VISTI DA VICINO - JEAN-CLAUDE MAS IL VIGNAIOLO DEL NUOVO LANGUEDOC
Jean-Claude Mas, nato in un ambiente viticolo in Linguadoca, a Pézenas, all'età di tre anni, durante la vendemmia, è scappato da sua madre e ha corso per 2,5 km per incontrare suo nonno in cantina! Questo è stato un momento che non ha mai dimenticato.
A scuola e poi all'università ha studiato economia e pubblicità, e il vino è diventato un hobby. Non importa dove viveva, era sempre coinvolto nel mondo del vino: nel nord della Francia, ha creato un club del vino, poi in Inghilterra ha creato una piccola azienda di importazione di vini biologici, infine a Miami, dove ha lavorato nel consolato per sviluppare l'importazione e la distribuzione di prodotti alimentari e vini francesi.
Nella sua vita professionale ha dedicato i primi tre anni della sua carriera alla sua seconda passione: le corse di auto e moto, ma molto presto, è tornato al suo primo amore: il vino.
All'inizio degli anni '90 ha lavorato quattro anni a Bordeaux. Questa esperienza nel mondo del vino è stata determinante, tanto quanto il suo incontro nel 1992 con uno dei più famosi enologi italiani, Giorgio Grai. Questi gli ha insegnato l'arte dell'assemblaggio e a creare vini con stile.
A metà degli anni '90 ha fatto i primi assemblaggi dei primi vini imbottigliati dalla famiglia a Nicole Estate: il primo vino era dell'annata 1995.
Jean-Claude Mas è spesso descritto come un pioniere del 'Nuovo Languedoc', appartenente alla 'Nuova Onda' dei vini francesi, uno di quelli in missione per ridare al Languedoc la sua antica gloria in una regione dove la produzione di vino risale a più di 2000 anni fa.
«Jean-Claude Mas, qual è la produzione annuale e la percentuale esportata in Italia dei suoi vini?»
«22 milioni di bottiglie di cui il 6% in Italia»
«E il vino al quale è particolarmente legato?»
«Vignes de Nicole 1999 blend di cabernet sauvignon e syrah»
«Perchè?»
«E' stata la mia prima annata, alla quale sono molto legato. Una forte emozione»
«Tre vini della sua azienda assolutamente da degustare?»
«Astelia grand vin 2011, Clos de mures 2011 e la gamma di Vignes de Nicole»
«Territorio e tecnologia un binomio vincente per le aziende vinicole?»
«Si, perché la tecnologia preserva il territorio. La tecnologia elimina l’uso della chimica e garantisce un grande controllo. La tecnologia aiuterà in futuro e aiuterà ancora di più a tutelare i territori»
« Progetti futuri della sua azienda?»
«Mi piacerebbe produrre vini adatti per i sognatori, vini che scaturiscano in ogni appassionato l’effetto wow.
Vini incredibili, che rispecchino la mentalità di questa azienda: il lusso contadino. Vini che riescono a farti viaggiare con la mente».
Claudio Zeni
Claudio Zeni, laureato in Letterature e Lingue straniere è nel mondo del giornalismo dall’età di 18 anni. Appassionato di sport, enogastronomia e turismo collabora con media locali, nazionali ed internazionali di settore. Tra i principali riconoscimenti giornalistici assegnatigli si ricorda il premio nazionale Gennaro Paone consegnatogli a Roma dal direttore generale dell’Enit, il I.o premio giornalistico nazionale ‘Strada del Vino del Recioto e di Gambellara’, il I.o premio ‘Primavera del prosecco’, 'Amici della Chianina', 'Premio Tarlati', 'Scandiano', 'Sant'Angelo in Vado, 'Apicio', 'La bisaccia del tartufaio', 'Burson'. Per quattro anni ha seguito l’Hong Kong Food Festival e per due ha coordinato la manifestazione nazionale Top of Golf finalizzata alla proclamazione del miglior ristorante della ‘Wine Tour Cup’ dell'Associazione 'Città del Vino'. Coordinatore della giuria e dei cuochi del concorso culinario ‘Tartufo d’oro’ di Gubbio’. Unitamente al Presidente dei Cuochi di Arezzo organizza il concorso 'Penne bruciate', giornalisti ai fornelli dove a vincere è il 'piatto peggiore'. Autore con Leone Cungi del libro ‘Sport e società a Monte San Savino (Un secolo di storia sportiva e tradizioni sul borgo toscano).
