BOTTEGA, LAVORO IN AZIENDA PREFERIBILE ALLO SMART WORKING

Il lavoro a pieno ritmo in azienda è un valore importante, è un sinonimo di normalità di cui molti sentono la mancanza, anche in tempi in cui lo smart working è diventato una tendenza. A questo proposito i dipendenti Bottega hanno scritto una lettera aperta alla direzione, chiedendo di ritornare a lavorare in azienda, per poter riprendere a condividere i successi e le problematiche professionali, per avere uno scambio continuo con i colleghi, per vivere la socialità aziendale.

Nel mese di settembre che, con la ripresa della scuola, con la normalizzazione del lavoro e con l’avvio della vendemmia, rappresenta il reale inizio di un nuovo anno, lo staff dell’azienda ha inoltre realizzato un video dal titolo “un rientro in grande stile”. Le immagini leggere e accattivanti ritraggono la ripresa del lavoro come un momento di festa, da celebrare con completi eleganti, tacchi vistosi e abiti da sera. Un rientro al lavoro nel segno dell’impegno, dell’allegria e dell’ottimismo, con la convinzione che il futuro si concretizzerà in una progressiva ripresa economica e in un pieno ritorno alla normalità.

I mesi del lockdown e quelli successivi, caratterizzati da una ripresa ancora macchinosa, hanno segnato tanto le aziende quanto i lavoratori. In questo contesto il lavoro da casa è stato una risorsa importante che, nel corso del picco della pandemia e successivamente, ha consentito alle aziende di andare avanti e ai lavoratori di mantenere il reddito. Tuttavia sul lungo periodo emergono criticità da non sottovalutare.

A questo proposito Sandro Bottega, presidente di Bottega S.p.A., cantina distilleria di Bibano (TV) dichiara: “In un momento in cui lo smart working viene presentato come modello, occorre rispettare il giusto equilibrio tra lavoro da casa e lavoro in azienda, considerando che l’indotto (ristoranti, bar e trasporti….) viene fortemente penalizzato. Inoltre le aziende perdono il confronto interno e il contatto diretto con il prodotto di riferimento, mentre i dipendenti, lavorando da casa in solitudine, rischiano l’isolamento. Per fare il vino buono gli enologi devono essere presenti in cantina e non a casa davanti al computer, a controllare da remoto la temperatura delle autoclavi.”

Il clima dell’azienda e la condivisione delle idee e delle esperienze sono il carburante per lavorare meglio e per crescere professionalmente, in particolare per i giovani che arricchiscono la propria formazione, confrontandosi costantemente sul campo e imparando a gestire tanto la soddisfazione per i risultati raggiunti quanto le inevitabili tensioni che sono parte integrante del mondo del lavoro.

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Roberto Vitali

Laureato in Lettere alla “Cattolica” di Milano, ho cominciato durante l’università a scrivere per il quotidiano della mia città, “L’Eco di Bergamo”, al quale – pur essendo oggi in età di pensione – continuo a collaborare sia sul cartaceo che sul sito web. Sono stato addetto stampa di enti pubblici, direttore di Teleorobica, direttore-editore del mensile “Bergamo a Tavola” (1986-1990) poi trasformato in “Lombardia a Tavola” (1990-2002) e poi venduto (oggi vive ancora trasformato in "Italia a Tavola"). Mi sono sempre occupato, oltre che della cronaca bianca della mia città, di enogastronomia e viaggi. Ho collaborato alla Rai-Gr1, vinto premi giornalistici in tutta Italia e scritto qualche libretto, tra cui “La cucina bergamasca – Dizionario enciclopedico” e una Guida dei ristoranti di Bergamo città e provincia. Mi piace l’Italia e tutto quello che di buono e bello sa offrire. Spero, con i miei scritti, di continuare a farla amare da tanti altri lettori. 338.7125981

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