LE COLLINE DEL PROSECCO MERITANO IL RICONOSCIMENTO UNESCO, MA VANNO PROTETTE

Il produttore Sandro Bottega festeggia e ribadisce l’urgenza di proteggere tanto il territorio quanto il Prosecco, un vino che ha costi di produzione più alti dello Champagne.

NELLA FOTO UN VIGNETO BOTTEGA NELLA ZONA DI VITTORIO VENETO, ZONA DOCG E UNESCO. 

Il 7 luglio a Baku, in Azerbaijan, il World Heritage Commettee dell’Unesco ha decretato l’inserimento delle Colline di Conegliano e Valdobbiadene nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità, che oggi conta quindi 55 siti italiani. Si tratta di un importante ritorno di immagine per le cantine dell’area e per tutto il territorio.

L’azienda Bottega, presente con il Prosecco e con altri prodotti in 140 Paesi del mondo, si congratula con Luca Zaia, governatore della Regione Veneto, con il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Docg e con tutte le istituzioni che hanno promosso e perseguito un progetto complesso e articolato.

Sandro Bottega, presidente di Bottega S.p.A., manifesta la propria soddisfazione e dichiara: «Le colline di Conegliano Valdobbiadene sono un territorio di grande bellezza e avrebbero certamente meritato che un riconoscimento di tale prestigio arrivasse prima. Tutto il mondo del Prosecco ne beneficierà e questa considerazione supera tutte le altre. Verranno premiati certamente i produttori che con fatica e sacrificio hanno lavorato con l’unico obiettivo della qualità, in vigna, in cantina e sul mercato. Verrà premiato chi ha promosso questo vino in Paesi lontani, facendolo conoscere ai quattro angoli del globo, fino a creare una tendenza di consumo e quindi una richiesta sempre più importante. Mi rammarica però pensare che verrà premiato anche chi è andato a traino e ha giocato negli anni su una qualità al ribasso».

Bottega aggiunge: «Proprio in questo momento di soddisfazione diffusa, i produttori di qualità vanno protetti, creando delle commissioni di degustazione più severe, limitando le rese per ettaro e adeguando effettivamente il livello qualitativo ai canoni imposti dal Consorzio. La recente messa al bando dell’impiego del glifosato in vigna rappresenta una pietra miliare nel segno del rispetto del territorio e della salute. Il Prosecco, quello vero, ha una valenza pari a quella dello Champagne e costi di produzione a volte anche superiori. Infatti l’area dello Champagne è quasi piatta rispetto a quella del Prosecco (in particolare Docg) che è collinare con zone molto scoscese. Quindi la vendemmia e la manutenzione dei vigneti sono notevolmente più onerose nell’area del Prosecco. ll metodo Martinotti (Prosecco) richiede investimenti infrastrutturali (autoclavi, macchine riempitrici) molto più costosi rispetto a quelli necessari per il metodo Champenois (Champagne). Lo stoccaggio in cantina dello Champagne per almeno 15 mesi, visto l’attuale bassissimo costo del denaro, non modifica le proporzioni anche se immobilizza il capitale. Non a caso il Cava spagnolo, prodotto anch’esso con il metodo Champenois, ha mediamente un costo inferiore a quello del Prosecco».

Rispetto per il territorio, sostenibilità ambientale e cura costante della qualità hanno consentito al Prosecco Bottega di sfidare lo Champagne e di diventare il secondo spumante nel canale Travel Retail. L’azienda di Bibano di Godega guarda quindi con fiducia al futuro, brindando a un terrritorio splendido, patrimonio dei cittadini del mondo.

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Roberto Vitali

Laureato in Lettere alla “Cattolica” di Milano, ho cominciato durante l’università a scrivere per il quotidiano della mia città, “L’Eco di Bergamo”, al quale – pur essendo oggi in età di pensione – continuo a collaborare sia sul cartaceo che sul sito web. Sono stato addetto stampa di enti pubblici, direttore di Teleorobica, direttore-editore del mensile “Bergamo a Tavola” (1986-1990) poi trasformato in “Lombardia a Tavola” (1990-2002) e poi venduto (oggi vive ancora trasformato in "Italia a Tavola"). Mi sono sempre occupato, oltre che della cronaca bianca della mia città, di enogastronomia e viaggi. Ho collaborato alla Rai-Gr1, vinto premi giornalistici in tutta Italia e scritto qualche libretto, tra cui “La cucina bergamasca – Dizionario enciclopedico” e una Guida dei ristoranti di Bergamo città e provincia. Mi piace l’Italia e tutto quello che di buono e bello sa offrire. Spero, con i miei scritti, di continuare a farla amare da tanti altri lettori. 338.7125981

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