Gorizia, quanti eventi culturali per "Go!2025". Duplantis salterà con l'asta sul confine, infine "Gusti senza frontiere"
Abbattere i "muri" del passato e attravrso la cultura costruire ponti, di ogni genere: è il nuovo leitmotiv nei rapporti fra Gorizia e Nova Gorica. Trasformare le differenze in un valore, in tanti valori. In un pensiero plurale, nuovo, arricchente... per guardare al futuro in un’ottica comune. Per fare tante cose insieme. Per organizzare momenti da condividere, anche attraverso la musica, l'arte, il cinema, lo sport, l'enogastronomia. Un bel modo per aprire orizzonti culturali nuovi e innovativi, semplicemente impensabili fini a qualche anno fa. Poche città come Gorizia e Nova Gorica oggi sintetizzano e danno un senso ai valori fondanti dell’Europa unita. Non a caso sono state scelte, insieme (ed è la prima volta che succede nei 27 anni del riconoscimento), come Capitale Europea della Cultura, seppur insieme alla tedesca Chemnitz, che all’epoca della disciolta DDR si chiamava Karl Marx Stadt e oggi vuole affermarsi come uno dei nuovi volani culturali della Sassonia. A Gorizia e a Nova Gorica a credere in questo progetto sono non soltanto le istituzioni politiche e culturali, ma anche tanti soggetti impegnati a vario titolo nel turismo, nello sport, nelle attività economiche.
Certo che la storia è davvero capricciosa, se è vero che oggi proprio le laceranti divisioni imposte dal confine italo jugoslavo (e oggi Italo-sloveno) - e le contrapposizioni che hanno generato nel secondo dopoguerra - sono diventato un valore unico. Un nuovo simbolo di amicizia. Anzi, di più. Sono diventate l’abbraccio autentico fra due città, Gorizia e Nova Gorica, fra due popoli, fra due economie; nel nome della cultura.
“Go!2025” è lo slogan della prima capitale europea della cultura transfrontaliera, una storica e ricca d’arte (Gorizia) e l’altra più giovane e aperta al nuovo (Nova Gorica). “Go", dalla sigla delle targhe automobilistiche sia italiana che slovena, ma che significa anche "Andiamo!": geniale, davvero geniale. “Go! Borderless” è il claim di questa capitale della cultura transfrontaliera, ovvero senza confini. Ed ecco che quella linea che tagliava assurdamente in due il piccolo cimitero di Miren (in italiano Merna) finalmente è diventata invisibile. Superata, superflua. Come quella che tagliava in due tanti paesi, comunità, persino stalle, vigneti e frutteti. Che tagliava in due anche il piazzale della storica stazione Transalpina di Gorizia (che funziona ancora, a servizio della stessa spettacolare linea che univa Trieste alla Mitteleuropa), oggi Piazza Europa.
Piazza (nella foto) laddove l'8 febbraio scorso è avvenuta l’inaugurazione dell’anno da “capitale europea” delle due città, alla presenza dei capi di stato di Italia e Slovenia, Sergio Mattarella e Nataša Pirc Musar, e dei sindaci delle due città, Roberto Ziberna e Samo Turel. Un anno che è (e sarà) pieno zeppo di eventi di alto livello, fra musica, arte, storia, cinema, sport, enogastronomia e iniziative di ogni genere. Anno durante il quale sarà impossibile non trovare un buon pretesto per fare un salto nelle due città. Un’occasione per capire che, seppur in lingue diverse e in un crocevia di culture (slava, latina e germanica), è nell’incontro che queste due città in riva all’Isonzo stanno sublimando un’amicizia già sancita dalla storia. In chiave europea.
Se Gorizia è di suo una piccola capitale aristocratica, con piazze di bellezza ottocentesca, discrete ma non prive di monumentalità, palazzi antichi dal piacevole stile retrò, vie porticate su cui si affacciano vecchie botteghe e laboratori di artigiani, e un castello (in parte ricostruito) che svetta sull’abitato, tanto da essere considerata la “Nizza austriaca”, completamente diversa è Nova Gorica, città di fondazione, costruita da zero nell’immediato dopoguerra dal governo di Belgrado su volontà di Tito, per creare un nuovo centro di riferimento culturale, amministrativo ed economico per gli sloveni separati da Gorizia capoluogo. Una storia contrassegnata da drammi e sfide, alla cui origine c'è lo strappo del nuovo confine tra Italia e Jugoslavia. Nova Gorica fu progettata dall'architetto e urbanista Edvard Ravnikar, con la collaborazione di Jože Plečnik (il collega che negli anni ‘20 lasciò un’impronta artistica indelebile nel centro di Lubiana) ed è lambita dal fiume Isonzo, che proprio lì si apre verso la pianura e il mare dopo aver attraversato una valle di grande bellezza naturalistica. Valle il cui simbolo è il ponte di Solkan, oggi attraversato da tanti percorsi naturalistici, da fare a piedi, in bici o sulel acque dell'Isonzo in canoa.
La Gorizia seducente e un po' fanè, la vecchia signora dal fascino mitteleuropeo, la si coglie ancora in Piazza della Vittoria, dove è evidente l’anima multiculturale della città. Una stratificazione di storia e di storie. Lo stile barocco dei palazzi rimanda ai fasti dell’Austria Felix. Uno stile che ritroviamo lungo i vicoli che salgono fino al Castello, lungo via Roma e corso Verdi. E poi l’antica via Rastello, una delle arterie della città storica: è fiancheggiata da storiche botteghe. Qui durante il periodo jugoslavo arrivavano in tanti da Est a fare acquisti, specialmente di quei jeans, icona di modernità, che di là non erano ancora arrivati. Il Castello, annunciato dalla Porta Leopoldina, è il punto più alto della città, ne è il simbolo. Il primo nucleo del maniero risale al XII secolo, quando i Conti di Gorizia avevano giurisdizione e controllo militare (e politico) in un territorio molto vasto. Straordinario il panorama che vi si gode, sulla città e sull'Isonzo. Dall’altra parte del confine c’è Kostanjevica, il complesso francescano dove è passata la storia di questa zona. Vi è sepolto l’ultimo re di Francia, Carlo X. Il luogo è famoso per la sua preziosa collezione di rose e per una raccolta di incunaboli antichissimi.
Cirque du Soleil, Sting e gli altri eventi
Gorizia sta vivendo “Go! 2025” con il fervore di chi sente di avere l’occasione giusta per “sdoganare” (nel vero senso della parola) una storia di separazione e lo sta facendo con grande convinzione. Vedi persino l’istituzione di linee urbane di autobus transfrontaliere. Fioriscono idee e iniziative, basta consultare il portale www.go2025.eu per apprezzare l’ampiezza della proposta, che coinvolge anche Trieste e Udine. Il 25 maggio a Gorizia arriva il Giro d’Italia, il 25 luglio il saltatore con l’asta svedese Armand Duplantis, una leggenda per i suoi record, salterà in piazza Transalpina: corsia di rincorsa in Italia, asta sul confine, e tappeto di atterraggio in Slovenia… Che metafora!
Le Cirque du Soleil sarà a Trieste, al Porto Vecchio, dal 13 giugno al 13 luglio sotto il grande tendone di Alegria, con acrobazie senza tempo e senza limite, sospese fra sogno e realtà. A Gorizia fino al 30 giugno è esposta un'opera straordinaria: “La presa di Cristo” del Caravaggio, la si può ammirare allo Smart Space della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia. Dove ci sono molte altre cose interessanti da vedere e da vivere, legate a "Go! 2025". A Udine si possono ammirare i mostri di Mizuki, nell'esposizione “Mondo Mizuki, Mondo Yokai” a Casa Cavazzini. Anche la musica propone grandi appuntamenti: Alfa (Andrea De Filippi) sarà in concerto a Gorizia, il 25 luglio, alla “Casa Rossa Arena”; Alanis Morissette a Villa Manin di Passariano il 22 giugno, nello stesso luogo il 9 luglio si esibirà Sting. Mentre ancora a Gorizia e ancora alla “Casa Rossa Arena” concerto dei Thirty Seconds to Mars, di Jared Leto: spettacolo che si annuncia travolgente. Il 17 luglio allo stadio “Nereo Rocco” di Trieste si esibirà Robbie Williams. Fino al 4 maggio sono in corso le mostre di Andy Warhol “Beyond Borders” (a palazzo Attems Petzenstein di Gorizia) e di Steve Mc Curry (“Sguardi dal mondo”) al Salone degli Incanti di Trieste. Sempre a Gorizia, fino al 4 maggio, è visitabile la mostra “Ungaretti poeta e soldato. Il Carso e l’anima del mondo. Poesia pittura storia”.
Il calendario di "Go! 2025" comprende tantissime altre iniziative. Alcune sono dedicate al cinema, altre ad incontri con autori, altre ancora all’enogastronomia, con il gran finale di fine settembre di "Gusti senza frontiere" . L'enogastronomia, altro valore che nei secoli ha accomunato questa zona, con contaminazioni diverse. Piatti e vini che cambiano nome a seconda del confine, ma che restano gli stessi. Figli di un’unica tradizione, che non ha nazionalità… Perché questa terra sospesa fra culture è una somma di contaminazioni virtuose. Che meritano di essere (ri)scoperte...
RENATO MALAMAN
Collabora con Rai Radio Uno, come esperto di turismo nella trasmissione "Tra poco in edicola", e con il "Corriere del Ticino". Cura il blog "Salsa & Merende" nel quotidiano "Il Mattino di Padova" di cui è stato redattore fino al 31 dicembre 2016. Del quotidiano, con cui ha iniziato a collaborare nel 1978, è stato titolare dal 2001 della rubrica di enogastronomia "Gusto", ora confluita nel blog personale (su www.mattinopadova.it) dedicato all'attualità del Food and Wine veneto e non solo. E' titolare della rubrica di viaggi del mensile "La Piazza" (23 edizioni nel Veneto) dal 1996 e della pagina "La recensione" sul magazine "Con i piedi per terra". Collabora con "Voyager".
Coautore di numerose pubblicazioni nel settore enogastronomico e collaboratore di varie riviste, dal 2004 è stato ispettore della guida "Ristoranti d'Italia" de L'Espresso. Ha curato la guida "Padova nel piatto". E' coautore dei volumi "L'osteria di Padova" e "I Colli ritrovati", quest'ultimo sui 50 anni della legge 1097/71 che salvò i Colli Euganei dalle cave.
Tra i riconoscimenti ottenuti spicca l'assegnazione di due premi "Penna d'Oca" (edizioni 2005 e 2011), premio biennale promosso da Unioncamere del Veneto, più un premio dell'Assostampa Padovana nel 2012 per reportage in 10 puntate su "Alluvione, un anno dopo". Per quanto riguarda il turismo ha visitato finora 135 paesi del mondo. Fa parte dell'ITP (Italian Travel Press), associazione di giornalisti della stampa turistica. Ha al suo attivo anche una spedizione umanitaria via terra in Guinea Bissau e il viaggio con auto elettriche Tesla Padova-Belgrado lungo i luoghi di Nikola Tesla.
0 Commenti
Lascia un commento
Rispondi al commento
Invio commento