Maso Warth, dove la vite è paesaggio: qui nascono i vini d'autore dei Moser. Cin cin al Rosé nel museo dedicato a Francesco
Prima il brindisi o prima l'autografo? Francesco Moser, gradisce entrambi. Nonostante la scorza dura che gli attribuivano in gara (lo chiamavano lo "sceriffo") il pluricampione trentino non ha mai perso il gusto della semplicità e della convivialità. Il suo carattere rustico e franco viene sempre fuori...
Salire a Maso Warth, a Gardolo, sopra Trento, già è una gioia per gli occhi visti i paesaggi che si attraversano: sotto c'è la città e oltre ci sono i terrazzamenti audaci della Val di Cembra. I vini dell'azienda Moser (con Francesco c'è il figlio Carlo e l'enologo è il nipote Matteo) nascono in questo suggestivo e pittoresco angolo del Trentino. Non a caso Francesco ama dire che i vini dell'azienda Moser sono un'espressione schietta del territorio dove crescono le viti che li generano.
I vini della linea Warth - di cui fanno parte i "fermi" - di recente hanno cambiato etichetta, quella nuova è stata creata dall’artista Paolo Tait che ha giocato su su uno stile leggero ed essenziale.Protagonisti della giornata, naturalmente, anche i vini. Passione che in casa Moser è vissuta da generazioni. Prima di Checco, erano stati i fratelli Aldo e Diego a farsi conquistare dal lavoro in vigneto e in cantina.
“I vini Warth sono l’espressione più sincera di questa nostra terra - ama dire Carlo Moser, uno dei tre figli del campione - Una terra che va dai ripidi terrazzamenti della Val di Cembra (dove sorge Palù di Giovo, il paese natale dei Moser, anche di Diego e Aldo, pure loro ciclisti-contadini), alle dolci colline affacciate su Trento”. Terre comunque spettacolari, che l’uomo ha saputo domare con il suo paziente lavoro.
Il logo Warth disegnato da Paolo Tait è un tratto solcante, deciso e profondo – commenta Carlo Moser, che si occupa della gestione della Cantina – è il frutto di un singolo gesto energico e veloce, ma che porta con sé il peso sedimentario della produzione artistica di un’intera vita. Un segno inconfondibile che incarna il carattere dei nostri vini”.
Il nome ‘Warth’, toponimo delle antiche mappe catastali austro-ungariche, indica il magnifico anfiteatro di vigneti situato sulla collina di Gardolo di Mezzo, affacciato sulla città di Trento. Qui è situato il cuore produttivo dell’azienda Moser, costituito dalla moderna cantina per l’affinamento, i locali per lo stoccaggio e la sala degustazione. I vini fermi Warth appartengono alle denominazioni Trentino Doc e Vigneti delle Dolomiti Igt e comprendono Gewürztraminer, Riesling Renano, Moscato Giallo, Müller Thurgau, Lagrein, Teroldego e la sua riserva, Rubro.
Vini freschi, diretti. Sebbene la selezione Warth contempli sette etichette differenti, la mano di Matteo Moser, enologo e agronomo della cantina emerge in ogni bottiglia. “Alla base di ognuno dei vini della linea Warth c’è la volontà di esaltare le caratteristiche intrinseche del territorio in cui nascono le uve. Per questo motivo orientiamo la ricerca enologica verso il pieno rispetto della materia prima e all’equilibrio in fase di fermentazione, vinificazione e affinamento. Questo è lo spirito della nostra storia vignaiola, l’anima del nostro fare, l’identità Moser”. Non può mancare in cantina dai Moser anche un buon calice di spumante: il Brut Natire 2015 ha ottenuto i "Tre bicchieri" nella guida "Vini d'Italia 2022" del Gambero Rosso. Ma non può mancare il il Trento Brut 51,151, che ricorda il record dell'ora stabilito da Moser nel 1984, strappandolo 12 anni dopo nientemenio che a Eddy Merckx.
La visita in cantina è l'occasione giusta per per visitare il museo personale dedicato alla straordinaria carriera ciclistica di Francesco, dove poi le emozioni tracimano. Una galleria di memorabilia di valore che vanno dalla bici del record dell’ora (il 51,151 km/ora rimasto imbattuto per anni e stabilito a Città del Messico il 23 gennaio 1984) alle varie maglie rosa, gialle, iridate… Alle tante medaglie conquistate ai mondiali, sia su pista che su strada. Trofei e ricordi: tutto davanti agli occhi, da ammirare, persino da toccare se si volesse! E poi la pietra di pavé che spetta al vincitore della mitica Parigi - Roubaix e che Moser ha portato a casa tre volte. Tanta roba… Oggetti che fanno strizzare il cuore.
Checco Moser brinda (guarda caso con il Rosé... quasi per evocare le sue tante maglie rosa) e poi inforca la bici: lo hanno chiamato dall'altra parte dell'azienda e si fionda in discesa, la sua spcialità. Quanta agilità e freschezza atletica nei suoi 71 anni. Francesco Moser è ancora un atleta, dentro e fuori...
RENATO MALAMAN
Collabora con Rai Radio Uno, come esperto di turismo nella trasmissione "Tra poco in edicola", e con il "Corriere del Ticino". Cura il blog "Salsa & Merende" nel quotidiano "Il Mattino di Padova" di cui è stato redattore fino al 31 dicembre 2016. Del quotidiano, con cui ha iniziato a collaborare nel 1978, è stato titolare dal 2001 della rubrica di enogastronomia "Gusto", ora confluita nel blog personale (su www.mattinopadova.it) dedicato all'attualità del Food and Wine veneto e non solo. E' titolare della rubrica di viaggi del mensile "La Piazza" (23 edizioni nel Veneto) dal 1996 e della pagina "La recensione" sul magazine "Con i piedi per terra". Collabora con "Voyager".
Coautore di numerose pubblicazioni nel settore enogastronomico e collaboratore di varie riviste, dal 2004 è ispettore della guida "Ristoranti d'Italia" de L'Espresso. Ha curato la guida "Padova nel piatto". E' coautore dei volumi "L'osteria di Padova" e "I Colli ritrovati", quest'ultimo sui 50 anni della legge 1097/71 che salvò i Colli Euganei dalle cave.
Tra i riconoscimenti ottenuti spicca l'assegnazione di due premi "Penna d'Oca" (edizioni 2005 e 2011), premio biennale promosso da Unioncamere del Veneto, più un premio dell'Assostampa Padovana nel 2012 per reportage in 10 puntate su "Alluvione, un anno dopo". Per quanto riguarda il turismo ha visitato finora 132 paesi del mondo. Fa parte dell'ITP, associazione di giornalisti della stampa turistica. Ha al suo attivo anche una spedizione umanitaria via terra in Guinea Bissau e il viaggio con auto elettriche Tesla Padova-Belgrado lungo i luoghi di Nikola Tesla.
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