DIRTY CAMBIA PELLE

Il cocktail bar milanese nella Top 500

A poco più di due anni dalla sua apertura, Dirty, il cocktail bar milanese, cambia identità e proposta, mantenendo fermo il suo principio di bar crudo e diretto, ma con un approccio meno irriverente e sfrontato.

Dopo il grande successo della prima fase del locale in Viale Regina Giovanna n.14 a Milano, ottenuto grazie ad un mix di provocazione e innovazione, Paolo Coppola e Gigi Tuzzi, proprietari, hanno deciso di imprimere una decisa svolta, avvicinando la loro creatura ad un concetto di bar notturno più classico e moderno.

Se da un lato si è voluto mantenere l’imprinting ruvido del locale, grazie al design volutamente grezzo pensato dallo studio di Nick Maltese, alle pareti graffiate, alle tende in plastica e all’atmosfera buia, con “Dirty 2.0” si è deciso di modificare l’offerta, con una miscelazione davvero contemporanea, senza compromessi, ed un proposta gastronomica più accattivante e completa. L’idea di riportare il nuovo locale nei canoni di un più tradizionale cocktail bar è ben chiara sin dai nuovi orari che vanno dall’ora di cena alla chiusura a notte fonda, confermando Dirty come unico punto di ritrovo per chi è alla ricerca di un drink di qualità fino alle 4 di notte. 

È però certamente la nuova proposta in fatto di food & beverage la novità del Dirty. Avvalendosi della collaborazione di marchi come Altamura, La Galvanina e del gruppo Bacardi Martini , la proprietà ed il team del bar, hanno realizzato una drink list contemporanea, avvicinando questo locale a quelli che possono esser considerati i punti di riferimento del settore per questa particolare tipologia di bar.

Red Tape, questo il nome del nuovo menù, parte dall’idea di sbeffeggiare le burocrazie e sulle lungaggini dello Stato (non solo italiano), con un tono sarcastico e dissacrante. Nascono così drink come “Posta”, essenziale e gustoso con la sua base di agave, sciroppo jalapeno e vaniglia e lime, oppure “Ospedale”, variante del Negroni realizzata con Bombay sapphire infuso al gunpowder tea, Martini bitter riserva, riduzione porto e pesche, fino al graffiante “Codice della strada”, in cui la vodka Altamura da forza alle note del cordiale ananas e lampone, Rabarbaro, Lime e Pompelmo rosa. Anche la proposta gastronomica trova una propria definizione nel nuovo Dirty. Via le banane e la carne in scatola, che tanto avevano fatto parlare del primo menù, e spazio ad una vera proposta di street food fatta di sandwich, burger e fritti, grazie anche alla realizzazione di una vera e propria cucina.

Quella del Dirty è quindi una piccola rivoluzione che non vuole cancellare il successo del passato, che gli ha garantito in pochi mesi l’ingresso nella prestigiosa classifica dei Top500, ma migliorare la propria identità e proposta avviandosi ai migliori street bar del mondo. 



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Sabino Cirulli

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