A VENEZIA IL PRIMO SUMMIT INTERNAZIONALE SUL PINOT GRIGIO

Si è svolto a Venezia il primo convegno internazionale sul Pinot grigio, un vitigno ormai diffuso in tutto il mondo ma diventato, grazie ad una gloriosa storia produttiva e commerciale, il vino bianco italiano per eccellenza sui mercati mondiali. Promosso dal Consorzio DOC delle Venezie - denominazione che rappresenta l’85% della produzione italiana e il 42% di quella mondiale - la conferenza ha messo a fuoco le possibili tendenze del Pinot grigio italiano e il grande potenziale rappresentato da una denominazione che ha posto al centro della propria filosofia lo “Stile Italiano”.

Uno stile fondato su una denominazione che ne garantisce origine e qualità, ritrovandosi in una identità territoriale attorno alla quale costruire il percorso di valorizzazione del Pinot grigio “Stile Italiano”. Forte di una filiera compatta sul territorio (con oltre 10.000 viticoltori e ad oggi 362 imbottigliatori) e in grado di mettere in campo un sistema di valori unico al mondo, il Pinot grigio DOC delle Venezie ha tutte le carte in regola per riposizionarsi nei mercati di riferimento quali UK e USA e affermare una nuova identità di prodotto-territorio.

In apertura dei lavori , il saluto iniziale da parte delle Autorità rappresentative delle tre Amministrazioni di questa grande denominazione: il messaggio del Presidente Luca Zaia e gli interventi degli Assessori, Giuseppe Pan per il Veneto, Stefano Zannier per la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e Mario Tonina per la Provincia Autonoma di Trento, a sostegno dell’importante progettualità che il Consorzio sta portando avanti.

A seguire,  gli interventi dei relatori hanno tracciato gli ampi margini di crescita sui due principali mercati di riferimento, UK e USA, che oggi rappresentano oltre il 70% dell’export, dove gli operatori dichiarano di essere interessati alla proposta di un Pinot grigio di alta qualità e di forte territorialità. Diventa quindi necessario allontanare il rischio che questa risorsa italiana sia considerata una commodity, lavorando quindi sul valore ma puntando anche alla conquista di nuove fasce di consumatori, in primis i giovani, con proposte accattivanti in termini di packaging e di linguaggio.

“Siamo partiti col parlare di Stile Italiano e oggi rappresentiamo qualcosa di più: un sistema che comunichi un territorio dalla forte identità – ha dichiarato Albino Armani, Presidente del Consorzio - la qualità di un vino si fonda sui valori che rappresenta: la personalità espressa dal suo profilo organolettico, la sua versatilità negli abbinamenti con il cibo, il territorio e la sua storia, il saper fare, la capacità di crescere sui mercati, i brand che lo rappresentano, la sua sostenibilità economica e ambientale”.

Claudio Zeni

Claudio Zeni, laureato in Letterature e Lingue straniere è nel mondo del giornalismo dall’età di 18 anni. Appassionato di sport, enogastronomia e turismo collabora con media locali, nazionali ed internazionali di settore. Tra i principali riconoscimenti giornalistici assegnatigli si ricorda il premio nazionale Gennaro Paone consegnatogli a Roma dal direttore generale dell’Enit, il I.o premio giornalistico nazionale ‘Strada del Vino del Recioto e di Gambellara’, il I.o premio ‘Primavera del prosecco’, 'Amici della Chianina', 'Premio Tarlati', 'Scandiano', 'Sant'Angelo in Vado, 'Apicio', 'La bisaccia del tartufaio', 'Burson'. Per quattro anni ha seguito l’Hong Kong Food Festival e per due ha coordinato la manifestazione nazionale Top of Golf finalizzata alla proclamazione del miglior ristorante della ‘Wine Tour Cup’ dell'Associazione 'Città del Vino'. Coordinatore della giuria e dei cuochi del concorso culinario ‘Tartufo d’oro’ di Gubbio’. Unitamente al Presidente dei Cuochi di Arezzo organizza il concorso 'Penne bruciate', giornalisti ai fornelli dove a vincere è il 'piatto peggiore'. Autore con Leone Cungi del libro ‘Sport e società a Monte San Savino (Un secolo di storia sportiva e tradizioni sul borgo toscano).

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