PROSECCO SUPERIORE DOCG: COSTI DI PRODUZIONE PIU’ ALTI DELLO CHAMPAGNE

Capodanno 2020: Bottega propone Il Vino dei Poeti Rive Prosecco Superiore Docg

    Il Prosecco Superiore Docg ha un costo di coltivazione e quindi di produzione ben più elevato dello Champagne. Infatti facendo un’analisi dei costi comparati, occorre considerare che le pendenze dei vigneti dell’area del Prosecco Superiore Docg (specie le Rive), richiedono per la coltivazione manuale di un ettaro circa 480 ore di lavoro l’anno, contro poco più della metà dei produttori dello Champagne, che possono anche utilizzare apposite macchine agricole.

    Inoltre, nonostante la convinzione generale, i costi di produzione successivi ancor di più evidenziano l’elevato e maggior costo di produzione del Prosecco Superiore Docg rispetto allo Champagne. Infatti i costi degli impianti di spumantizzazione del primo sono elevatissimi, mentre per lo Champagne l’imbottigliamento direttamente in bottiglia permette di effettuare le operazioni facilmente e senza grandi investimenti in mezzi di produzione.

    A chi si appella ai costi finanziari dei tempi di fermentazione, si può facilmente dimostrare che hanno un’incidenza minima, in quanto gli oneri finanziari pesano dal 2% al 3% l’anno. Non a caso il Cava spagnolo, prodotto con il medesimo metodo dello Champagne, ha prezzi dimezzati rispetto al Prosecco e 5 volte inferiori a quelli dello Champagne.

    Nello specifico i costi di gestione e di coltivazione per ettaro ammontano a 10.000 euro l’anno per il Prosecco Superiore Docg e a 7.500 euro per lo Champagne. Mentre l’ammortamento degli investimenti produttivi è quantificabile in 0,20 centesimi ogni bottiglia da 75 cl di Prosecco Superiore Docg e in 0,05 centesimi ogni bottiglia da 75 cl di Champagne.

    Ma non è solo una questione di costi, ma anche di rischi: un produttore di Prosecco Superiore Docg, nel caso di un’annata mediocre, non può fare nulla. Invece il produttore di Champagne, grazie all’escamotage del “liqueur d’expedition”, può correggere la qualità a suo piacimento.

    Il Vino dei Poeti Prosecco Superiore Rive: lo spumante delle feste

    Sulla base di queste considerazioni per il prossimo Capodanno, nel segno del “bere italiano”, Bottega propone un Prosecco di razza. Si tratta di un Prosecco Superiore Rive Docg, l’eccellenza della denominazione, che ha origine dalle “Rive” di Farra di Soligo, Comune caratterizzato da colline di grande impatto paesaggistico. Le “rive”, in dialetto locale, sono i fianchi scoscesi delle colline, che nella zona del Prosecco storico, possono essere molto ripide, quasi verticali, richiedendo l’adozione della cosiddetta “viticoltura eroica”, interamente operata a mano. Vino dei Poeti Prosecco Superiore Rive di Farra di Soligo Docg è stato vinificato in Dry, con un residuo zuccherino superiore ai 20 g/l, nel segno della tradizione che privilegia morbidezza ed equilibrio. Questo vino elegante, netto e raffinato si caratterizza per la carica aromatica che richiama sentori fruttati (mela, pera, banana e pesca) e floreali (glicine e gelsomino). Al palato risulta morbido, ampio e cremoso, con una caratteristica nota salina e una buona struttura.

    Ottimo aperitivo, si abbina egregiamente con antipasti e primi piatti a base di pesce e verdure. L’elevato residuo zuccherino rende questo Prosecco abbinabile anche con la frutta e con i dolci natalizi, quali il Panettone e il Pandoro. Va servito a una temperatura di 4/5° C in bicchieri ad ampio calice, per consentire di apprezzarne al meglio la carica aromatica.

    Bottiglia dall’originale forma schiacciata e panciuta è impreziosita da un’etichetta glitterata che regala al prodotto un’immagine d’impatto, sottolineandone il valore e la qualità. Questo prodotto (75 cl) ha un prezzo al pubblico di circa 15 euro.

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    Roberto Vitali

    Laureato in Lettere alla “Cattolica” di Milano, ho cominciato durante l’università a scrivere per il quotidiano della mia città, “L’Eco di Bergamo”, al quale – pur essendo oggi in età di pensione – continuo a collaborare sia sul cartaceo che sul sito web. Sono stato addetto stampa di enti pubblici, direttore di Teleorobica, direttore-editore del mensile “Bergamo a Tavola” (1986-1990) poi trasformato in “Lombardia a Tavola” (1990-2002) e poi venduto (oggi vive ancora trasformato in "Italia a Tavola"). Mi sono sempre occupato, oltre che della cronaca bianca della mia città, di enogastronomia e viaggi. Ho collaborato alla Rai-Gr1, vinto premi giornalistici in tutta Italia e scritto qualche libretto, tra cui “La cucina bergamasca – Dizionario enciclopedico” e una Guida dei ristoranti di Bergamo città e provincia. Mi piace l’Italia e tutto quello che di buono e bello sa offrire. Spero, con i miei scritti, di continuare a farla amare da tanti altri lettori. 338.7125981

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