11 SFUMATURE DI MOSCADELLO LA (RI)SCOPERTA DEL VINO DI MONTALCINO

Prima di diventare la terra del Brunello, Montalcino è stata la patria del Moscadello, vino prodotto dalle uve aromatiche del Moscato Bianco, coltivato per secoli in tutto l’areale montalcinese.

Come buona parte delle superfici vitate della Penisola, tra la fine dell’Ottocento ed i primi del Novecento, la Fillossera non risparmia neanche le “moscadellaie” delle colline di Montalcino, e quando i contadini e i vignaioli ricostruiscono il patrimonio viticolo del territorio, il Moscato Bianco lascia spazio al Sangiovese Grosso, resistendo solo in qualche azienda, nonostante l’esortazione di Tancredi Biondi Santi ai “signori padronati a ripristinare le moscadellaie…”.

Oggi, la produzione di Moscadello sfiora le 50.000 bottiglie, appannaggio di un piccolo gruppo di aziende del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino: Banfi, Capanna, Caparzo, Caprili, Col d’Orcia, Il Poggione, La Poderina, Mastrojanni, Mocali, Tenute Silvio Nardi e Villa Poggio Salvi, custodi di una nicchia produttiva ricca di fascino e di una Storia da riscoprire a far conoscere.

Che ha acceso da tempo l’interesse di uno dei più grandi conoscitori del vino italiano nel mondo: Ian D’Agata. Divulgatore, prima ancora che critico, Ian D’Agata vive stabilmente in Cina, dove con “Teorroir Sense” racconta a milioni di wine lovers le peculiarità enologiche del Belpaese. Compreso il Moscadello di Montalcino, protagonista di una intensa giornata di studio e approfondimento, con tutti i produttori del Moscato Bianco, ed i loro vini, ospiti di Francesco Marone Cinzano a Col d’Orcia. Un momento di riflessione e confronto tra i produttori sulla piccola, ma fondamentale, denominazione di Montalcino, sul suo ruolo nel complesso mercato internazionale dei vini dolci, e sul suo futuro, tutto da costruire.

"Ciò che emerge chiaramente è un altissimo livello qualitativo, che accomuna il Moscadello di Montalcino in tutte le sue declinazioni: frizzante, tranquillo e vendemmia tardiva. È un vino molto più complesso e sfaccettato di quanto si possa immaginare, capace di stare perfettamente in equilibrio tra dolcezza e acidità - commenta D’Agata - con la sua complessità e godibilità è qualcosa di più di un semplice vino dolce, in alcuni casi ricorda un Sauternes, anche nella sorprendete capacità di invecchiamento”.

“Recuperare tradizione e storicità del Moscadello di Montalcino in ottica promozionale e contemporanea è una iniziativa lodevole e importante. Siamo convinti che attività come questa proposta dalle 11 aziende custodi del Moscadello accresca il valore dell’intera denominazione, oltre a dimostrare il grande dinamismo delle aziende di Montalcino sempre orientate alla qualità e a salvaguardare il valore tangibile e intangibile di un territorio divenuto brand enologico in tutto il mondo” ricorda il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci.

Il Pascena Moscadello di Montalcino Vendemmia Tardiva 2018 sarà protagonista a Vinitaly - insieme a tutti gli altri vini di Col d’Orcia - dal 14 al 17 aprile a Veronafiere.

Claudio Zeni

Claudio Zeni, laureato in Letterature e Lingue straniere è nel mondo del giornalismo dall’età di 18 anni. Appassionato di sport, enogastronomia e turismo collabora con media locali, nazionali ed internazionali di settore. Tra i principali riconoscimenti giornalistici assegnatigli si ricorda il premio nazionale Gennaro Paone consegnatogli a Roma dal direttore generale dell’Enit, il I.o premio giornalistico nazionale ‘Strada del Vino del Recioto e di Gambellara’, il I.o premio ‘Primavera del prosecco’, 'Amici della Chianina', 'Premio Tarlati', 'Scandiano', 'Sant'Angelo in Vado, 'Apicio', 'La bisaccia del tartufaio', 'Burson'. Per quattro anni ha seguito l’Hong Kong Food Festival e per due ha coordinato la manifestazione nazionale Top of Golf finalizzata alla proclamazione del miglior ristorante della ‘Wine Tour Cup’ dell'Associazione 'Città del Vino'. Coordinatore della giuria e dei cuochi del concorso culinario ‘Tartufo d’oro’ di Gubbio’. Unitamente al Presidente dei Cuochi di Arezzo organizza il concorso 'Penne bruciate', giornalisti ai fornelli dove a vincere è il 'piatto peggiore'. Autore con Leone Cungi del libro ‘Sport e società a Monte San Savino (Un secolo di storia sportiva e tradizioni sul borgo toscano).

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