ELEGANCE CAFÈ: CONNUBIO IRRESISTIBILE TRA JAZZ CLUB E CUCINA RAFFINATA

A Roma l’emozione di una serata all’insegna della musica jazz, rigorosamente live, insieme alle proposte culinarie messe a punto dal giovane chef Marco Roselli

Degustare un ottimo cocktail o piatti raffinati con del buon jazz dal vivo come colonna sonora. E' la proposta vincente dell’Elegance Cafè Jazz Club di Roma in zona Ostiense. Artefici sono i proprietari,  Daria Venuto e Remo Proietto, direttrice artistica la prima e ristoratore da generazioni il secondo, nonché esperto sommelier FIS.

Nel loro luogo del cuore, che sorge su quello che era il vecchio teatro “Al Fellini”, totalmente rimodernato, hanno riversato tutte le loro passioni, dando vita a uno spazio attentamente studiato per sublimare l’ascolto musicale e trascorrere serate magiche e suggestive, differenti rispetto a tutto il resto e uniche.  Il palco dell’Elegance Cafè Jazz Club ha visto esibirsi nomi noti della scena internazionale: da Martha High e Fred Wesley, rispettivamente corista e trombonista di James Brown, a Jeremy Pelt, da Paul Jackson a Raul Midón e Vanessa Haynes, voce degli Incognito, fino agli italiani Ada Montellanico, Dado Moroni, Greg (del duo comico Lillo e Greg), il Trio Bobo (band di Elio e Le Storie Tese), Max Ionata, Roberto Gatto e molti altri. 

Tutte le sere i concerti live animano il palcoscenico e si può decidere di sorseggiare un drink dalla ricca lista del bar, ispirata al proibizionismo degli anni ’20, con proposte che strizzano l’occhio alla mixology e preparano gli ospiti al lungo viaggio che li attende. Accanto a questi, i cicchetti dello chef Roselli, piccoli assaggi attentamente studiati, preannunciano un proseguo tutto da scoprire. Si entra così nel vivo della cucina, dove prendono vita piatti come il French toast speziato, ricotta, albicocche, miele e bresaola di pesce spada, un piatto dall’inaspettata dolcezza che incontra in contrasto la bresaola di pesce spada preparata in cucina dallo chef Roselli, o il freschissimo Crab in green, un’insalata di granchio con cetriolo, mela verde e jalapeño, con alla base un gazpacho verde, il tutto coperto da una cupola di cetrioli in osmosi al lime e una salsina di latticello e olio allo jalapeño; o ancora il Clam chowder, uno stufato di fasolari con base di prosciutto di Parma, bacon e jalapeño, una zuppa che in passato veniva preparata dai pescatori del New England per affrontare i lunghi viaggi in mare. Nel gioco di contaminazioni che lo chef porta avanti con sublime maestria, non mancano gli omaggi all’italianità, rivisitata attraverso suggestioni di terre lontane, come nel Risotto gamberi rossi e spezie, preparato con speciali salse all’aglio nero e allo zenzero. Non si finisce di assaggiare sapori incredibili con il piatto Capesante all'almandine con purea di cavolfiore, una preparazione in cui le capesante sono scottate al burro in padella, condite con mandorle tostate a lamelle, prezzemolo e succo di limone e adagiate su una purea di cavolfiore aromatizzata alla vaniglia. Si conclude in bellezza, con una Peach pie, una torta con base di pasta frolla sabbiata con farina di mandorle fatta in casa e all’interno uno strato di curd al lime e pesche sciroppate e marinate con vino Porto, cannella e basilico; viene servita con uno sciroppo al Porto e pepe rosa e panna montata alla cannella. 


Il cocktail bar invece è un tributo agli anni ‘20 del proibizionismo americano e alla Golden Age della musica jazz. Con il suo lungo bancone e gli scaffali ricchi di miscele homemade, il laboratorio di Remo Proietto è il palcoscenico in cui la mixology è protagonista. Il patron ha studiato una drink list eclettica, dal Mr. Negroni al Pink Provence - alcolico al punto giusto- dal goloso Haiti con cachaça, sciroppo alla cannella, ananas e passion fruit alla fresca intensità del Tiki Guana con rum chiaro e scuro, falernum alla nocciola, orange bowl, pompelmo rosa e maracuja. Così come nei piatti, i differenti aromi impreziosiscono anche i signature drink creati ad hoc, seguendo sempre la ferrea regola del bere bene e di qualità. Insieme a questi, non mancano oltre 300 etichette minuziosamente selezionate, per sorseggiare le diverse proposte di gin, whiskey e rum, ma anche tequila, vodka e mezcal, oltre agli amari, ai liquori, ai vermouth e perfino ai sakè. 
Tutto ciò si abbina alla perfezione ai cicchetti, sfizi da gustare prima di cena o per spizzicare qualcosa mentre si ascolta un live: dai Nachos con brandade di baccalà e paprika, all’Hummus di ceci al latte di cocco, curry madras e pane guttiao, fino a Non il classico hot dog, con una salsiccia realizzata dallo stesso chef.

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Sabino Cirulli

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