L’ISOLA D’ORO E LA VERA STORIA DELLE ALICI IN VETRO

Una storia tutta italiana, iniziata nel 1958 quando Ferruccio Zarotti, partner fondatore de L’Isola D’Oro, intuisce prima il desiderio e poi la necessità, di valorizzare l’acciuga ed il suo lungo e complesso ciclo di lavorazione, svolto completamente a mano dalla pesca al confezionamento, dalla salagione alla sfilettatura.
Fino ad allora, l’acciuga era presente sul mercato in latte, piccole o grandi, in banda stagnata. Sono gli anni settanta, quando si utilizza la scatola in alluminio con apertura a strappo.
Ma l’esperienza, la passione, una profonda conoscenza della materia prima e l’intuito per l’innovazione, portano Ferruccio Zarotti a decidere la svolta.
Il mercato è pronto, la materia prima lo richiede. E’ la trasparente eleganza del vetro che attribuisce valore e significato all’antica e sapiente arte artigianale italiana della trasformazione manuale delle acciughe.
E’ il momento del boom industriale e la crescente importanza dei supermercati in Italia come in Europa, fa crescere sempre più l’esigenza di rendere più gradevoli ed ammiccanti le confezioni esposte sugli scaffali per la vendita diretta ai consumatori.
L’idea di Ferruccio Zarotti fu quella di scegliere le Vetrerie Bormioli di Parma come partner per sviluppare il progetto, e nel 1958 nasce a Parma il primo vaso in vetro di quella che diventerà una produzione industriale mondiale: quella delle acciughe, alici, conservate in olio in vaso di vetro.
Grazie a questa innovazione di mercato, le acciughe sott’olio, un prodotto tipicamente mediterraneo con notevoli proprietà nutrizionali e larga versatilità in cucina, si diffuse rapidamente, con grande successo, in tutto il mondo, dando la migliore evidenza alla materia prima lavorata. Ancora oggi i morbidi e profumati filetti di alici de L’Isola D’oro, vengono dissalati, deliscati e puliti a mano e con cura secondo tradizione. Riposti accuratamente in vasi di vetro vengono conservati perfettamente nell’olio di oliva, per mantenere inalterato il loro profumo il loro genuino sapore e tutte le loro proprietà organolettiche.
L’Isola d’Oro nasce e si sviluppa a Parma, la Food Valley Italiana, l’importantissimo distretto alimentare sede europea di Efsa (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare).
Ancora pochi, tuttavia, collocano a Parma, nella Food Valley Italiana, anche la filiera delle acciughe. Infatti, insieme alle quattro “P” come Parmigiano, Prosciutto, Pomodoro e Pasta, a Parma c’è anche l’eccellenza Pesce!
Siamo alla fine dell’800 quando entra nella tradizione industriale della città, proprio l’acciuga e in generale le conserve di pesce e vegetali. La filiera è straordinariamente importante per prestigio e tradizione, anche se l’acciuga è meno sotto i riflettori rispetto alle produzioni tipiche della pianura.
Il patrimonio di competenze dei soci fondatori L’Isola d’Oro, per quanto concerne la filiera ittica ha una storia che dura da più di 60 anni. Questa conoscenza profonda della materia prima, del processo produttivo, del ciclo di lavorazione a mano uniti alla speciale attenzione verso la grafica, innovazione di packaging e ricette, ha reso e rende unici i prodotti L’Isola d’Oro, già premium grazie ai valori nutrizionali propri del pesce.
L’azienda infatti, seleziona il miglior pesce azzurro (acciughe, sgombro, tonno) certificato sul mercato nazionale ed internazionale (Mediterraneo, Atlantico, Cantabrico e Pacifico ) che verrà poi trasformata nello stabilimento di proprietà in Italia, ad Aspra in provincia di Palermo.

 

Claudio Zeni

Claudio Zeni, laureato in Letterature e Lingue straniere è nel mondo del giornalismo dall’età di 18 anni. Appassionato di sport, enogastronomia e turismo collabora con media locali, nazionali ed internazionali di settore. Tra i principali riconoscimenti giornalistici assegnatigli si ricorda il premio nazionale Gennaro Paone consegnatogli a Roma dal direttore generale dell’Enit, il I.o premio giornalistico nazionale ‘Strada del Vino del Recioto e di Gambellara’, il I.o premio ‘Primavera del prosecco’, 'Amici della Chianina', 'Premio Tarlati', 'Scandiano', 'Sant'Angelo in Vado, 'Apicio', 'La bisaccia del tartufaio', 'Burson'. Per quattro anni ha seguito l’Hong Kong Food Festival e per due ha coordinato la manifestazione nazionale Top of Golf finalizzata alla proclamazione del miglior ristorante della ‘Wine Tour Cup’ dell'Associazione 'Città del Vino'. Coordinatore della giuria e dei cuochi del concorso culinario ‘Tartufo d’oro’ di Gubbio’. Unitamente al Presidente dei Cuochi di Arezzo organizza il concorso 'Penne bruciate', giornalisti ai fornelli dove a vincere è il 'piatto peggiore'. Autore con Leone Cungi del libro ‘Sport e società a Monte San Savino (Un secolo di storia sportiva e tradizioni sul borgo toscano).

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