Successo per Fud Bottega Sicula a Milano

A due mesi dall’apertura di Fud Bottega Sicula a Milano è già tempo di bilanci: sì perché se per Catania e Palermo il format ha significato una novità assoluta la piazza meneghina ha rappresentato una scommessa non da poco. La scommessa, va detto subito, è stata vinta: nonostante l’apertura in piena estate, quando i milanesi sono solitamente fuori città, nei locali di Via Casale al civico 8 sono transitate mediamente cinquecento persone al giorno.
Un flusso continuo di clienti che si è ripartito tra chi ha scelto di apprezzare i piatti, semplici e contemporanei per un'esperienza gastronomica goduriosa e senza fronzoli, negli spazi esterni (a due passi dal Naviglio Grande), in quelli interni (ricavati dalla ristrutturazione di una falegnameria in disuso e climatizzati) o approfittando dell’asporto nei pratici box (o bocs come li chiamano a Fud).
Anche a Milano, così come a Catania e Palermo, i due piatti preferiti e maggiormente ordinati sono stati il Bec Burgher, con carne di manzo siciliano e guanciale di suino dei Nebrodi, e lo Shek Burgher, con la carne d’asino di Chiaramonte Gulfi (RG) e mozzarella di bufala affumicata.


Un successo, quello dell’avventura imprenditoriale del vulcanico Andrea Graziano che a Milano si è avvalso della collaborazione dei fratelli Vittorio e Saverio Borgia, anche mediatico che ha fatto registrare un incremento di oltre il 20% sul fatturato dei Fud siciliani. Ma non solo: gli stessi produttori (artigiani rigorosamente trinacri) delle materie prime, spesso uniche, che ogni giorno raggiungono la dispensa e gli scaffali di Fud hanno, di conseguenza, constatato un aumento dei volumi di merce fornita e del relativo fatturato.


«Fud Bottega Sicula a Milano – ha spiegato Andrea Graziano – è diventata anche il punto di riferimento per gli addetti del mondo della ristorazione. Questo perché, avendo una cucina che chiude tardi e che offre spesso la possibilità di scoprire ingredienti nuovi, si presta ad ospitare cuochi e brigate».

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Roberto Vitali

Laureato in Lettere alla “Cattolica” di Milano, ho cominciato durante l’università a scrivere per il quotidiano della mia città, “L’Eco di Bergamo”, al quale – pur essendo oggi in età di pensione – continuo a collaborare sia sul cartaceo che sul sito web. Sono stato addetto stampa di enti pubblici, direttore di Teleorobica, direttore-editore del mensile “Bergamo a Tavola” (1986-1990) poi trasformato in “Lombardia a Tavola” (1990-2002) e poi venduto (oggi vive ancora trasformato in "Italia a Tavola"). Mi sono sempre occupato, oltre che della cronaca bianca della mia città, di enogastronomia e viaggi. Ho collaborato alla Rai-Gr1, vinto premi giornalistici in tutta Italia e scritto qualche libretto, tra cui “La cucina bergamasca – Dizionario enciclopedico” e una Guida dei ristoranti di Bergamo città e provincia. Mi piace l’Italia e tutto quello che di buono e bello sa offrire. Spero, con i miei scritti, di continuare a farla amare da tanti altri lettori. 338.7125981

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