Africa & Confine, al Museo della Maschera di Abano 80 anni con Donato Sartori

 

 

La mostra etnoantropologica AFRICAe la mostra internazionale di arte contemporanea CONFINE proseguono il ciclo di esposizioni temporanee al Museo Internazionale della Maschera Amleto e Donato Sartori. L'inaugurazione sarà sabato 11 maggio 2019 alle ore 18.00 nell’ambito delle iniziative 80 anni con Donato, l’arte per vivere.

 

 

 

Nell’ambito dell’ideazione delle mostre si sono sperimentati percorsi dell’arte nell’arte.Esperienze che appartengono ad Amleto Sartori (1915-1962) e Donato Sartori (1939-2016) e proseguono grazie al Centro Maschere e Strutture Gestuali.

 

Il Centro fondato nel 1979 da Donato Sartori, Paola Piizzi, Paolo Trombetta, e oggi diretto da Sarah Sartori, è costituito come gruppo di ricerca pluridisciplinare che da decenni si impegna nello studio dei vari aspetti etnologici, antropologici, dello spettacolo e delle arti visive nel suo complesso. Il Centro ha progettato, coordinato e allestito questa importante esposizione attraverso linguaggi dell’arte apparentemente diversi ma che si collegano e si intrecciano nelle varie discipline delle nuove collezioni e delle nuove prospettive dell’arte.

 

Le esperienze di inclusione, integrazione, solidarietà vengono trasmesse attraverso la bellezza dell’arte che ognuno di noi da; quindi cerchiamo di creare atmosfere positive, di complicità e di riconoscimento reciproco delle risorse per sviluppare stima e considerazione che si costruiscono giorno per giorno. Le esposizioni temporanee sono due, e si relazionano con la collezione permanente del Museo Sartori.

 

 

 

AFRICAoggetti di una collezione privata che continua una selezione estetica di documentazione di un viaggio, di un amatoredelle culture africane, degli oggetti africaniche dialogano con le opere antropologiche della collezione Sartori.La maschera tradizionale ricopre funzioni estremamente legate alla vita quotidiana con compiti quali tramandare e comunicare attraverso forme simboliche. Africa, un continente misterioso e famoso per le sue bellezze naturali e per la sua cultura e arte che è stata fonte di ispirazione degli artisti legati al Primitivismo del ‘900, come Picasso, Modigliani, Matisse …

 

La maschera, espressione potente e magica.Un mondo restituito dai Sartori.

 

Per l'africano l'arte significa creare un'immagine visibile dell'invisibile che può essere usata nelle molteplici forme di culto. Egli distingue la magia bianca dalla magia nera. La magia dello stregone medico esplica azione benefica, dallo stregone malvagio, dalla strega e dagli spiriti malvagi egli si deve difendere ricorrendo all'uso delle maschere e delle immagini degli antenati i quali propendono al bene e danno protezione e benedizioni.

 

 Le immagini dei progenitori sono i media con cui l'africano si mette in comunicazione con lo spirito dell’avo al quale narra le sue preoccupazioni e al quale sì raccomanda. Le raffigurazioni di animali appaiono come spiriti protettivi, come simboli di forze svariate e incarnazioni che esorcizzano le forze del male.

 

Molte di queste maschere sono forgiate ad immagine di animali. L'elefante, il coccodrillo, la pantera e il cinghiale sono associati al concetto di forza. L'antilope rappresenta la forza del guerriero e il valore. La tartaruga porta longevità così come il serpente e la lucertola indicano sveltezza. L'uccello è invece mediatore tra la vita terrena e l'aldilà.

 

Spesso ci sono raffigurazioni di più animali uniti con sembianze umane quasi a raggruppare in un solo simbolo più poteri. La maschera rappresenta il mezzo dinamico per ottenere esorcismi contro le forze del male da cui l'uomo si sente minacciato.

 

Perché lo spirito si manifesti attraverso la maschera si ricorre a danze, sacrifici, travestimenti, ritmi di tamburi in riti notturni febbrili ed esaltanti fino a che il danzatore mascherato entra in trance, si sente compenetrato e trasfigurato e si mette in comunicazione con lo spirito invocato al quale chiede che siano soddisfatti i suoi desideri.

 

Si invocano gli spiriti durante il rituale dei defunti o per cacciare lo spirito della vendetta o per chiedere benefiche influenze per il raccolto, la semina, o per invocare la pioggia in periodo di siccità.

 

AFRICA mette in relazione, gli aspetti estetici con il tema del viaggio di Massimo Turato che ha raccolto una collezione variegata di testimonianze africane.I viaggi di Turato sono stati realizzati per organizzazioni umanitarie  quali FAO, UNICEF e altre ONG. La maggior parte degli oggetti proviene dal Congo, dove convivono centinaia di gruppi etnici con loro peculiarità, tradizioni, gusti e rituali che si influenzano ed è perciò difficile riconoscerne l'origine. La mostra nasce dal desiderio della nipote, Nicoletta Turato, di valorizzare la passione dello zio per le maschere. AFRICA si pone come punto d'incontro conl’ospitalità e la missione dei Sartori di aprire lo spazio e osservazioni altre, con sguardi di frontiera. Ricerca ora più che mai attuale, vista la necessità di conoscenza per un rispetto oltre i confini.

 

 

 

CONFINEQualcheannofaunadelletracceprevisteperl’esamedimaturitàperglistudentiItaliani proponeva una riflessione sul concetto di confine. Pietro Zanin si è posto molte domande su cosa è un confine e perché si decide di stabilire, di vivere un confine. In modo suggestivo ha utilizzato diverse fonti che hanno toccato anche la letteratura, il cinema, l’architettura e l’arte. Il nostro progetto espositivo si pone queste domande e indaga il termine e il significato del confine per parlare di persone e di migrazione, per parlare di identitàediterritorio, di luogo e di spazio delle differenze. Per parlare di accoglienza e di integrazione attraverso l’arte.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il confine rappresenta la fine della terra, il limite ultimo. Spingersi oltre il confine, in passato, significava contrastare il volere delle divinità, oltre il giusto e il consentito, andareversoqualcosadisconosciutocheavrebbesenzadubbioscatenatol’invidiadegli dei.

 

Oltrepassareilconfinesignificausciredaunospaziofamiliare,conosciuto,rassicurante, ed entrare in un luogo incerto,ignoto.

 

Il confine è dunque una linea netta, di demarcazione che non ammette ambiguità. Il concettohadallasuailpesodellalegge:perscavalcarlobisognainfrangerla.Ilconfine nel testo di Zanini è identificato con il concetto di ‘frontiera’ sebbene essa non sia una linea fissa, ma qualcosa dimobile.

 

Confine e frontiere sono però solo figure puramente geografiche, o possono diventare qualcosa che riguarda il nostro essere-stare al mondo?

 

La mitologia racconta spesso di questo confine con immagini diverse e variopinte, possiamospingercialmitobiblicodellacreazione,quandoDiodivise,limitando,ilcielo elaterra;quandoposeilvetodiprenderelamela,limitòinvecelepossibilitàdisceltae cosìgenerandolalibertàeilliberoarbitrio;oppureancora,quandoscisseParadisoe Inferno. Se ricordiamo fatti storici ci possono venire in mente la vicenda di Cesare eil Rubicone,limitechenonpotevaesserevarcato,otutteleinvasionichealtrononsonose non il trapassare un limite che scinde due realtà. Il limite indica pertanto una proprietà, un’individualità pre-definita dal limite stesso. Sempre Zanini scrive: ‘disegnare un confine diventa allora il modo per ottenere qualcosa dagli altri: uno spazio proprio dove stabilire le proprie regole, un’autonomia visibile anche dall’esterno, il riconoscimentodiunadiversità.Findallasuaprimaapparizione,ilconfinemostraquello che sembra essere il suo carattere fondamentale: segnalare il luogo di una differenza, reale o presunta chesia.

 

La mostra di arte contemporanea CONFINE tratta un percorso sulle migrazioni con artistiinternazionalicheprovengonodadiversiPaesi,Colombia,Cile,Messico,Olanda, Italia,ognunoconlepropriefrontiere.Lamostraparladellimite,dellalinearetta,della finediunluogogeografico,fisicoesimbolico.Maanchedelsuperamentodelconfine. ParladiunUlissechevarcaquellimite.Superareilconfinesignificaottenerequalcosa dagli altri: uno spazio, un’autonomia e soprattutto il riconoscimento delle differenze. Confine ospita nove artisti internazionali che si esprimono con tecniche distinte e con azionidiversificateperparlarediconfini,diviaggi,diabbandoni,dipaureedirinascite.

 

PerformanceeinstallazionidiPaolaPiizziSartorieSarahSartoriconsculturadiDonato Sartori.L’esposizioneproponesguardidifferenti:laterraelesueradicinell’operadella messicanaPaolaBecerril.Ilrapportoconildoloreelacapacitàdiriemergereattraverso il confine liquido nelle opere dell’artista colombiane Chia Devis.I confini dell’anonimato e dell’unicità, lo spazio intimo e quello con la solitudine nelle opere pittorichediAndreaCastro.

 

 

 

Il confine privato e pubblico con le materiche case, opere pittoriche a olio di Julia Restrepo. Anonimi ma identificati i Minotauri di Alejandro Robles, uomini e donned elle città che quotidianamente varcano i confini, reali, materiali e immateriali dell’esistenza. I confini trasparenti, spirituali, a tavicinelleoperegrafichee materiche di TinekeSmith.

 

 

 

La mostra realizzata dal Museo Internazionale della Maschera Amleto e Donato Sartori con il Centro Maschere e Strutture Gestuali, con il sostegno del Comune di Abano Terme e l’Assessorato alla Cultura. Ha la sponsorizzazione dell’Hotel Roma, dell'Hotel Helvetia e del ristorante etico Strada Facendo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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RENATO MALAMAN

Collabora con Rai Radio Uno, come esperto di turismo nella trasmissione "Tra poco in edicola", e con il "Corriere del Ticino". Cura il blog "Salsa & Merende" nel quotidiano "Il Mattino di Padova" di cui è stato redattore fino al 31 dicembre 2016. Del quotidiano, con cui ha iniziato a collaborare nel 1978, è stato titolare dal 2001 della rubrica di enogastronomia "Gusto", ora confluita nel blog personale (su www.mattinopadova.it) dedicato all'attualità del Food and Wine veneto e non solo. E' titolare della rubrica di viaggi del mensile "La Piazza" (23 edizioni nel Veneto) dal 1996 e della pagina "La recensione" sul magazine "Con i piedi per terra". Collabora con "Voyager".
Coautore di numerose pubblicazioni nel settore enogastronomico e collaboratore di varie riviste, dal 2004 è ispettore della guida "Ristoranti d'Italia" de L'Espresso. Ha curato la guida "Padova nel piatto". E' coautore dei volumi "L'osteria di Padova" e "I Colli ritrovati", quest'ultimo sui 50 anni della legge 1097/71 che salvò i Colli Euganei dalle cave.
Tra i riconoscimenti ottenuti spicca l'assegnazione di due premi "Penna d'Oca" (edizioni 2005 e 2011), premio biennale promosso da Unioncamere del Veneto, più un premio dell'Assostampa Padovana nel 2012 per reportage in 10 puntate su "Alluvione, un anno dopo". Per quanto riguarda il turismo ha visitato finora 124 paesi del mondo. Fa parte dell'ITP, associazione di giornalisti della stampa turistica. Ha al suo attivo anche una spedizione umanitaria via terra in Guinea Bissau e il viaggio con auto elettriche Tesla Padova-Belgrado lungo i luoghi di Nikola Tesla.

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