LA VIA DELLE MONTAGNE NELLA REPUBBLICA CECA

Via, lontano. Lontano dalla città, dalla frenesia, dallo stress, dal traffico… e ora anche dagli assembramenti. Salubre, rasserenante, terapeutica la montagna lo è sempre stata, ma in tempo di pandemia è anche “anti-Covid”.  E scoprire così un volto discreto della Repubblica Ceca, fuori dai circuiti classici che ne svelano il celebre patrimonio storico e artistico. Quella Repubblica Ceca -fin qui trascurata in favore di Praga, dei centri culturali, delle città storiche e delle happening city- che arriva a sfiorare il cielo e si accende di tanti colori, stagione dopo stagione.


I Monti dei Giganti - Di nome e di fatto. Le montagne più alte della Repubblica Ceca, confine naturale con la Polonia, appaiono davvero maestose, con vette dai profili inconfondibili e pendici ora ripide, ora più dolci. I loro fianchi alternano superfici spoglie e verdeggianti. La catena montuosa, da cui nasce il fiume Elba, è chiusa nell’abbraccio protettivo del Parco nazionale dei Monti dei Giganti (che si estende anche sul versante polacco), tra le oasi naturali più interessanti d’Europa e oggi sotto tutela Unesco.

La Selva Boema - Montagne si, ma anche acqua. Tanta acqua. Che sgorga dalle rocce, precipita in cascate spumeggianti, corre gorgogliando lungo l’alveo dei torrenti, riposa in laghi alpini e disseta il verde di prati, boschi e brughiere. Si presenta così il paesaggio di questa vivida terra di confine tra Repubblica Ceca e Germania, vasta palestra verde sotto il cielo, ma anche scrigno di tante testimonianze storiche. A percorrerla in lungo e in largo è una fitta rete di sentieri escursionistici e itinerari cicloturistici. Molti di questi ricalcano gli antichi tracciati, realizzati per la sorveglianza di frontiera e un tempo aperti solo ai mezzi militari.

I Monti Iser - La montagna per tutti - ma proprio tutti- è qui, in Boemia settentrionale, al confine con la Polonia. Non è un caso se questo è considerato il paradiso dell’escursionismo: qui ce n’è per tutti i gusti, le gambe e le ruote… di bicicletta, di passeggino, di hand-bike o di carrozzella che siano. Il comprensorio offre oltre venti sentieri pianeggianti o dolcemente ondulati, con lunghezze tra i 5 e i 25 km, praticabili comodamente e in sicurezza sia a piedi che su ruote. I punti di ristoro, i chioschi e le toilette disseminati lungo i tracciati sono a loro volta senza barriere architettoniche. Basta cercare i cartelli con il simbolo della sedia a rotelle e il sentiero è garantito, e attrezzato, per tutti.

Monti delle Aquile - Quest’area della Boemia nordorientale è una vera sorpresa, non solo dal punto di vista naturalistico. Tra i suoi boschi decidui è infatti nascosto uno dei più vasti e incredibili sistemi di fortificazione al mondo: chilometri e chilometri di trincee e bunker costruiti poco prima del 1938, a difesa dell’allora Repubblica Cecoslovacca dall’espansione tedesca. I rilievi di questa catena non sono aspri, ma piuttosto arrotondati in morbide pendici ammantate di boschi e pascoli.

I Monti Jeseniky - Nelle viscere dei Monti Jeseniky (o Monti Frassini), che svettano tra Moravia e Slesia, batte un cuore ruggente e vitale: acqua a profusione, acqua benefica. Sgorgano infatti qui numerose fonti termali, che hanno fatto della regione un’importante destinazione di benessere, apprezzata fin dai tempi antichi. La primissima idroterapia in assoluto è nata proprio qui, nel 1837, in modo inconsapevole ed empirico, grazie a un contadino che sperimentò su se stesso (e poi sugli altri) quanto osservato in natura.

Monti Beschidi - L’estrema catena orientale di Cechia corre lungo il confine con la Slovacchia. Tutto qui sembra essere immutato, dai paesaggi spigolosi ricoperti di boschi e pascoli fino ai villaggi valacchi, dove architettura, usi e costumi sono ancora quelli di un tempo. E’ infatti proprio qui la Valacchia morava, regione montuosa dalle peculiarità etnico-culturali che non devono andar perse. I Valacchi –che si affermarono nell’Alto Medioevo nell’area dei Carpazi e, come minoranza etnica, furono a più riprese perseguitati- conservano fieramente qui dialetto, costumi e musica tradizionali propri, ampiamente rappresentati nell’affascinante museo etnografico all’aperto di Roznov pod Radhostem, monumento nazionale ceco.

I Monti Metalliferi - I Krusne hory si estendono per 150 chilometri al confine con la Germania, dove li chiamano Erzgebirge. In tutte le lingue, il nome fa chiaro riferimento alla ricchezza mineraria di queste montagne, scoperta nel XIV secolo. Per secoli quasi disabitate e assolutamente selvagge, poi ridisegnate con villaggi e città dal popolo dei minatori, oggi sono principalmente un’attrattiva turistica, soprattutto per chi è in cerca di boschi a perdita d’occhio, natura incontaminata, bei paesaggi e massima tranquillità. Sono particolarmente apprezzati i suoi tanti sentieri ciclabili, adatti anche a principianti e bambini.

Le città di roccia - La montagna è sempre ardita nella sua bellezza, ma in Repubblica Ceca può spingersi fino a essere capolavoro. Nel Paese sono diversi i siti dove Madre Natura, senza nessun intervento umano ma solo con sole, vento, pioggia, neve e ghiaccio, ha scolpito i rilievi in vere e proprie architetture di roccia, che lasciano senza respiro. Sono le cosiddette città rupestri, perché qui la pietra modellata da millenni d’inesorabili agenti atmosferici ha assunto forme davvero molto simili a manufatti come torri, palazzi, scalinate, porte e ponti.

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Claudio Zeni

Claudio Zeni, laureato in Letterature e Lingue straniere è nel mondo del giornalismo dall’età di 18 anni. Appassionato di sport, enogastronomia e turismo collabora con media locali, nazionali ed internazionali di settore. Tra i principali riconoscimenti giornalistici assegnatigli si ricorda il premio nazionale Gennaro Paone consegnatogli a Roma dal direttore generale dell’Enit, il I.o premio giornalistico nazionale ‘Strada del Vino del Recioto e di Gambellara’, il I.o premio ‘Primavera del prosecco’, 'Amici della Chianina', 'Premio Tarlati', 'Scandiano', 'Sant'Angelo in Vado, 'Apicio', 'La bisaccia del tartufaio', 'Burson'. Per quattro anni ha seguito l’Hong Kong Food Festival e per due ha coordinato la manifestazione nazionale Top of Golf finalizzata alla proclamazione del miglior ristorante della ‘Wine Tour Cup’ dell'Associazione 'Città del Vino'. Coordinatore della giuria e dei cuochi del concorso culinario ‘Tartufo d’oro’ di Gubbio’. Unitamente al Presidente dei Cuochi di Arezzo organizza il concorso 'Penne bruciate', giornalisti ai fornelli dove a vincere è il 'piatto peggiore'. Autore con Leone Cungi del libro ‘Sport e società a Monte San Savino (Un secolo di storia sportiva e tradizioni sul borgo toscano).

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