ROOTS, UN RISTORANTE CON PROFONDE RADICI

Le seducenti creazioni del giovanissimo chef Alessandro Gentile

Una cucina solida e autentica in un ambiente dal rigore minimalista quasi nordico. Il nuovo indirizzo da segnarsi nel èproprio carnet di viaggio, a Roma, è Roots, il regno dello chef Alessandro Gentile.  Giovanissimo, classe 1993,  vanta nel suo curriculum già esperienze significative tra cui quella de Il Pagliaccio, lo storico ristorante 2 stelle Michelin capitolino, guidato da Anthony Genovese. La voglia di fare c'è, e così si realizza il sogno di mettersi in proprio aprendo un ristorante tutto suo, coadiuvato in sala dalle sorelle  Giulia e Cecilia. 

La scelta è volutamente improntata ad un rapporto diretto con la clientela, di stampo puramente confidenziale con un numero limitato di coperti, circa 30 all’interno e 20 esterni.


La cucina è l'autentica espressione della visione di Chef Alessandro: lavorazioni di proteine animali ma un ruolo da protagonista per il vegetale che, dalla casa di Tivoli, arriva fino a Prati. Alessandro, infatti, cura personalmente il suo orto da cui raccoglie i migliori prodotti stagionali da offrire ai suoi ospiti: biete, dragoncelli, finocchi, broccoli, cavoli rapa. Dai piatti trapelano sfumature orientali nelle tecniche, nordiche nella mise en place ma del territorio nella scelta della materia prima. Il suo è un approccio zero waste (gli sprechi alimentari vengono azzerati con la rielaborazione degli scarti) e che preserva la naturale purezza degli elementi che lavora, senza alterare l’ingrediente principale. È per questo che predilige la cottura alla brace perché, tra le tante, è la meno invasiva, la più sincera tecnica di cottura che si possa riservare ad un prodotto di alta qualità. 

Tra i piatti più rappresentativi della sua cucina: Funghi cardoncelli alla brace e cioccolato bianco; Cozze allo spiedo, cachi e pancetta tesa; Seppia, spuma di cavolfiore e limone bruciato; Tubetti (Pastificio Molini del Ponte), salsa di cavolo nero e spigola marinata; Tortellini di zucca arrosto e polvere di miso; Animella cotta alla brace, latte caramellato e topinambur e una dolce chiusura con latte e fieno.  


Ogni elemento del menu viene sapientemente lavorato e viene poi introdotto a tavola con il cestino del pane firmato da Martina che, nata come pizzaiola e con alle spalle alcune esperienze lavorative, era arrivata a Roma per apprendere tutti i segreti della panificazione perfetta, al fianco di Gabriele Bonci. Una passione e un talento che si tramuta in pani con farine Mariani e lievito madre a lunga lievitazione, focacce genovesi e grissini multicereali, creati dall’unione di grani diversi e semi (lino e girasole). Un indirizzo naturale, dove ogni elemento della cucina e il rapporto con il cliente, è diretto e sincero, senza intromissioni artificiali. Così è anche per le birre (artigianali e prodotte in Italia) e i vini, circa 30 etichette solo naturali e del territorio, che variano continuamente seguendo le proposte dalla cucina. 

Photo credits. CoffeAndLucas/MyMediStudio)
 

0 Commenti

Lascia un commento

Acconsento al Trattamento dei miei dati Personali nel rispetto del reg. 2016/679/UE e dichiaro di avere letto l'informativa sulla Privacy

Sabino Cirulli

Acconsento al Trattamento dei miei dati Personali nel rispetto del reg. 2016/679/UE e dichiaro di avere letto l'informativa sulla Privacy
Accetto di ricevere informazioni in merito a promozioni, news ed eventi relativi a questo sito in conformità al nuovo reg. 2016/679/UE sulla Privacy.