A VINITALY 2023 CANTINA DI NEGRAR ESPONE 90 ANNI DI PASSIONE PER LA VALPOLICELLA

«Cantina Valpolicella Negrar celebra il 90° anniversario in un anno dal contesto socio-economico complesso, quanto lo era quello della sua fondazione, il 1933, funestato da crisi economica e speculazioni. Ma a conferma di come le crisi possano trasformarsi in opportunità, dopo solo 3 anni,  nel 1936, la cantina produsse e commercializzò la prima bottiglia di Amarone a denominazione “Amarone della Valpolicella Extra”. Dopo il rallentamento del mercato di questi primi mesi del 2023, confidiamo, dunque, in una ripresa. Come i nostri padri fondatori, siamo sempre pronti a creare qualcosa di bello e di buono per la nostra amata Valpolicella!». Così, col ricordo delle vicissitudini della fondazione, Renzo Bighignoli, presidente di Cantina Valpolicella Negrar, annuncia la partecipazione della cantina a Vinitaly 2023, presente con i suoi vini d'eccellenza Domìni Veneti in uno stand celebrativo ricco di immagini a ricordo delle tappe più  significative della pluridecennale attività (Pad. 5 C3).
     
“Nominati dalla Storia. Scelti dal Territorio” Lo slogan scelto per festeggiare il 90° anniversario afferma il ruolo di interlocutore imprescindibile per Amarone, Ripasso e Appassimento assunto nel tempo da Cantina Valpolicella Negrar. Il suo legame  privilegiato con la tecnica storica, oggi candidata a diventare Patrimonio Immateriale dell’Umanità UNESCO, è suffragato dalla proprietà di uno dei più grandi “fruttai” d’Italia e d’Europa, che ogni anno ospita più di 30 mila quintali di uve, vendemmiate e selezionate rigorosamente a mano. Alla cantina sono affidati oltre 700 ettari di vigneti, la maggior parte distribuiti all’interno della zona Classica, posti a diverse altitudini e caratterizzati da una grande varietà di suoli, tra le valli di Negrar, Marano, San Pietro, Fumane e Sant’Ambrogio. Di questi, circa il 20% è condotto a regime biologico, percentuale che la pone come il più grande produttore di vini organic nella zona Classica della Valpolicella.  
     
Cinque volte “Miglior Cooperativa Italiana” nella top 20 Weinwirtschaft, la cantina è stata tra le prime cooperative italiane a imbottigliare il proprio vino e a “premiumizzare” nel 1989 parte della produzione con il brand Domìni Veneti, che oggi firma vini come l'Amarone "Or'Jago", l’“Oro di Jago”; La "Casetta” e "Torbae", Valpolicella  Ripasso; "Mater", Amarone Riserva, punta di diamante della Cantina - afferma Daniele Accordini, dg ed enologo della cantina - su questa linea abbiamo convogliato le nostre risorse tecnologiche, produttive e qualitative: oggi Domìni Veneti rappresenta circa il 30% del nostro fatturato, che nel 2022 è stato di oltre 45 milioni di EUR, con un aumento del 4% rispetto al 2021. Il consumatore riconosce nella Cooperativa un produttore di peso e qualità, comprendendo che la filiera corta è la soluzione  migliore».


Nella foto: Renzo Bighignoli e Daniele Accordini

Claudio Zeni

Claudio Zeni, laureato in Letterature e Lingue straniere è nel mondo del giornalismo dall’età di 18 anni. Appassionato di sport, enogastronomia e turismo collabora con media locali, nazionali ed internazionali di settore. Tra i principali riconoscimenti giornalistici assegnatigli si ricorda il premio nazionale Gennaro Paone consegnatogli a Roma dal direttore generale dell’Enit, il I.o premio giornalistico nazionale ‘Strada del Vino del Recioto e di Gambellara’, il I.o premio ‘Primavera del prosecco’, 'Amici della Chianina', 'Premio Tarlati', 'Scandiano', 'Sant'Angelo in Vado, 'Apicio', 'La bisaccia del tartufaio', 'Burson'. Per quattro anni ha seguito l’Hong Kong Food Festival e per due ha coordinato la manifestazione nazionale Top of Golf finalizzata alla proclamazione del miglior ristorante della ‘Wine Tour Cup’ dell'Associazione 'Città del Vino'. Coordinatore della giuria e dei cuochi del concorso culinario ‘Tartufo d’oro’ di Gubbio’. Unitamente al Presidente dei Cuochi di Arezzo organizza il concorso 'Penne bruciate', giornalisti ai fornelli dove a vincere è il 'piatto peggiore'. Autore con Leone Cungi del libro ‘Sport e società a Monte San Savino (Un secolo di storia sportiva e tradizioni sul borgo toscano).

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