Il vino più in crescita nel 2018? Il Lugana

Il vino Lugana si conferma come il vino italiano che ha registrato il più alto tasso di crescita nel 2018, con un bilancio in positivo oltre l’8,6% rispetto al 2017, per un totale di 17.578.533 bottiglie prodotte. Un trend iniziato già da qualche anno, ma confermato decisamente quest’anno in occasione del Vinitaly. 
Lugana è stata la prima denominazione registrata in Lombardia e una delle prime in tutta Italia, grazie al coraggio di alcuni produttori ancora oggi capisaldi del Consorzio. La Lugana, incastonata in quella lingua di terra a sud del lago di Garda, attraversa i territori di Peschiera del Garda, Sirmione, Desenzano del Garda, Pozzolengo e Lonato del Garda. Qui la Turbiana, vitigno che viene poi declinato nelle varie versioni (Lugana, Lugana Superiore, Lugana Riserva, Lugana Vendemmia Tardiva e Lugana Spumante), dà vita a questo straordinario vino dai profumi eleganti e dalle note suadenti che tanto successo sta riscontrando soprattutto all’estero. 
Il 70% del fatturato, infatti, deriva dall’export, soprattutto dal Nord Europa e dagli Stati Uniti. Il 2019 si apre proprio nel segno del consolidamento di questi primati all’estero, ma anche nella ricerca di nuovi mercati. Oltre alla presenza allo “Slow Wine Usa Tour 2019”, il Consorzio del Lugana è stato presente anche per la prima volta al “Wine Paris”. Un mercato, quello francese, sicuramente ostico e di intenditori a cui il Lugana punta deciso. Senza dimenticare comunque il mercato nostrano, dove il Consorzio vuole imporsi nelle carte dei vini dei ristoranti e tra le scelte di consumo degli italiani. 
Da poco il Consorzio ha anche un nuovo presidente, Ettore Nicoletto, Amministratore Delegato di Santa Margherita Gruppo Vinicolo dal 2008, Amministratore Delegato di Cà Maiol S.r.l., Vicepresidente di Italia del Vino–Consorzio e del Gruppo Vini di Federvini. “Il Lugana, per le qualità organolettiche che lo caratterizzano, si presenta come la scelta perfetta del consumatore di oggi, giovane e attento, che cerca un prodotto fresco, fragrante, approcciabile, moderno. Il suo stile piacevole e contemporaneo lo rende, potenzialmente, uno dei vini del futuro. Un potenziale che dovrà essere pienamente sfruttato nel raggiungimento degli obiettivi del nuovo Consiglio, che dovrà lavorare compatto, al fianco di una filiera unita e consapevole, per trasformare il Lugana da DOC emergente a territorio protagonista dello sviluppo del vino italiano di qualità nei nuovi mercati”, conclude Ettore Nicoletto.

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