Tipicità a chilometro vero on the road: il MEC a Morimondo

Domenica 9 Settembre il Mercatino Enogastronomico della Certosa torna sulla Strada delle Abbazie con il suo catalogo di eccellenze food&wine

Dalle 9 alle 19

Per informazioni 347 7264448; www.agenziareclam.it

Morimondo, Settembre 2018. Il farmers’ market della Certosa di Pavia altresì detto MEC torna on the road: l’appuntamento è per domenica 9 Settembre in via Roma, sulla strada che porta alla bellissima abbazia romanica lombarda, con la sua vetrina di sapori genuini a chilometro vero.

Cultura del gusto ma anche l’occasione per una gita fuori porta a conoscere la grande bellezza di un gioiello a portata di mano come l’Abbazia di Morimondo, alle porte di Milano: nella seconda domenica di Settembre foodies e turisti della domenica potranno non solo assaggiare prodotti food&wine DOP, DOC e IGP provenienti dal Pavese, dalla Lomellina, dall’Oltrepo, dal Monferrato ma anche fare una visita guidata dell’orto delle erbe officinali dell’Abbazia (ogni ora dalle 14,30 alle 16,30), ammirare il bellissimo chiostro o ancora visitare il complesso monastico accompagnati da una guida (ogni ora dalle 15 alle 17).

Nella vetrina del MEC prodotti a filiera corta: funghi, riso, succhi di frutta e salse, confetture e composte, miele, specialità casearie di latte vaccino e per quanti tengono d’occhio il tasso di colesterolo, anche di pecora e capra. Non mancheranno Varzi DOP (prodotto con l’utilizzo del filetto che è la parte più pregiata del maiale) e salame d’oca di Mortara IGP, pregiata produzione lomellina. Lomellina ancora protagonista tra i banchi del MEC con i prosciutti ed il paté di fegato d’oca. E ancora tisane, vini, distillati, grappe, digestivi, liquori e creme per torte e gelati, miele, riso, verdura, frutta, olio e conserve dalla Sicilia. Per i golosi del dolce le pluripremiate offelle di Parona.

Il MEC tornerà a Morimondo il 14 Ottobre 2018.

L'Abbazia di Morimondo fu fondata nel 1136 dai cistercensi provenienti dal monastero francese di Morimond, i quali, trapiantati in Lombardia, conservarono il nome della loro abbazia madre (da "mora", parola della bassa latinità = palude). La basilica, sorta in periodo successivo alla costruzione del monastero (dal 1182), è oggi il monumento di maggior importanza di Morimondo. Rispecchia il disegno delle chiese cistercensi voluto da S. Bernardo: grandiose e solenni in contrasto con l'austerità e la povertà della vita dei monaci, cui è attribuito il merito di aver intrapreso l'opera di bonifica e valorizzazione agricola del territorio. L'esterno in mattoni è in stile gotico francese con elementi romanico-lombardi. La facciata presenta un taglio a capanna; il portale è preceduto da un pronao (porticato posto davanti alla chiesa) aggiunto nel 1736. Un rosone centrale, bifore, aperture cieche e altre a cielo aperto definiscono la parte superiore, coronata da una fila di archetti che continuano sui fianchi. L'interno di forma basilicale, a 3 navate su pilastri con volte a crociera, con transetto e abside rettangolare. Opere: entrando a destra si nota una magnifica acquasantiera trecentesca con rosoni e teste fantastiche. Degno di nota il coro, commissionato dai monaci di Settimo Fiorentino, stabilitisi a Morimondo nel 1490, all'intagliatore abbiatense Francesco Giramo, che lo concluse nel 1522.

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Simonetta Tocchetti

Giornalista free lance, la comunicazione è il mio pane. Insieme ad essa la passione e la curiosità per il cibo ed il vino che non nascono per caso, soprattutto se si nasce in una famiglia dove la condivisione e la cucina sono gesto d’amore e accoglienza. Forse non è necessario cercare una ragione o un motivo, ma se dovessi dare una risposta al perché di questa passione direi che sta nel non essere mai uguali, nel rappresentare un territorio, la sua storia, le sue risorse. Da qui la curiosità e la ricerca di ciò che è buono e tipico in ogni parte del mondo, in ogni luogo dove le genti del luogo e quelle arrivate lì per restare - o ancora di passaggio per raggiungere nuove vite – hanno lavorato le ricchezze della terra per trasformarle in una cucina con una sua propria identità. Quanto al vino, la sua capacità di raccontare tante storie: i profumi ed i sentori che porta con sé ad ogni sorso e ad ogni bottiglia, il territorio che esprime, le persone che lo producono . Federico Fellini diceva che il vino “è nuovo ad ogni sorso e, come avviene con i film, nasce e rinasce in ogni assaggiatore”: il che è profondamente vero e questa verità riesce a stupirmi ogni volta che entro in contatto con questo mondo.

simonetta.tocchetti@libero.it

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