Alto Adige contemporaneo e mondo dei masi: la felice sintesi di Marc Oberhofer al "Lampl Stube" di Castelrotto
Autodidatta, fieramente autodidatta: lo ammette senza tanti giri di parole Marc Oberhofer. Per diventare un bravo cuoco ha fatto tutto da solo. Però proprio per questa assenza di condizionamenti, di modelli da imitare a tutti i costi, di “sovrastrutture”, lo chef del Lampl Stube di Castelrotto, splendida località altoatesina all’ombra dello Sciliar, si può considerare un “puro”. Un cuoco che ha potuto crescere, come lui stesso ama sottolineare, avendo sempre davanti a sé un foglio bianco. Dove qualsiasi idea può essere generata in libertà, con fluidità, rispondendo soltanto a quella griglia di valori che lo chef s’è costruito nel tempo. Alcuni ereditati perché legati alla sua terra, quell’Alto Adige che tanto ama, altri maturati nel corso della sua vita, sognando proprio di diventare un bravo cuoco.
Marc aveva una gran voglia di esprimere questa sua passione per la cucna d’autore e all’Hotel Lamm di Castelrotto ha trovato le condizioni giuste per sviluppare il suo ambizioso progetto.
Premessa doverosa. Il Lamm è l’albergo storico di Castelrotto, se ne ha traccia fin dal 1668. Di recente è stato acquisito dalla società Cabinovia Alpe di Siusi e i giovani architetti Lukas Tammerle e Paul Senoner lo hanno rivoluzionato, rovesciando la struttura come un calzino, trasformandola attraverso un piacevole design contemporaneo in un luogo dedicato al benessere. Sia nell’ospitalità, che nel “mondo Spa” che nella ristorazione. Marc ha lanciato il progetto insieme a Verena Gabrielli, giovane manager di origini bellunesi che dirige l’hotel.
La cucina di Marc Oberhofer è pulita, essenziale, rigorosa e con un costante riferimento all’Alto Adige, ai suoi sapori, ai suoi prodotti artigianali. Come quelli del Maso Aspinger, piccoli ortaggi (addirittura 800 varietà, alcune delle quali dimenticate) che crescono intorno al maso di Barbiano. In un’insalatina Marc Oberhofer ne utilizza ben 37 minuscole erbe. La sua cucina si può definire contemporanea di montagna, giocata con grande tecnica, rispetto della materia prima, risalto cromatico ma soprattutto equilibrio di sapori. Una felice sintesi fra ingredienti di tradizione, come il burro di maso, la polenta, i funghi o le zuppe di erbe (le “tre zuppe in una volta sola” servite su delle casseruole colorate sono un must in tutti i menu del cuoco altoatesino); ma è anche capacità di regalare suggestioni. Certi piatti hanno un che di onirico, nei colori, nello stile, nella composizione. Come il luccioperca con piselli e asparagi fermentati. O i tortelli di grano arso, formaggio di malga e capriolo.
Tre i tavoli dedicati da Lampl Stube a questa esperienza di fine dining. Gianluca Rovai, maitre toscano giovane ma di lunga esperienza (Lago di Como, Venezia, St. Moritz, Parigi, Londra) è un abile consigliere in tema di vini. Non solo, conosce così bene il pensiero di Marc in cucina, anche per effetto del tempo dedicato con lui alla sperimentazione, che il suo accompagnamento lungo il percorso degustativo si rivela una bussola importante. In più, Gianluca come tutti i toscani, sa aggiungere quella nota di ironia e di leggerezza che in una sala di ristorante non guasta mai.
Due i menu degustazione proposti dal Lampl Stube: cinque portate a 94 euro; sette portate a 125 euro. C’è da sbizzarrirsi.
MENU “LEO”
L’acquolina in bocca
Aspinger Crudo
Trota dorata - zafferano di Siusi - acetosa di bosco
3 zuppe in una volta sola
Tortelli di grano arso - formaggio di malga - capriolo
Luccioperca - piselli - asparagi fermentati
Gulasch e polenta
Tiroler Grauvieh - pigne - sedano - tendine d'Achille
Latte di montagna - timo – cereali
Valrhona Cuvée - mora - grano saraceno
Petit fours
RENATO MALAMAN
Collabora con Rai Radio Uno, come esperto di turismo nella trasmissione "Tra poco in edicola", e con il "Corriere del Ticino". Cura il blog "Salsa & Merende" nel quotidiano "Il Mattino di Padova" di cui è stato redattore fino al 31 dicembre 2016. Del quotidiano, con cui ha iniziato a collaborare nel 1978, è stato titolare dal 2001 della rubrica di enogastronomia "Gusto", ora confluita nel blog personale (su www.mattinopadova.it) dedicato all'attualità del Food and Wine veneto e non solo. E' titolare della rubrica di viaggi del mensile "La Piazza" (23 edizioni nel Veneto) dal 1996 e della pagina "La recensione" sul magazine "Con i piedi per terra". Collabora con "Voyager".
Coautore di numerose pubblicazioni nel settore enogastronomico e collaboratore di varie riviste, dal 2004 è ispettore della guida "Ristoranti d'Italia" de L'Espresso. Ha curato la guida "Padova nel piatto". E' coautore dei volumi "L'osteria di Padova" e "I Colli ritrovati", quest'ultimo sui 50 anni della legge 1097/71 che salvò i Colli Euganei dalle cave.
Tra i riconoscimenti ottenuti spicca l'assegnazione di due premi "Penna d'Oca" (edizioni 2005 e 2011), premio biennale promosso da Unioncamere del Veneto, più un premio dell'Assostampa Padovana nel 2012 per reportage in 10 puntate su "Alluvione, un anno dopo". Per quanto riguarda il turismo ha visitato finora 132 paesi del mondo. Fa parte dell'ITP, associazione di giornalisti della stampa turistica. Ha al suo attivo anche una spedizione umanitaria via terra in Guinea Bissau e il viaggio con auto elettriche Tesla Padova-Belgrado lungo i luoghi di Nikola Tesla.
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