VISTI DA VICINO - EDOARDO MOTTINI JACOROSSI CEO DI FATTORIA DELLA TALOSA

La famiglia Jacorossi è proprietaria dell'azienda vitivinicola Fattoria della Talosa di Montepulciano (Si) dal 1972. Tutto ha inizio da un’intuizione di Angelo Jacorossi, imprenditore romano, alla ricerca di un buen ritiro dove stemperare la frenesia della vita cittadina: si innamora di Montepulciano, di una piccola cantina e di un angolo di terra con cui stringerà un legame tutt’ora indissolubile. Negli anni, la piccola cantina è cresciuta, Talosa oggi è un’azienda e questo “angolo di terra” è una meraviglia di 33 ettari di vigneti.

Per la nostra rubrica 'Visti da vicino' siamo andati a trovare Edoardo Mottini Jacorossi, CEO di Fattoria della Talosa.

«Edoardo, quanti anni hai?»
«34 anni»

«Segno zodiacale?»
«Leone»

«Da quanti anni sei nel mondo del vino?»
«10 anni»

«Il tuo ruolo nella Fattoria Talosa?»
«Amministratore Delegato»

«A quale vino dell'azienda Talosa sei particolarmente legato?»
«Nel mio percorso in Talosa ho vissuto vicende che mi legano a più di un vino che produciamo, ma dovendone scegliere uno è il Riserva, con particolare riferimento all’annata 2010.  Il Riserva perché a mio parere è il vino che maggiormente rispecchia l’identità dell’azienda e del territorio e l’annata 2010 perché è stata la prima vendemmia che ho seguito dal vivo e per me è un ricordo indelebile».

«E quale vino rispecchia il tuo carattere?»
«A questa domanda mi viene da rispondere in modo impulsivo dicendo il Filai Lunghi. Un vino caldo e potente, complesso ma chiaro e deciso, rispecchia la mia personalità passionale».

«Quante bottiglie produce Talosa ogni anno?»
«Circa 100.000 bottiglie l’anno».
 
«In percentuale la distribuzione della Vostra produzione tra il mercato interno ed estero?»
«Storicamente abbiamo sempre esportato la maggior parte del nostro prodotto, ma penso che se un’azienda deve avere basi solide ambisce ad avere un ambizioso futuro e quindi abbiamo rivolto le nostre energie nell’ampliare la nostra rete commerciale in Italia. Pre-covid avevamo riscontrato una situazione bilanciata tra export e consumo domestico, nel 2020 invece abbiamo constatato un forte sbilanciamento verso l’export, anche se con volumi sempre molto esigui».

«L'annata di Nobile di Montepulciano di Talosa che è per te indimenticabile?»
«In termini degustativi la 1982. Ho approcciato la degustazione sapendo che avrei bevuto un vino con 32 anni di affinamento e la sorpresa è stata immensa, un vino con ancora tantissima vitalità ed equilibrio, con profimi maturi e ben distinguibili, una vera emozione. Se parliamo invece di annate che ho vissuti penso alla 2015, penso a quest’annata per le condizioni climatiche decisamente favorevoli alla nostra microzona e per la squadra di vendemmiatori che collaborava con noi al tempo, è stata davvero una stagione unica per me».

«In sintesi raccontaci della Cantina storica di Talosa?»
«E’ l’anima dell’azienda, non solo per la sua bellezza e quindi per il richiamo che esercita verso i turisti e gli eno-appassionati (nel 2018 abbiamo ospitato in cantina storica 15.000 persone), ma anche per la sua importanza storica. Tralasciando il fatto che la cantina veniva utilizzata già in periodo etrusco, per poi servire diversi scopi come via di fuga per i nobili poliziani in caso di invasioni barbariche fino ad essere utilizzato come bunker antiaereo nella seconda guerra mondiale, ma per il fatto che prima della costruzione della nuova cantina presso i nostri vigneti, tutte gli uffici e le operazioni di cantina venivano svolte in questo luogo. Oggi viene ancora utilizzata per l’affinamento in botte grande e grazie alle nostre due splendide sale degustazioni siamo in grado di offrire ai nostri amici un’esperienza davvero unica e suggestiva».

«Il futuro del mondo del vino?»
«Nell’ultimo decennio ho potuto constatare una grande affluenza di capitali in questo mercato, e devo dirlo, spesso da parte di imprenditori che con il vino e con l’agricoltura non hanno vai avuto a che fare. Il risultato è che oggi il mercato è inondato di prodotti di media e scarsa qualità e che sono difficili da vendere, ciò si tramuta in una guerra al ribasso per tentare di svuotare i magazzini ma il risultato è che tantissime piccole e medie aziende si trovano in grosse difficoltà. Penso che quindi una buona fetta di queste aziende verranno assorbite da grandi gruppi che nel futuro costituiranno un oligopolio frazionato da qualche PMI storiche, con forte brand ed altissima qualità».

www.talosa.it

Nella Foto Edoardo con Angelo Jacorossi

 

Claudio Zeni

Claudio Zeni, laureato in Letterature e Lingue straniere è nel mondo del giornalismo dall’età di 18 anni. Appassionato di sport, enogastronomia e turismo collabora con media locali, nazionali ed internazionali di settore. Tra i principali riconoscimenti giornalistici assegnatigli si ricorda il premio nazionale Gennaro Paone consegnatogli a Roma dal direttore generale dell’Enit, il I.o premio giornalistico nazionale ‘Strada del Vino del Recioto e di Gambellara’, il I.o premio ‘Primavera del prosecco’, 'Amici della Chianina', 'Premio Tarlati', 'Scandiano', 'Sant'Angelo in Vado, 'Apicio', 'La bisaccia del tartufaio', 'Burson'. Per quattro anni ha seguito l’Hong Kong Food Festival e per due ha coordinato la manifestazione nazionale Top of Golf finalizzata alla proclamazione del miglior ristorante della ‘Wine Tour Cup’ dell'Associazione 'Città del Vino'. Coordinatore della giuria e dei cuochi del concorso culinario ‘Tartufo d’oro’ di Gubbio’. Unitamente al Presidente dei Cuochi di Arezzo organizza il concorso 'Penne bruciate', giornalisti ai fornelli dove a vincere è il 'piatto peggiore'. Autore con Leone Cungi del libro ‘Sport e società a Monte San Savino (Un secolo di storia sportiva e tradizioni sul borgo toscano).

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