eventi relativi a questo sito in conformità al nuovo reg. 2016/679/UE sulla Privacy.