LA TORDERA SI RIFÀ IL LOOK!

Restyling “green” per i Valdobbiadene Docg La Tordera che rinnova la linea dei vini top di gamma traendo ispirazione dalle proprie origini e dalla natura delle colline divenute Patrimonio dell’Umanità.

L’origine del nome dell’azienda vitivinicola La Tordera è legato al secolare vigneto di proprietà nel Cartizze e, in particolare, alla presenza di un’altura denominata “tordera” frequentata dai tordi che, in passato, scendevano in autunno dalle vicine montagne per fare il nido e cercare cibo tra i filari. La convivenza tra i tordi, i loro nidi e il lavoro della famiglia Vettoretti nella vigna, è sempre stata vissuta in modo naturale e con il rispetto che in agricoltura si deve alla terra e ai suoi frutti.

Dal nome La Tordera al tordo stilizzato scelto per il logo, il passo fu davvero breve e, ancor più breve, è stato nel 2021 per il restyling voluto dalla famiglia Vettoretti, volto ad evidenziare e valorizzare maggiormente il legame col territorio, con le proprie origini e l’impegno per mantenere e migliorare il rapporto esistente tra uomo e natura, scegliendo materiali green.

«La natura è al centro del nostro pensiero e del nostro agire. Siamo viticoltori cresciuti nell’incanto delle colline di Valdobbiadene e i veri custodi del territorio di cui ci prendiamo cura - afferma Gabriella Vettoretti, contitolare dell’azienda La Tordera coi fratelli e con i genitori - il nostro approccio green cresce con la passione per questo lavoro ed è sintetizzabile nel concetto “Natural Balance”, manifesto del nostro impegno nella tutela del patrimonio vitivinicolo che i nostri antenati e i nostri genitori ci hanno trasmesso, nonchè manifesto del nostro impegno nel produrre Valdobbiadene DOCG che rispecchino ed esprimano il vigneto e il territorio da cui le uve provengono».

L’amore per questo territorio è racchiuso ora in una nuova bottiglia, la cui forma richiama uno stile classico e risulta elegante e raffinata. Essa è impreziosita da un rilievo sul collo con la riproduzione del tordo stilizzato, avvolto nel suo nido.

Il restyling segna il cambio di passo rispetto al passato. Ha interessato le etichette, le bottiglie e i materiali, creando così un distinguo tra i prodotti e, nel contempo, posizionando al top della gamma La Tordera i prodotti icona Cartizze, Otreval e Tittoni e, a seguire, Brunei e Serrai. Ha avuto come focus la sostenibilità, principio che ha guidato la scelta di tutti i materiali.

I nuovi elementi grafici distintivi, eletti a dimostrare l’approccio della famiglia La Tordera nel proseguire verso una produzione enologica sempre più “green”, sono il nido e l’uovo scelti proprio tra i simboli offerti della natura.

La stilizzazione del nido nelle etichette di Cartizze, Otreval e Tittoni raffigura la dimora che accoglie la famiglia, il luogo dove i nuovi nati sono al riparo da predatori naturali. Qui si è voluto esaltare l’unicità del territorio da cui provengono, associando l’immagine del nido, ad enfatizzare il valore della dimora nella quale il vino cresce. Nell’immagine il nido accoglie al suo interno il nome del vino, frutto del lavoro dell’azienda.

L’uovo, scelto per Brunei e Serrai, simboleggia la nuova vita che si sviluppa grazie all’amore e alle premure di chi se ne occupa. Le linee che lo circondano rappresentano vogliono ricordare la morfologia del territorio di Valdobbiadene con i suoi dolci declivi e i suoi rotondeggianti profili collinari.

Insieme, “nido e uovo”, rappresentano metaforicamente “la famiglia e i suoi frutti”. In entrambe si trova protezione e ci si prende cura l’uno dell’altro, così come La Tordera e il lavoro della famiglia Vettoretti sono la culla nella quale nasce e cresce, vendemmia dopo vendemmia, il prezioso nettare.

Tutte le nuove etichette sono realizzate con materiale riciclabile così come anche le capsule, prodotta con un innovativo materiale totalmente biocompatibile e riciclabile. Particolarità della retro etichetta è quella di essere ricca di informazioni.

In un’ottica di trasparenza e rispetto del consumatore, sono dichiarati la quantità di solfiti e di zuccheri contenuti nel vino, oltre al logo dell’importantissima certificazione CasaClima Wine con alcune fondamentali indicazioni riguardanti la produzione: la tradizione agricola cardine del nostro agire (Family Farm), l’importanza della vendemmia manuale, aspetto chiave per la lavorazione con bassi solfiti (Hand Harvest), l’importanza di lavorare in un struttura a basso impatto ambientale (Solar Energy, Low CO2).

Le bottiglie sono state create appositamente per l’azienda, pesano soltanto 700 grammi e sono composte per oltre l’80% da vetro riciclato. Ciò permette la fusione ad una più bassa temperatura ed una dispersione minore di anidride carbonica nell’atmosfera. Per gli imballaggi viene utilizzata carta riciclata al 100% e legno di pino vergine essiccato senza altri trattamenti.

www.latordera.it

 

Claudio Zeni

Claudio Zeni, laureato in Letterature e Lingue straniere è nel mondo del giornalismo dall’età di 18 anni. Appassionato di sport, enogastronomia e turismo collabora con media locali, nazionali ed internazionali di settore. Tra i principali riconoscimenti giornalistici assegnatigli si ricorda il premio nazionale Gennaro Paone consegnatogli a Roma dal direttore generale dell’Enit, il I.o premio giornalistico nazionale ‘Strada del Vino del Recioto e di Gambellara’, il I.o premio ‘Primavera del prosecco’, 'Amici della Chianina', 'Premio Tarlati', 'Scandiano', 'Sant'Angelo in Vado, 'Apicio', 'La bisaccia del tartufaio', 'Burson'. Per quattro anni ha seguito l’Hong Kong Food Festival e per due ha coordinato la manifestazione nazionale Top of Golf finalizzata alla proclamazione del miglior ristorante della ‘Wine Tour Cup’ dell'Associazione 'Città del Vino'. Coordinatore della giuria e dei cuochi del concorso culinario ‘Tartufo d’oro’ di Gubbio’. Unitamente al Presidente dei Cuochi di Arezzo organizza il concorso 'Penne bruciate', giornalisti ai fornelli dove a vincere è il 'piatto peggiore'. Autore con Leone Cungi del libro ‘Sport e società a Monte San Savino (Un secolo di storia sportiva e tradizioni sul borgo toscano).

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