I DOLCI DELLE FESTE BY MULINO CAPUTO

Saranno quattordici i maestri pasticceri che l’11 novembre, in occasione dell’ottava edizione de “I Dolci delle Feste dei Grandi Interpreti by Mulino Caputo”,  presenteranno alla stampa, presso il Grand Hotel Vesuvio di Napoli, una reinterpretazione di un dolce natalizio per le feste 2019.

Il format della manifestazione prevede, infatti,  che i partecipanti propongano i loro nuovi lievitati ma, soprattutto, realizzino uno studio e un approfondimento su un dolce scelto tra il ricco repertorio napoletano.

E, se nel corso delle passate edizioni, sono state presentate nuove versioni e innovativi design di classici della pasticceria partenopea, come: roccocò, struffoli e cassate, “Quest’anno – ha annunciato Antimo Caputo, Ad dell’omonimo Mulino di Napoli -  abbiamo chiesto a tutti i partecipanti di dare una veste contemporanea a un dolce conventuale che ha più di 300 anni di storia alle spalle” Quale? Si tratta di un dolce che pochi sanno essere nato su imitazione di una pasta ripiena, i ravioli. A crearne la versione dolce furono, attorno al 1700, le benedettine del monastero di San Gregorio Armeno a Napoli. Nacquero così i raffiuoli, o raffioli (nella denominazione italianizzata): dolci glassati, prodotti con farina, zucchero, uova e confettura di albicocche. Ne esistono due varianti: una semplice e un’altra, più elaborata, che vanta la farcitura delle cassate, con la ricotta e le gocce di cioccolato.

Per sapere  quale forma o contenuto nuovo avranno i raffiuoli del Duemila bisognerà attendere lunedì 11 novembre quando, nella splendida sala del Caruso Roof Garden del Grand Hotel Vesuvio, ognuno dei 14 partecipanti allestirà il proprio tavolo con il Golfo di Napoli a fare da sfondo, realizzando una sorta di gouache multisensoriale.

I pasticceri che proporranno le loro specialità sono: il pastry chef della casa, Alessandro Cione; Salvatore  Capparelli, dell’omonima pasticceria napoletana; Pasquale Colmayer dell’omonima pasticceria partenopea;  Sal De Riso del Bistrot  Sal De Riso Costa D’Amalfi;  Carmine di Donna, pastry chef del ristorante  di Seiano “Torre del Saracino” di Gennarino Esposito; Salvatore Gabbiano della pasticceria “Dulcis in Pompei”;  Marco Infante, del brand napoletano Casa Infante; Marco Napolitano, della “Pasticceria Napolitano” di Napoli; i fratelli Andrea e  Nicola  Pansa, della pasticceria “Pansa Amalfi”; Alfonso Pepe,  Pepe Mastro Dolciario di Sant’Egidio di Monte Albino (Sa); Luca Ranieri, della Pasticceria Ranieri, con due sedi a Napoli;  Ciro  Scognamillo, della Pasticceria Poppella; Sabatino Sirica, dell’omonima pasticceria di San Giorgio a Cremano, veterano dell’arte dolce campana e noto anche per essere il pasticcere del Napoli Calcio, e Alessandro Slama, giovane maestro panificatore ischitano, che recentemente si è aggiudicato il Panettone World Championship, per aver realizzato il miglior lievitato del mondo.

Claudio Zeni

Claudio Zeni, laureato in Letterature e Lingue straniere è nel mondo del giornalismo dall’età di 18 anni. Appassionato di sport, enogastronomia e turismo collabora con media locali, nazionali ed internazionali di settore. Tra i principali riconoscimenti giornalistici assegnatigli si ricorda il premio nazionale Gennaro Paone consegnatogli a Roma dal direttore generale dell’Enit, il I.o premio giornalistico nazionale ‘Strada del Vino del Recioto e di Gambellara’, il I.o premio ‘Primavera del prosecco’, 'Amici della Chianina', 'Premio Tarlati', 'Scandiano', 'Sant'Angelo in Vado, 'Apicio', 'La bisaccia del tartufaio', 'Burson'. Per quattro anni ha seguito l’Hong Kong Food Festival e per due ha coordinato la manifestazione nazionale Top of Golf finalizzata alla proclamazione del miglior ristorante della ‘Wine Tour Cup’ dell'Associazione 'Città del Vino'. Coordinatore della giuria e dei cuochi del concorso culinario ‘Tartufo d’oro’ di Gubbio’. Unitamente al Presidente dei Cuochi di Arezzo organizza il concorso 'Penne bruciate', giornalisti ai fornelli dove a vincere è il 'piatto peggiore'. Autore con Leone Cungi del libro ‘Sport e società a Monte San Savino (Un secolo di storia sportiva e tradizioni sul borgo toscano).

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