NO AL VINITALY A GIUGNO:CRESCE LA PROTESTA
Si stanno moltiplicando le prese di posizione contrarie allo svolgimento del Vinitaly nel prossimo mese di giugno. Pubblichiamo la lettera inviata dall’azienda Bellenda di Vittorio Venete (una delle importanti produttrici di Prosecco Docg) ai massimi responsabili di Veronafiera spa. Ecco il testo.
Alla cortese attenzione del Presidente e del Direttore Generale
e, p.c., organi di stampa del settore vitivinicolo.
Gentilissimo Dott. Danese, gent.mo Dott. Mantovani,
Vi scriviamo per manifestarvi la nostra preoccupazione riguardo un possibile insuccesso di
pubblico professionale per il prossimo Vinitaly, nel momento in cui la manifestazione si realizzasse davvero durante il prossimo mese di giugno.
La nostra azienda, come molte altre del settore, ha una quota export discretamente elevata, pari a circa il 50% del fatturato e sviluppata in quasi trenta paesi di tutto il mondo, una delle ragioni per cui abbiamo frequenti, quasi quotidiani, rapporti con il mondo degli importatori. In questi ultimi due mesi abbiamo avuto molte e crescenti indicazioni da parte dei nostri maggiori distributori, abituali frequentatori di Vinitaly, riguardo alla loro intenzione di partecipare alla manifestazione: nessuno, a parte un piccolo importatore russo, ci ha manifestato intenzione di venire a Verona a giugno.
Oltretutto, vorremmo anche farvi presente che le decisioni in merito al mercato 2020 sono
già state prese dai nostri importatori e la fiera in giugno sarebbe quindi inutile per molti di loro. Si aggiunga a questo l’attuale evoluzione della situazione in Italia, con i gravi e ben noti problemi di carattere sanitario, che ci inducono a ritenere, con una buona approssimazione, la non partecipazione anche degli operatori italiani, i quali, posto che si risolva la questione COVID-19 come tutti ci auguriamo, avranno ben altro da fare che non venire in fiera in pieno periodo estivo.
Vogliamo forse una fiera frequentata da “appassionati”? Per quanto ci faccia piacere dialogare con chiunque e avere feedback sui nostri prodotti anche da persone non direttamente coinvolte nel circuito commerciale o da semplici consumatori, vi facciamo notare che l’investimento importante che facciamo in quella che forse è la maggiore tra le fiere del vino al mondo non sarebbe assolutamente giustificabile. Neppure, crediamo, lo sarebbe per Veronafiere, i cui sforzi per rendere Vinitaly una vera fiera professionale ci sono ben noti e abbiamo apprezzato sempre di più negli anni: si rischierebbe di tornare indietro, ai tempi in cui molti la consideravano una sorta di Festa del Vino, piena dei noti problemi che fortunatamente ci siamo lasciati alle spalle.
Da espositori di lungo corso, il nostro primo Vinitaly risale infatti al lontano 1988, vi
raccomandiamo caldamente di riconsiderare l’opportunità di riportare la manifestazione nel suo periodo naturale di aprile, intendendo con questo l’aprile del 2021.
Da imprenditori ci rendiamo conto che questa cancellazione della manifestazione potrebbe
portare qualche problema di bilancio per Veronafiere S.P.A. e destabilizzare alcuni equilibri, stante l’importanza di Vinitaly per il tessuto economico veronese, ma nel contempo vorremmo significarvi la credibile possibilità che la manifestazione si risolva in un insuccesso clamoroso per gli espositori, quelle centinaia e centinaia di cantine che sono i veri stakeholder della fiera.
Da ultimo, vorremmo portarvi a conoscenza del fatto che la maggior parte delle imprese
medio piccole, quelle cantine che sono il vero motore del Vinitaly, visto che è per queste imprese che vengono i visitatori e non certo per quelle poche grandi aziende strutturate con uffici export e viaggiatori dedicati che in ogni caso i clienti li visitano a prescindere da una fiera. Queste medio piccole imprese con le quali siamo in contatto quotidianamente, manifestano le nostre stesse perplessità, stante lo squilibrio assoluto nel rapporto costi-benefici di una fiera organizzata in queste condizioni assolutamente emergenziali.
Siamo certi che vorrete invitarci a “scommettere” su un risultato positivo, ma ci preme
sottolineare che le “scommesse” non sono parte del DNA di un imprenditore. Un’impresa investe, a volte rischia a ragion veduta, ma non scommette mai. Pur comprendendo le pressioni alle quali siete sottoposti dagli enti e ambienti locali, i soli forse che trarrebbero vantaggio dalla manifestazione, pure se questa si rivelasse un insuccesso per
gli espositori, vi chiediamo cortesemente di considerare il punto di vista di un’azienda che, per quanto piccola, fa parte di quel tessuto imprenditoriale che fa grande il mondo del vino italiano. Certi della vostra attenzione, vi porgiamo i nostri più distinti saluti.
Umberto Casagrande Cosmo
Bellenda srl – Vittorio Veneto
NELLA FOTO, UMBERTO CASAGRANDE COSMO
Roberto Vitali
Laureato in Lettere alla “Cattolica” di Milano, ho cominciato durante l’università a scrivere per il quotidiano della mia città, “L’Eco di Bergamo”, al quale – pur essendo oggi in età di pensione – continuo a collaborare sia sul cartaceo che sul sito web. Sono stato addetto stampa di enti pubblici, direttore di Teleorobica, direttore-editore del mensile “Bergamo a Tavola” (1986-1990) poi trasformato in “Lombardia a Tavola” (1990-2002) e poi venduto (oggi vive ancora trasformato in "Italia a Tavola"). Mi sono sempre occupato, oltre che della cronaca bianca della mia città, di enogastronomia e viaggi. Ho collaborato alla Rai-Gr1, vinto premi giornalistici in tutta Italia e scritto qualche libretto, tra cui “La cucina bergamasca – Dizionario enciclopedico” e una Guida dei ristoranti di Bergamo città e provincia. Mi piace l’Italia e tutto quello che di buono e bello sa offrire. Spero, con i miei scritti, di continuare a farla amare da tanti altri lettori. 338.7125981
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