Grande successo per la rivisitazione di una nota tragedia shakespeariana

Geniale la rivisitazione di una nota tragedia shakespeariana proposta in prima nazionale in quattro serate, dal 10 al 13 luglio, a Casa Shakespeare nell’incantevole location del Bastione delle Maddalene, baluardo situato lungo le mura magistrali di Verona, sulla sinistra dell’Adige, progettato da Francesco Maria della Rovere e Pier Francesco da Viterbo. "Welfare Lear - ovvero, - Come sopravvivere in vecchiaia alla tassa di successione e vivere più o meno felici, forse", da "King Lear" di W. Shakespeare. Temi dominanti la conflittualità tra generazioni e la vecchia "quello che ci interessa – fool, anche voce narrante, sottolineava all’inizio dello spettacolo -, che è la politica del contributo, la previdenza dei misteri", magistralmente interpretati dai protagonisti sulla scena minimale, essenziale ma efficace: Andrea de Manincor, Riccardo Bodini, Sabrina Modenini, Gaia Carmagnani, Giulia Lacorte, Solimano Pontarollo. Drammaturgia e adattamento di Andrea de Manincor, regia di Solimano Pontarollo. Apprezzabile il passaggio sul recente vissuto con il Covid, quando abbiamo pensato di trovare nella tragedia del vicino che cadeva malato uno spirito di condivisione, che ci aveva portato a meditare che forse era giunto il momento di fare il famoso salto di qualità. La dignità con cui le persone morivano ci avevano illuso che avremo cambiato vita. Nulla di tutto ciò. Ritornando alla tragedia del bardo si percepisce un pensiero dominante, il vecchio costa alla società, che farne. Il focus di questa messinscena è il contrasto tra il sostegno alla vecchia e il suo allontanamento, come nel caso di Lear, confinato in terreni invivibili, nella foresta senza ripari in mezzo alla bufera, che una maestria di suoni ha fatto vivere agli spettatori. Il vecchio, spesso lasciato a vegetare nelle residenze per anziani, abbandonato, non si ha tempo da dedicargli. Obiettivo l’eredità che arriverà. Il vecchio Re Lear è come tutti i vecchi padri, ampliando il concetto, i genitori anziani. "Vecchi" che ci hanno dato tanto con i loro sacrifici, la loro vita ma, ora, non servono più a nulla, rappresentano un peso, diventano insopportabili. E allora arriva la domanda della voce narrante, che fa riflettere la nostra coscienza: e voi come li trattate? Ogni produzione è ovviamente rivolta a tutti; non sempre accade come nella narrazione, ma succede, succede. In fondo, pensiamoci bene, la vecchiaia non è il peggiore dei mali, che sono ben altri, basta guardarsi attorno, nella quotidianità. Ho molto apprezzato questo spettacolo, degno di nota, con attori di grande livello che ci hanno fatto immergere in temi di grande attualità, offrendoci, e questo è il grande risultato a mio avviso raggiunto, l'occasione di interrogarci.