DALLA BANCHETTISTICA AL RISTORANTINO, LE DUE ANIME DELLO CHEF CHICCO CORIA

Nella Villa Monticelli di Montello (Bg), nasce “Borgogna”, un locale da 30-35 posti dove lo chef bergamasco può far valere le sue qualità, pur continuando a occuparsi di banqueting.

 

Figlio di un gastronomo con attività a Martinengo, Chicco Coria, 52 anni, cuoco per vocazione, ha cominciato a soli 10 anni a sbattere le uova per la maionese. «Quando frequentavo l’istituto alberghiero di San Pellegrino – ricorda – ero avvantaggiato rispetto ai miei compagni, grazie alla scuola e anche alle pedate di mio padre». Ai fornelli da 42 anni, è noto per un suo stile di cucina che ha via via trasferito nelle varie location dove ha lavorato: l’Abacanto sul lago di Endine, il Cappello d’Oro a Bergamo, l’One Restaurant a Dalmine. Da qualche anno si è dedicato alla banchettistica, dirigendo cucine per grandi numeri, sempre però con il desiderio – legittimo di ogni chef di valore – di avere anche un ristorantino con pochi coperti dove far apprezzare ai veri intenditori le sue lavorazioni in cucina.

Ecco fatto: da qualche giorno ha incominciato a funzionare il ristorante “Borgogna”, ricavato in una sezione della vasta Villa Monticelli, a Montello, Comune a pochi chilometri da Bergamo, ai piedi delle colline della Valcalepio. Il nome “Borgogna” non ha niente a che fare con la nota regione vinicola francese, ma è collegato a un canale che ha questo nome, fatto tracciare – dicono le carte – addirittura dal condottiero Bartolomeo Colleoni, cinquecento anni fa.

Ingresso riservato rispetto a quello principale per la banchettistica, 30-35 posti al massimo, arredo minimal (ma con centro tavola d’autore: mini sculture in pietra firmate da Beppe Borella), uno splendido dehors immerso nel verde e una cucina costruita ex novo come Chicco l’ha voluta. Coria si avvale della qualificata e professionale collaborazione di Stefano Zibetti responsabile dei ricevimenti a Villa Monticelli e Umberto Sirtoli, direttore del ristorante.

Il menù è studiato per accontentare un po’ tutti i gusti, pur contenendo il numero dell’offerta: cinque antipasti, altrettanti primi piatti, sei secondi e cinque dessert. Pesce e carne equamente distribuiti, con i tocchi personali dello chef, l’uso di erbe e spezie, per rendere il piatto degno di una firma come quella di Chicco Coria. Poche proposte ma cambiate molto spesso in base alla stagionalità delle materie prime.

Ecco allora, tanto per fare qualche esempio, una “tartare di manzo Chicco style con gelatina di gin e limone”, “carpaccio di baccalà con burrata, polvere di capperi e olive caramellate”, gli immancabili “paccheri con cacio, pepe, guanciale e pomodoro secco” o le “trofie con broccoli, acciughe del Cantabrico e pecorino”. Molto estivo il “filetto di rombo con salsa verde al crescione, prezzemolo, cipolline e asparagi” oppure “filetto rosa di vitello al cardamomo e limone con ortaggi primaverili allo zenzero”. Per finire un delizioso tiramisù oppure una rinfrescante “zuppetta di frutta e verdure in bagnetto agli aromi”.

Nel primo periodo di attività, Borgogna è aperto solo a cena dal mercoledì al sabato, la domenica solo a pranzo. Confrontato al resto del lavoro (la banchettistica al complesso della Vecchia Filanda di Brusaporto, al Castello di Valverde a Bergamo, oltre che alla stessa Villa Monticelli capace di mettere a sedere alcune centinaia di persone), il ristorantino diventa quasi un divertissement, un modo per esprimersi in preparazioni così accurate da non essere moltiplicabili in centinaia di porzioni, per far vivere all’ospite buongustaio i valori di una cucina antica e moderna al tempo stesso.

Ristorante Borgogna, via Calvi 9, Villa Monticelli, 24060 Montello (Bg), 035.244123, 389.5796086, info@ristoranteborgogna.it – www.ristoranteborgogna.it

NELLA FOTO, DA SINISTRA, ZIBETTI, CORIA E SIRTOLI.

 

 

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Roberto Vitali

Laureato in Lettere alla “Cattolica” di Milano, ho cominciato durante l’università a scrivere per il quotidiano della mia città, “L’Eco di Bergamo”, al quale – pur essendo oggi in età di pensione – continuo a collaborare sia sul cartaceo che sul sito web. Sono stato addetto stampa di enti pubblici, direttore di Teleorobica, direttore-editore del mensile “Bergamo a Tavola” (1986-1990) poi trasformato in “Lombardia a Tavola” (1990-2002) e poi venduto (oggi vive ancora trasformato in "Italia a Tavola"). Mi sono sempre occupato, oltre che della cronaca bianca della mia città, di enogastronomia e viaggi. Ho collaborato alla Rai-Gr1, vinto premi giornalistici in tutta Italia e scritto qualche libretto, tra cui “La cucina bergamasca – Dizionario enciclopedico” e una Guida dei ristoranti di Bergamo città e provincia. Mi piace l’Italia e tutto quello che di buono e bello sa offrire. Spero, con i miei scritti, di continuare a farla amare da tanti altri lettori. 338.7125981

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