BOLOGNA - Carracci in dialogo con la modernità: a Bologna Palazzo Fava celebra il 400mo anniversario della morte di Ludovico Carracci

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I FREGI DEI CARRACCI IN DIALOGO CON LA MODERNITÀ
Palazzo Fava celebra il 400mo anniversario della morte di Ludovico Carracci 
Dal 22 novembre al 16 febbraio un percorso espositivo di 31 opere di arte moderna e contemporanea dalla collezione Fondazione Carisbo in dialogo coi fregi carracceschi, che per primi rivelarono al mondo la grandezza dei tre artisti 

 

Bologna, 21 novembre 2019 – In occasione delle celebrazioni per i 400 anni dalla morte di Ludovico Carracci, Palazzo Fava. Palazzo delle Esposizioni di Bologna apre al pubblico le porte del Piano Nobile con i celebri cicli carracceschi di Giasone e Medea - la prima impresa collettiva di Ludovico, Agostino e Annibale – e delle avventure di Enea realizzato da Ludovico e dai loro allievi.  
Per l’occasione il museo mette in dialogo gli affreschi che rivelarono al mondo la rivoluzione dei Carracci con 31 opere tra dipinti, sculture e installazioni del Novecento provenienti dalla collezione di Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, molte delle quali mai esposte al pubblico prima: un confronto trasversale tra le epoche e gli stili, alla ricerca di affinità tematiche o formali tra le opere antiche, moderne e contemporanee.
 
 “Il fregio dei Carracci – Opere a confronto” - aperto al pubblico dal 22 novembre al 16 febbraio 2020 -  ha alla base un lavoro di ricerca nei caveaux, condotto da Benedetta Basevi e Mirko Nottoli, storici dell’arte di Genus Bononiae, per individuare opere che presentassero attinenze tematiche. Così “Il Dittatore folle” di Galileo Chini - esposto per la prima volta - dipinto in occasione delle celebrazioni per l’arrivo di Hitler a Firenze nel 1938, rimanda nella sua feroce mostruosità al minaccioso Polifemo incontrato da Enea e i suoi compagni in Sicilia; mentre i nudi di Nicola Samorì, uno dei più apprezzati artisti contemporanei documentano il ciclico ritorno del classico nella storia dell’arte, analogamente a quanto fecero allo scadere del Cinquecento i tre Carracci. E ancora il tumulto della “Battaglia” di Giuseppe Maria Crespi, che rimanda a quello dei combattimenti di Giasone, o la “Salomé” di Mimmo Palladino, eroina tragica al pari della Didone dell’Eneide. Tra le opere esposte anche le “Pietre Alpestri” di Fortunato Depero e la “Scultura Luminosa” di Marco Lodola, che nei loro colori accesi e nella gioiosità della composizione richiamano il tema del gioco dei fregi della Sala Cesi, tra gare con l’arco, corse e tornei tratte dal sesto libro dell’Eneide.  
 
In occasione della riapertura del Piano Nobile esce per i Tipi della Maggioli Edizioni la Guida di Palazzo Fava a cura di Angelo Mazza, che offre la prima documentazione integrale dell’apparato decorativo di Palazzo Fava. Le fotografie presenti nel volume, realizzate dall’acuto occhio di Carlo Vannini, consentono di apprezzare frame by frame i fregi affrescati delle sei sale, a partire dal ciclo della Sala del Giasone che nell’approccio naturalistico, negli effetti illusivi e nell’afflato poetico di alcune scene, come quella degli incantesimi notturni di Medea, rappresenta il manifesto innovativo della pittura moderna, aprendo un nuovo capitolo della storia della pittura europea.
 
“Con questo nuovo allestimento, a celebrazione del 400mo anniversario della morte di Ludovico, abbiamo voluto valorizzare gli affreschi carracceschi e la loro iconografia - spiega Angelo Mazza – a partire dalla scelta dei soggetti pittorici. Non può infatti sfuggire che la celebrazione bolognese di Enea progenitore dei romani, in quello che è il più vasto ciclo italiano sull’Eneide, suona come messaggio politico di professata sudditanza allo Stato della Chiesa, di cui la città era, dopo Roma, il più importante centro urbano. Così come nell’impressionante naturalismo del ciclo di Giasone e Medea si ravvisa un omaggio al rinnovato interesse nei confronti dello studio della natura, di cui il bolognese Ulisse Aldrovandi fu uno dei principali fautori”. 
 
“Le celebrazioni per i 400 anni dalla morte di Ludovico Carracci, rappresentano per Genus Bononiae l’occasione per valorizzare il grande patrimonio che i tre artisti hanno lasciato a Palazzo Fava. Un’opera immensa che fa sempre ‘da sfondo’ alle nostre mostre, ma che per alcuni mesi dell’anno vogliamo valorizzare ‘in esclusiva’, con poche opere del contemporaneo che ci portino a concentrare l’attenzione sulla bellezza del fregio e l’importanza di averlo recuperato. Ricordo, infatti, che quando la Fondazione lo ha acquistato Palazzo Fava era ridotto a un rudere, colpevolmente abbandonato insieme a tutti i suoi tesori: le preziose sale affrescate dai Carracci rischiavano di affondare nel buio dell’incuria” ricorda il Presidente Fabio Roversi- Monaco.
 
Tante le proposte di approfondimento pensate durante tutto il periodo dell’esposizione: partirà il 4 dicembre il ciclo di incontri con esperti d’arte, coordinato dal Prof. Angelo Mazza. Il primo incontro, tenuto dai curatori Mirko Nottoli e Benedetta Basevi, sarà incentrato proprio sul dialogo tra classicismo e arte contemporanea. Eventi e laboratori per bambini, famiglie e adulti, saranno anche organizzati dai Servizi Educativi di Genus Bononiae: tra gli altri la visita negli spazi dell’Hotel Baglioni Majestic dove i Carracci dipinsero il Camerino d’Europa per le nozze di Filippo Fava e Ginevra Orsi, il tour in diverse chiese  e palazzi di Bologna che custodiscono capolavori carracceschi e  i laboratori creativi per avvicinare i più piccoli all’arte dei Carracci  e approfondire il percorso artistico di Annibale, Ludovico e Agostino a Bologna.
 
Calendario aggiornato su www.genusbononiae.it
 

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