Perchè ti piace la carne? A dodici anni ti rispondo (spontaneamente) così

Una obiettiva educazione alimentare non abolisce la carne, ma indirizza a corrette scelte e consumi

Durante un pranzo di famiglia, tanti anni fa, lo zio Licio, osservando il mio piatto di parmigiano grattugiato con qualche spaghetto, mi disse che da grande avrei dovuto sposare un casaro, tale era la mia passione per il formaggio. Nella realtà successiva, mio marito andava in sollucchero per il coniglio alla ligure di sua madre, per lo spezzatino della suocera e per le rastrelliere di costine che allegramente grigliava al Weber.

Nostra figlia, dunque, è cresciuta nell’assoluta democrazia alimentare, accompagnata da un robusto appetito, complice una intensa attività sportiva. Poco tempo fa ha partecipato ad una competizione scolastica, sfida a remoergometro: la sua squadra si è classificata prima e il “premio” che mi ha chiesto è stato un filetto di carne rossa a cena; ho ripensato a me, alla sua età – vedi sopra – e ho sorriso, pensando a come una mela possa davvero cadere lontana dall’albero.

Perchè ti piace la carne? La pupa ha risposto: «Per il suo gusto particolare: ce ne sono tante varietà e ognuna ha il suo sapore, anche a seconda della cottura».

Quanta credi ne vada mangiata alla settimana? «Dipende dal tipo: se penso ai panini che si portano a scuola, allora quasi ogni giorno c’è l’affettato, evviva prosciutto e mortadella, ma so che bisogna variare. E bistecche non ogni giorno». Perché? «Perché fa bene mettere un po’ di tutto a tavola: anche verdure, pesce, uova».

Sai per quale motivo è consigliato mangiare anche carne (e più bianca che rossa), oltre alla verdura, frutta, pesce, uova, formaggi? «Perché è ricca di proteine e dà energia».

Tra tutti i tuoi tanti amici, compagni di classe, compagni di sport, quanti mangiano carne? «Tutti!».

Aldilà di questo siparietto familiare (totalmente autentico) sui gusti, ciò che conta - possibilmente ogni giorno - è la qualità, la varietà, la misura; in altri termini, il buon senso, condito da un’informazione scientifica attendibile, che aiuti a seguire una dieta equilibrata e sana, lontana dagli estremismi che, in politica come a tavola, sono sempre deleteri, a maggior ragione quando sono generati da scelte etiche, ambientaliste, religiose o legate alle mode del momento: legittime, ma non prioritarie, quando è in ballo la salute.

Si può fare prevenzione rispetto ai disturbi alimentari giovanili (anoressia, bulimia nervosa e binge-eating i più diffusi), creando anche una base di cultura dell’alimentazione per la vita adulta? Certamente e in molti modi. Numerosi istituti comprensivi italiani supportano la conoscenza della dieta mediterranea fin dalle elementari; MaestraNatura, ad esempio, è un progetto per la promozione di corretti stili di vita rivolto alla scuola primaria e secondaria di 1° grado, realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con il Ministero della Salute https://www.maestranatura.org/#/app

Lo stesso Ministero ha anche intrapreso il progetto EST DIEM/Dieta Mediterranea all’Estero progetto EST DIEM /Dieta Mediterranea all’Estero, nel contesto della Decade ONU (2016-2025) di azioni per porre fine alla fame e alla malnutrizione in tutte le sue forme e ridurre il peso delle malattie croniche non trasmissibili, come il diabete, le malattie cardiovascolari e alcuni tipi di tumori. Il tutto inquadrato nell’Agenda 2030, obiettivi 2 2 e 12 12 in particolare.

Il decennio è agli sgoccioli: dal canto suo, il nostro Paese sta portando avanti il piano di educazione e sensibilizzazione sulle caratteristiche di una dieta sana, con focus sui disturbi alimentari; destinatari sono gli studenti delle scuole italiane all’estero che fanno parte del Sistema della Formazione Italiana nel Mondo.

Il primo appuntamento si è tenuto lo scorso gennaio all’Istituto Italiano Statale Comprensivo Edoardo Amaldi di Barcellona, seguito a febbraio dall’Istituto Italiano Statale Leonardo da Vinci di Parigi e, a marzo, con dal liceo Vilfredo Pareto di Losanna. Agli studenti sono stati proposti specifici modelli e contenuti didattici relativi alla Dieta Mediterranea: patrimonio Unesco per la sua referenzialità, ove, accanto al giusto protagonismo di verdura e frutta, non manca un ruolo per il formaggio… ed il filetto.

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Alessandra Moro

Alessandra Moro

di radici friulane, è nata a Verona sotto il segno dei Pesci. Ha un fiero diploma di maturità classica ed una archeologica laurea in Lettere Moderne con indirizzo artistico, conseguita quando “triennale” poteva riferirsi solo al periodo in cui ci si trascinava fuori corso.
Giornalista dell’ODG Veneto, lavora nel mondo della comunicazione stampa & tv; già collaboratrice per Corriere Veneto e per L'Arena - nelle pagine dedicate a cultura e spettacolo e al gusto - e per riviste di settore, ricopre da anni anche incarichi di ufficio stampa, ora insieme a Emma Sofia che, nata nel 2010, è diventata la più vicina, imprescindibile assistente.
Appassionata lettrice ed appassionata cuoca, adora i formaggi (abbinati ai vini).

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