DA MIGLIORARE L'ENOTURISMO SULL'ISOLA DI PANTELLERIA

“Pantelleria e la sua viticoltura di tradizione, insieme alle altre coltivazioni tipiche dell’isola, hanno reso il Paesaggio un giacimento unico e identitario. Con l’inserimento nel Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali Storici del Paesaggio della Pietra a secco dell’isola di Pantelleriasi compie un altro importante passo avanti nel processo di valorizzazione e promozione dell’agricoltura dell’isola che aveva già avuto lo straordinario riconoscimento UNESCO per la Pratica Agricola della Coltivazione della Vite ad Alberello”.

È quanto ha dichiarato Benedetto Renda, Presidente del Consorzio Volontario di Tutela dei vini DOC dell’isola di Pantelleria.


“Il tessuto produttivo, ora ha il compito di fare sistema e di aprire nuovi scenari di condivisione e sviluppo che vedano agire insieme singoli agricoltori, piccole aziende e grandi marchi. Il patrimonio storico culturale e naturalistico di Pantelleria, insieme al suo sistema rurale, ai vini passiti, alla coltivazione del cappero e degli ulivi, rappresentano un unicum importante di attrazione per quel turismo enogastronomico e naturalistico che muove, già oggi, centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo. Il nostro compito è quello di intercettarne i flussi e rendere Pantelleria una meta privilegiata e di alto significato culturale”.


“L’iscrizione di Pantelleria nel Registro – spiega il Presidente Renda - è il risultato importante raggiunto dalle istituzioni dell’isola e non può essere vissuto come una medaglietta ma deve ancora di più convincerci ad aprire un nuovo scenario. Le politiche di convergenza della UE, e il PSR in particolare, devono trovare sull’isola, in Sicilia e nel resto del paese un’unità di intenti che, come avvenuto per il riconoscimento UNESCO, sia in grado di assicurare risultati significativi e diffusi. Il Consorzio Volontario di Tutela dei vini DOC dell’isola di Pantelleria – conclude Renda –vuole esserne un attore coerente e totalmente consapevole”.


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Roberto Vitali

Laureato in Lettere alla “Cattolica” di Milano, ho cominciato durante l’università a scrivere per il quotidiano della mia città, “L’Eco di Bergamo”, al quale – pur essendo oggi in età di pensione – continuo a collaborare sia sul cartaceo che sul sito web. Sono stato addetto stampa di enti pubblici, direttore di Teleorobica, direttore-editore del mensile “Bergamo a Tavola” (1986-1990) poi trasformato in “Lombardia a Tavola” (1990-2002) e poi venduto (oggi vive ancora trasformato in "Italia a Tavola"). Mi sono sempre occupato, oltre che della cronaca bianca della mia città, di enogastronomia e viaggi. Ho collaborato alla Rai-Gr1, vinto premi giornalistici in tutta Italia e scritto qualche libretto, tra cui “La cucina bergamasca – Dizionario enciclopedico” e una Guida dei ristoranti di Bergamo città e provincia. Mi piace l’Italia e tutto quello che di buono e bello sa offrire. Spero, con i miei scritti, di continuare a farla amare da tanti altri lettori. 338.7125981

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