CHAMPAGNE ENCRY, UN TOP PRODOTTO A LE MESNIL SUR OGER DA UN IMPRENDITORE ITALIANO

Una serata senza precedenti in terra bergamasca si è svolta al ristorante Da Giò di Seriate, dove Giò, lo chef patron, al secolo Giovanni D’Auria, lavora seriamente da poco più di tre anni avvalendosi di bravi collaboratori e migliorando sempre più la qualità delle sue offerte gastronomiche. La conviviale del 1 marzo (un tavolo imperiale per 32 posti) ha visto la cucina di pesce di Giò affiancarsi e reggere un abbinamento prezioso con lo Champagne Encry, bollicine francesi prodotte da un imprenditore italiano, sì, italiano, nella zona più vocata della regione di Champagne .


Ci voleva tutta la passione e la follia del padovano Enrico Baldin e della sua compagna Nadia Nicoli per dare vita a questa piccola Maison che vinifica e spumantizza le uve di preziosi 3,5 ettari, in collina a Le Mesnil. Da un profondo e incondizionato amore verso lo Champagne ha preso le mosse il progetto vitivinicolo a quattro mani che oggi risponde al nome di Encry, prodotto dalla Maison Vue Blanche Estelle. Partiti dall’Italia, il sogno di Enrico e Nadia si è concretizzato in pochissimi ettari di vigneto, situati a Le Mesnil-Sur-Oger, uno dei soli 17 Grand Cru della AOC dello Champagne. Nel cuore della Côte de Blancs, dalla prima vendemmia del 2004, in pochi anni gli Champagne Encry hanno raggiunto livelli qualitativi tali da attirare tutta l’attenzione della critica del settore. Capacità, costanza e competenza imprenditoriale hanno dettato il ritmo, cosicché nascono oggi etichette raffinate ed eleganti, che propongono calici ricchi di emozionanti sensazioni, rispecchiando l’unicità del terroir da cui provengono e soprattutto in grado di regalare un sorso di assoluto livello qualitativo, capace di competere con le più rinomate e blasonate Maison di Champagne.


Lo si è potuto constatare nel prezioso menù studiato per l’occasione da Giò e negli altrettanti preziosi abbinamenti. Sé cominciato con il Brut (100% Chardonnay, almeno 46 mesi sui lieviti, di grande cremosità e lunghezza in bocca) abbinato a ostriche; scampo e gambero rosso al vapore; tortino di patate e parmigiano con caviale; melanzana fritta con ricotta, basilico e pomodorini.


Si è passati allo Champagne Encry Gran Rosé (una rarità nel panorama delle bollicine francesi, per la sua unicità anomala, colore delicato, in bocca una spanna di acidità-sapidità con chiusura netta, pulita) abbinato a tartare di manzo di Fassona con fois gras scottato: applauso.


Il terzo Champagne, Nature Dosaggio 0 ha accompagnato degli straordinari paccheri con astice, gocce di burrata e pomodoro confit. Quindi, l’atteso Encry Millesimato 2009 (il più recente in commercio) ha accompagnato il tonno al pistacchio con crema al pecorino romano. Confermata la longevità di uno Champagne prodotto con amore e che rispecchia la territorialità da cui proviene, una delle più importanti particelle della Champagne.


Alla cena erano presenti i titolari di Ecry, Enrico e Nadia, che hanno spiegato in modo semplice ma entusiasmante il percorso che li portati a produrre Champagne; con loro anche l’importatore in Italia, Gianpaolo Girardi di “Proposta Vini sas” con sede a Pergine Valsugana e Annamaria Belotti, rappresentante di Encry per Bergamo e provincia. Ha onorato il convivio la Top Italian Chef Ljubica Komlenic. Originaria di Belgrado e naturalizzata italiana, Liù come la chiamano i colleghi, ha frequentato corsi specialistici tenuti da grandi professionisti, seguendo lezioni di cucina in Italia e all’estero. Laureata tecnico alimentare ed in gastronomia, ha fatto parte della Nic (Nazionale Italiana Cuochi) come Team Coach degli allenamenti del Junior Team. Nel 2015 ha ricevuto la giacca di riconoscimento come Top Italian Chef, che unisce le eccellenze italiane attivando un circuito con nuovi canali di interazione tra chef, pasticcieri, arte, design, fashion e brand, per valorizzare i pregi di ognuno, creando un equilibrio ottimale. Ljubica è la coordinatrice nazionale di questo circuito. Liù si è complimentata con lo chef Giovanni D’Auria e gli ha regalato un grembiule con il marchio Top. A questi complimenti non c’è altro da aggiungere.


NELLA FOTO, DA SINISTRA, GIANPAOLO GIRARDI, ANNA BELOTTI, LO CHEF GIO', NADIA NICOLI, ENRICO BALDIN.

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Roberto Vitali

Laureato in Lettere alla “Cattolica” di Milano, ho cominciato durante l’università a scrivere per il quotidiano della mia città, “L’Eco di Bergamo”, al quale – pur essendo oggi in età di pensione – continuo a collaborare sia sul cartaceo che sul sito web. Sono stato addetto stampa di enti pubblici, direttore di Teleorobica, direttore-editore del mensile “Bergamo a Tavola” (1986-1990) poi trasformato in “Lombardia a Tavola” (1990-2002) e poi venduto (oggi vive ancora trasformato in "Italia a Tavola"). Mi sono sempre occupato, oltre che della cronaca bianca della mia città, di enogastronomia e viaggi. Ho collaborato alla Rai-Gr1, vinto premi giornalistici in tutta Italia e scritto qualche libretto, tra cui “La cucina bergamasca – Dizionario enciclopedico” e una Guida dei ristoranti di Bergamo città e provincia. Mi piace l’Italia e tutto quello che di buono e bello sa offrire. Spero, con i miei scritti, di continuare a farla amare da tanti altri lettori. 338.7125981

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