EL INCA: LA PASQUA AL FINE DINING PERUVIANO

Le proposte del ristorante fiorentino

Esplorare una delle cucine più premiate al mondo, evadere dalla routine e sentirsi per un giorno dall’altra parte del mondo: la Pasqua ha il sapore e il profumo del Sudamerica da El Inca, primo ristorante peruviano di fine dining aperto a Firenze nel 2015 e da allora diventato un punto di riferimento per chi ama la gastronomia internazionale.

Tradizione e tocchi contemporanei si incrociano nel menu di Pasqua di El Inca, così come le onde dell’oceano vanno incontro alle vette delle Ande in Perù. Una sola carta non poteva bastare per rappresentare questo connubio: la proposta di Pasqua sarà declinata in due versioni, a base di carne e di pesce. Chi ama i sapori più legati alla terra, troverà piatti come il Rocoto relleno, peperone ripieno tipico della cucina peruviana, Caldo verde, zuppa a base di erbe andine arricchita con verdure fresche, Seco de Cordero, stufato di agnello cotto lentamente con aromi tradizionali e servito con manioca e salsa creolla, Tres Leches de Lucuma, raffinato dessert composto da tre tipi di latte e arricchito dal prezioso aroma della lucuma, frutto autoctono peruviano noto per la particolare dolcezza. Chi invece volesse sentirsi in cima a una scogliera con vista sul Pacifico potrà ordinare Causa de Pulpo al Olivo, piatto tipico a base di polpo servito su una base di causa (sorta di purè di patate) condito da salsa di olive nere, Chupe de Camarones, zuppa di gamberetti arricchita da mais, patate e un tocco di pisco, Escabeche de Pescado, pesce in umido con cipolle, marinato in aceto ed erbe aromatiche, accompagnato da un tortino di mais, e concludere il pasto con un fresco Semifreddo di Maracuya, dalla consistenza morbida e cremosa.

In un Paese caratterizzato da un’altissima biodiversità e da un’incredibile varietà di scenari e paesaggi, la cucina peruviana rispecchia la ricchezza della terra e una complessità culturale alimentata da migrazioni, scoperte, viaggi e ritorni. Nelle preparazioni si possono rintracciare le influenze della Spagna, ma anche del Nord America, mentre l’incontro con manualità e estetica giapponesi ha dato vita ad una vera e propria tradizione a sé stante, la cucina Nikkei. Anche l’Italia ha dato il proprio contributo, con piatti che oggi vengono considerati “di casa” a Lima. Varcare la soglia di El Inca significa intraprendere un viaggio nel Perù contemporaneo, dove la tradizione viene rivisitata con tocchi internazionali.

Molti degli ingredienti usati in cucina arrivano direttamente dal Perù: è il caso delle spezie, dei tuberi, delle diverse varietà di peperoncini, delle erbe officinali, usate anche per produrre bevande e infusi, così come per impreziosire i freschi cocktail che accompagnano le pietanze. Anche birra e caffè sono made in Perù, mentre la carta dei vini è un mix tra Sud America e Italia, per assecondare i gusti di una clientela che è soprattutto italiana.

Aperto nel 2015 dallo chef Pablo Gugic e dalla moglie Monica a Gavinana, Firenze Sud, in una zona lontana dalle più classiche rotte turistiche cittadine, El Inca ha saputo trovare il proprio posto nello scenario della ristorazione fiorentina. Lo ha fatto attraverso l’approccio fusion che contraddistingue la cucina andina, oggi riconosciuta come una delle migliori al mondo, per merito della biodiversità che sta alla base del menu (solo per fare un esempio, in Perù crescono oltre 3000 tipi di patate), ma anche di un particolare crogiolo di culture e di una nuova generazione di chef che ha deciso di valorizzare le origini andando oltre. Un percorso testimoniato dalla più recente classifica dei 50 Best, che ha consacrato come miglior ristorante al mondo El Central di Lima, guidato dallo chef Virgilio Martinez insieme alla moglie Pia Léon, con senso di responsabilità verso il passato ma anche per il futuro della propria terra, per la costruzione di un nuovo capitolo rispettoso dell’ambiente, delle differenze, dell’evoluzione culturale. Seguendo una linea di pensiero non dissimile, Pablo e Monica hanno aperto El Inca quasi 10 anni fa. E proseguono oggi nella stessa direzione.

Photo Nicco Leone

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Sabino Cirulli

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