GIOLINA PIZZA & COCKTAIL IN STILE MILANESE TRA CLASSICO E ROCK’N ROLL

L’atmosfera evoca quella di un club privato degli anni 70, elegante e funzionale, pregno di quel discreto fascino della grande borghesia. Un classicismo vintage che si coniuga già dalla seconda sala con una sana voglia di ribellione, di libertà, di musica rock e di cocktail bevuti al bancone, gomito a gomito, scherzando con il Bartender.

Si chiama Giolina ed è il secondo di una famiglia di locali tutti diversi che stanno cambiando Milano; Giolina è la sorellina ribelle di Gelsomina, raffinata e calorosa pasticceria siciliana, un locale già cult che regala colazioni e pranzi pieni di sole e di poesia a tutta Milano. Da Giolina invece c’è l’anima della Grande Milano: gli scaffali pieni di libri, il pianoforte, i lampadari vintage e lo spirito del dandy metropolitano, il ragazzo di buona famiglia che viene a cena. La cena diventa una pizza, una napoletana golosa, elegante e singolare, piena di materie prime rare che sono micro-eccellenze italiane; e con la pizza ci sono i cocktail, signature drinks che evocano la grande storia di Milano. Da Giolina si cena o si va sul tardi per un paio di drink after-dinner, ma è perfetto anche per l’aperitivo, perché è più bello chiudere la giornata con un taglierino di salumi, tranci di focaccia e pizza e un drink.

La pizza di Giolina, inedita: di impronta partenopea, con un impasto segreto e delle materie prime selezionate con estrema cura. Conta fino a 11 prima di scegliere

L’aspetto è il tradizionale napoletano, ottenuto dalle farine seminterrati e integrali Petra di Molino Quaglia, la lievitazione e l’impasto stupiscono la piazza milanese. Al comando Danilo Brunetti, primo pizzaiolo e fautore di un menù di undici pizze, che non vogliono essere gourmet ma sorprendere per la ricercatezza dei prodotti, rigorosamente stagionali e per la maggior parte provenienti dal sud Italia, piccoli artigiani del gusto scovati per rendere uniche queste pizze, dai pomodori di Casa Marazzo all’olio extravergine d’oliva del Frantoio Guglielmi, o ancora i latticini del Caseificio Barlotti, i salumi del Salumificio Santoro di Martina Franca e il prosciuttificio Casa Graziano. Le tonde portano il nome dei numeri milanesi: “Vün”, “Dü”, “Trì”, fino a “Vündes”. Da qualche entrées come Pane casereccio, lardo di colonnata e miele di castagno, o Burrata pugliese con pomodorini confit e pesto di cavolo nero, si passa alla regina indiscussa di Giolina: la pizza, come la Quarter – la parmigiana al contrario, con crema di melanzane violette, provola d’Agerola affumicata, pomodorini del Piennolo del Vesuvio, cialde di Parmigiano Reggiano 42 mesi, olio extravergine di oliva monocultivar Coratina e basilico fresco.

Giolina è rock e con la pizza vuole 11 signature drinks e una selezione ristretta di vini naturali e di cantine di nicchia. Sulla prima pagina il menù recita “Magna, bef e tas s’at vo vivar in pas” un invito a lasciarsi andare alla filosofia alternativa di Giolina: abbinare la pizza al vino e ai cocktail, scelta spesso non considerata per abitudine. Una sfida che si traduce in un intero menù dedicato a una stretta selezione di vini naturali italiani: cinque bollicine, sette bianchi e sette rossi, due dolci e due esteri. I cocktail invece sono 11 e ognuno porta un tipico nome milanese: il Gasperin, o il Carlett, o ancora l’Ambrosin. Gusti e abbinamenti perfettamente in linea con lo stile del locale: nulla di complesso o poco beverino, ma sapori diversificati per accontentare chi accoglie con destrezza la sfida di cocktail+pizza. Come il Sandrin: Campari, pompelmo rosa fresco e ginger beer, o il Ceschin: Pineau de Charente, Carrube by Iter Milano, Champagne, zucchero e rosmarino e limone. Una lista che suscita freschezza, primavera, divertimento e voglia di spaccare! Il tutto è stato curato da Flavio Angiolillo – apprezzato e indiscusso imprenditore e bar manager milanese di Mag, 1930 e tanti altri.

Ideatori e proprietari sono la coppia professionale più vincente di Milano: i giovani imprenditori della ristorazione milanese Ilaria Puddu e Stefano Saturnino che in sette anni insieme hanno aperto 35 locali e 7 brand. In Giolina hanno messo le loro passioni: la buona tavola, il buon bere, la lettura, l’esteta che è in loro, la parte amante della cultura e dell’arte. “Entrambi siamo innamorati di personaggi come Tarantino, Elvis, Bukowski, dice Ilaria, e ci dobbiamo immaginare sui tavoli di Giolina con loro, chiacchierando e bevendo whisky”.

 

Claudio Zeni

Claudio Zeni, laureato in Letterature e Lingue straniere è nel mondo del giornalismo dall’età di 18 anni. Appassionato di sport, enogastronomia e turismo collabora con media locali, nazionali ed internazionali di settore. Tra i principali riconoscimenti giornalistici assegnatigli si ricorda il premio nazionale Gennaro Paone consegnatogli a Roma dal direttore generale dell’Enit, il I.o premio giornalistico nazionale ‘Strada del Vino del Recioto e di Gambellara’, il I.o premio ‘Primavera del prosecco’, 'Amici della Chianina', 'Premio Tarlati', 'Scandiano', 'Sant'Angelo in Vado, 'Apicio', 'La bisaccia del tartufaio', 'Burson'. Per quattro anni ha seguito l’Hong Kong Food Festival e per due ha coordinato la manifestazione nazionale Top of Golf finalizzata alla proclamazione del miglior ristorante della ‘Wine Tour Cup’ dell'Associazione 'Città del Vino'. Coordinatore della giuria e dei cuochi del concorso culinario ‘Tartufo d’oro’ di Gubbio’. Unitamente al Presidente dei Cuochi di Arezzo organizza il concorso 'Penne bruciate', giornalisti ai fornelli dove a vincere è il 'piatto peggiore'. Autore con Leone Cungi del libro ‘Sport e società a Monte San Savino (Un secolo di storia sportiva e tradizioni sul borgo toscano).

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