ANCHE ENOLOGIA BERGAMASCA IN DIFFICOLTA' PER CORONAVIRUS, MA C'E' OTTIMISMO

Mercato del vino in calo del 50 per cento, annullato il concorso Serendipity Wines, slittato al prossimo anno l’appuntamento al Vinitaly, in forse l’edizione autunnale di “Emozioni dal mondo:Merlot e Cabernet insieme”. Al tempo del coronavirus non sono buone le notizie dal mondo enologico bergamasco.

Sergio Cantoni è direttore da oltre 30 anni del Consorzio Valcalepio e della Cantina sociale bergamasca di San Paolo d’Argon (Bg). Nessuno meglio di lui può conoscere la situazione:«Abbiamo dovuto annullare il concorso Serendipity Wines, dedicato ai vini passiti, liquorosi e aromatizzati, nato lo scorso anno sotto la spinta della “Associazione Strada del vino Valcalepio e dei sapori bergamaschi”. Era tutto pronto per il 28, 29 e 30 maggio, la location Grumello del Monte, che avrebbe ospitato sia la degustazione che il convegno del sabato. A malincuore abbiamo dovuto rimandare alla primavera prossima la seconda edizione di questo concorso particolare ed unico. Rimaniamo in stand by per il nostro appuntamento autunnale, il concorso “Emozioni dal mondo”, annunciato per il terzo fine settimana di ottobre. Speriamo ancora di poterlo fare e sarebbe un bel messaggio di ripresa per Bergamo e il suo territorio».

Come sta andando il mercato del vino? «Dicono le statistiche che oltre il 60% si vende attraverso la grande distribuzione, il 30% nel canale Horeca e un 10% in vendite dirette. Il settore vede le aziende introdotte nella Gdo lavorare al 40-50% della potenzialità , il canale Horeca praticamente azzerato e la vendita a privati intorno ad 2-3%. La maggioranza delle aziende piccole e medie sono praticamente ferme o quasi ed altre più organizzate lavorano al 50% della potenzialità».

Prospettive future? «Ritengo che bisogna essere positivi. Il tessuto produttivo agricolo è reattivo ed essendo formato da aziende medio-piccole dovrebbe riprendere al meglio, soprattutto se la ristorazione bergamasca saprà abbracciare il suo vino, il Valcalepio, riconoscendone il valore e proponendolo a tutti coloro che verranno a Bergamo, la città di cui tanto si parla e scrive in questo triste periodo. Tutti hanno parlato di orgoglio bergamasco, di unicità del carattere e del territorio bergamasco: ecco, la speranza è che la ristorazione abbracci i nostri vini, dal “Valcalepio”, al “Colleoni”, al “Bergamasca”, al “Moscato di Scanzo”, creando un meccanismo virtuoso che non potrà che rivelarsi vincente».

In prospettiva della prossima vendemmia, da più parti si teme che ci saranno problemi per la carenza di manodopera che non arriverà dall’estero. «Chiaramente la coltivazione delle viti abbisogna di manodopera , ma abbiamo cooperative locali in grado di supplire a queste esigenze ed anche per la vendemmia non ritengo avremo problemi. Cerchiamo di mettere in pratica quello che questa emergenza ci sta insegnando: il primo guadagno di una economia è far ricadere la liquidità sul territorio. Se anche spendo un po’ di più ma il denaro rimane sul territorio creo un circolo virtuoso che a lungo andare non può che creare benessere per tutti».

Il presidente di Coldiretti Ettore Prandini ha invocato la semplificazione del pagamento in voucher, temendo per la regolare fornitura alimentare del Paese. «Sono d’accordo – conclude Cantoni - che serva una radicale semplificazione del voucher agricolo, per consentire a cassaintegrati, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui scuole, università, attività economiche e aziende sono chiuse. Molti lavoratori in cassa integrazione potrebbero trovare una integrazione del reddito proprio nelle attività di raccolta nelle campagne, restituendo così dignità al lavoro agricolo e valorizzandolo come prospettiva professionale, anziché continuare a bollarlo come un’occupazione da cui gli italiani debbano tenersi lontani».

Da venerdì 3 aprile è stato riaperto il punto vendita della Cantina sociale di San Paolo d’Argon, la realtà vinicola più grande e importante della provincia. «Vista la situazione sanitaria – afferma il direttore Sergio Cantoni - avevamo ritenuto giusto chiudere il punto vendita, consapevoli che molti clienti ne avrebbero risentito, ma la sicurezza dei dipendenti e dei clienti veniva prima di tutto. In questa emergenza abbiamo immediatamente fermato l’ingresso degli esterni e munito i dipendenti di presidi sanitari per garantire la sicurezza di tutti. Ora abbiamo riaperto per due giorni la settimana e, senza alcun costo aggiuntivo, garantiamo la consegna a domicilio dei vini ordinati alla nostra segreteria».

«In questi giorni – aggiunge Cantoni - ho dovuto inviare ai soci della cantina una lettera per rassicurarli. Una associazione di categoria andava dicendo che quest’anno la cantina non avrebbe ritirato le uve perché non sarebbe riuscita a consumare il vino prodotto lo scorso anno e quindi si sarebbe astenuta dal fare la prossima vendemmia. Questo per spingere parte dei produttori a fare la cosiddetta vendemmia verde, che prevede un contributo per chi elimina completamente la produzione. Posso invece rassicurare tutti i soci che continueremo nel pagamento delle uve della vendemmia 2019 e attendiamo con entusiasmo le uve della vendemmia 2020, aspettandoci uve sane, mature, in grado di poter garantire ai consumatori un vino di qualità in linea con gli standard degli ultimi anni».

In questi anni la Cantina sociale bergamasca ha fatto molti investimenti strutturali e si è dotata di impianti produttivi moderni e funzionali. Raggruppa 52 aziende viticole di varia dimensione, da 1 ettaro a 24 ettari. Gestisce direttamente una azienda biologica di 7 ettari a Scanzorosciate ed una azienda convenzionale di 11 ettari ad Almenno San Salvatore. Produce e imbottiglia circa 700.00 bottiglie ogni anno, distribuendo i suoi vini in tutto il territorio regionale. Fa lavorare nove dipendenti diretti».

 

 

 

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Roberto Vitali

Laureato in Lettere alla “Cattolica” di Milano, ho cominciato durante l’università a scrivere per il quotidiano della mia città, “L’Eco di Bergamo”, al quale – pur essendo oggi in età di pensione – continuo a collaborare sia sul cartaceo che sul sito web. Sono stato addetto stampa di enti pubblici, direttore di Teleorobica, direttore-editore del mensile “Bergamo a Tavola” (1986-1990) poi trasformato in “Lombardia a Tavola” (1990-2002) e poi venduto (oggi vive ancora trasformato in "Italia a Tavola"). Mi sono sempre occupato, oltre che della cronaca bianca della mia città, di enogastronomia e viaggi. Ho collaborato alla Rai-Gr1, vinto premi giornalistici in tutta Italia e scritto qualche libretto, tra cui “La cucina bergamasca – Dizionario enciclopedico” e una Guida dei ristoranti di Bergamo città e provincia. Mi piace l’Italia e tutto quello che di buono e bello sa offrire. Spero, con i miei scritti, di continuare a farla amare da tanti altri lettori. 338.7125981

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