Dai Crociati a James Bond: la storia del Julep

Mint julep: un classico della famiglia dei cocktail risale alle fresche bevande (analcoliche) persiane a base di aromi floreali

Lo sorseggia James Bond insieme ad uno dei suoi antagonisti più celebri, Goldfinger: nell’omonimo film del 1964, l’agente segreto più affascinante del mondo deroga al suo Vodka Martini agitato non mescolato e si concede un fresco Mint Julep.

Il termine julep si riferisce a una famiglia di cocktails caratterizzati da foglie di menta fresca, pestate nel bicchiere, talvolta con zucchero e limone, completando la preparazione con ghiaccio ed un alcolico, per esempio rum o bourbon. Nella sua versione attuale è originario degli Stati Uniti meridionali, ma risale alle fresche bevande (analcoliche) persiane a base di aromi floreali.

Mint significa menta e julep è un termine che deriva, infatti, dal persiano golab (atraverso l’arabo julab) e significa acqua (ab) di fiori (gol) e indica uno sciroppo dolce e profumato, italianizzato in giulebbo o giulebbe. Da bevanda rinfrescante, con erbe aromatiche si è arrivati ad un drink reso spiritoso da brandy, whisky o altri distillati, con zucchero, ghiaccio e menta.

Già nel Medioevo i Crociati avevano scoperto le fresche bibite dei Persiani, a base di acqua di rose; del Julep nel 1803 dà menzione scritta John Davis in "Travels of four years and a half in the United States of America", descrivendolo come un liquore con menta, bevuto al mattino da tosti abitanti della Virginia (e al quale l’Autore confessa onestamente di preferire il whisky).

La diffusione si deve al senatore Henry Clay del Kentucky, che lo introduce a Washington durante la sua permanenza in città. Il termine julep, negli Stati Uniti, andava a definire l'acqua zuccherata utilizzata per inghiottire meglio compresse e pastiglie, ma il passo è breve per arrivare a corroborare la miscela con l'alcol e gli americani durante il 1900 lo gustano a base di bourbon o gin.

Togliendo ghiaccio e zucchero e aggiungendo un cucchiaio o due di olio di oliva, si passa ad uso gastronomico, mistura per condire grigliate di gamberoni, pesce in genere e carne, "Mint Julep Bistrò", tipica di New Orleans. O un’insalatina di cetrioli, come suggerisce il sito del Kentucky Derby.

Andando, anzi, tornando in Iran, l'antica Persia, oggi il golab è tra gli aromi più caratteristici, usato in pasticceria per aromatizzare sciroppi, dolci e budini; talvolta abbinato all’acqua di fiori di arancio; se tenuto al fresco, mantiene il suo profumo anche per anni.

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Alessandra Moro

Alessandra Moro

di radici friulane, è nata a Verona sotto il segno dei Pesci. Ha un fiero diploma di maturità classica ed una archeologica laurea in Lettere Moderne con indirizzo artistico, conseguita quando “triennale” poteva riferirsi solo al periodo in cui ci si trascinava fuori corso.
Giornalista dell’ODG Veneto, lavora nel mondo della comunicazione stampa & tv; già collaboratrice per Corriere Veneto e per L'Arena - nelle pagine dedicate a cultura e spettacolo e al gusto - e per riviste di settore, ricopre da anni anche incarichi di ufficio stampa, ora insieme a Emma Sofia che, nata nel 2010, è diventata la più vicina, imprescindibile assistente.
Appassionata lettrice ed appassionata cuoca, adora i formaggi (abbinati ai vini).

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