Romans Langobardorum: sesta edizione, nel nome di Alboino

Da oggi, 18 maggio, a domenica 20, Romans d'Isonzo ospita la sesta edizione di "Romans Langobardorum", rievocazione storica, quest'anno intitolata "Alboino, tra storia e mito", organizzato da Invicti Lupi e Romans Langobardorum.

Il cosiddetto "Re eroe" condusse la sua gente nel 568 d.C. ad invadere la penisola italica: a 1450 anni da quell'avvenimento che ebbe importanti conseguenze - un popolo intero migrò dall'antica Pannonia e, passando attraverso l'antico Friuli, occupò dapprima il nord Italia e finì per arrivare fino nel profondo Meridione – si riporta l'attenzione sulla storia attraverso spettacoli ed approfondimenti culturali.

Nell’area ad ingresso libero, si tengono conferenze, spettacoli ed esibizioni di combattimento, dimostrazioni di arcieria, attività e laboratori didattici; sono proposte visite guidate, visite al museo civico archeologico, cucina longobarda e chiosco fornito di specialità dell’epoca, musica dal vivo e un mercato dell’antico; partecipano svariati gruppi di rievocazione storica provenienti dall'Italia e dall'estero.

Per maggiori informazioni e programma dettagliato: pagine social "Invicti Lupi" e "Romans Langobardorum" e il sito web: www.invictilupi.org

Il video trailer della rievocazione è disponibile sul canale you tube: https://youtu.be/aGtqR8P0tyQ "Invicti Lupi - Historical Short Movie".

E per prepararsi ad assaggi d’epoca, ecco qualche notizia, sebbene ricettari veri e propri, tramandati, manchino, e la ricostruzione delle abitudini alimentari altomedioevali si basa

su documenti diversi, ad esempio contratti agrari, canoni di affitto, opere naturalistiche e mediche. Il buon maiale era… buono anche al tempo; si conservava tramite essicazione

salagione o affumicatura. Sulle tavole di alto loco era servita anche la cacciagione, sulle mense inferiori bolliti di carne, spezzatini in umido arricchiti da salse molto speziate, uccelli di palude o di stagno. I poveracci dovevano accontentarsi di zuppe di cereali, legumi, ortaggi, uova.

Apprezzato era anche il pesce, soprattutto per la dieta dei cristiani giorni di magro; ricche dimore e grandi complessi monastici possedevano vivai ittici per allevare lasche, carpe, ghiozzi. Si consumavano, a seconda delle zone italiche di pesca, alici, anguille, lucci, lamprede, salmoni, storioni e molluschi e i crostace, nonchè rane.

Una cucina non certo preparata secondo il palato odierno, ma già antesignana della varietà che ha consolidato, nei secoli, la bontà della dieta mediterranea e della gastronomia nazionale.

Alessandra Moro

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Alessandra Moro

di radici friulane, è nata a Verona sotto il segno dei Pesci. Ha un fiero diploma di maturità classica ed una archeologica laurea in Lettere Moderne con indirizzo artistico, conseguita quando “triennale” poteva riferirsi solo al periodo in cui ci si trascinava fuori corso.
Giornalista dell’ODG Veneto, lavora nel mondo della comunicazione stampa & tv; già collaboratrice per Corriere Veneto e per L'Arena - nelle pagine dedicate a cultura e spettacolo e al gusto - e per riviste di settore, ricopre da anni anche incarichi di ufficio stampa, ora insieme a Emma Sofia che, nata nel 2010, è diventata la più vicina, imprescindibile assistente.
Appassionata lettrice ed appassionata cuoca, adora i formaggi (abbinati ai vini).

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