Goloso e Curioso
PLASTIC FOOD ABBRACCIA L'ARTE FORENTINA

PLASTIC FOOD ABBRACCIA L'ARTE FORENTINA


Prestigiose Location fiorentine per Due elementi dell'installazione di Land Art, Plastic Food, ideata nel 2010 dall'artista umbro Pierluigi Monsignori Potsy. Saranno esposte dal 9 al 20 marzo 2015 a Palazzo Medici Riccardi e a Villa Le Rondini di Firenze, in occasione dell'evento di arte contemporanea e design Artour-O organizzato dall'architetto Tiziana Leopizzi. L'arte è uno dei mezzi di comunicazione privilegiati per trasmettere messaggi e suscitare emozioni, e Plastic Food riesce a smuovere le coscienze, dato il forte impatto visivo: Eco-Presse di materiali plastici di rifiuto dai forti messaggi sociali che si intersecano e si esplicano a vicenda nel corso dell'esposizione di Artour-O. Infatti, se una ha implicito ed esplicito il messaggio di ridurre la produzione dei rifiuti e pone un'attenzione forte all'ecosostenibilità e all'ecologia mondiale, la seconda eco-pressa ha legato in se un manichino che rappresenta la donna e in modo più ampio l'estetica. Anche qui il messaggio sociale è forte e va a toccare tematiche attuali, con una sensibilità estrema, caratteristica dell'autore. Oggi la donna, come l'uomo, stanno toccando le rive dell'apparire esteticamente ad ogni costo. Si rischia, di diventare involucri esteticamente “perfetti”, ma privi di quella sostanza che è alla base dell'essere. L'installazione, va a rappresentare questa ideologia di bellezza forzata, anche se finta e a volte veramente estrema, di chirurgie plastiche fino all'impossibile. Sembra infatti che oggi “l'apparire” a tutti i costi, rappresenta anche il contenuto del Se. Il messaggio di Plastic Food, in questo ambito è chiaro: è inutile cercare di cambiare con la chirurgia estetica ciò che la natura ha creato in modo già perfetto. Questo non serve a dare contenuti veri alla nostra personalità, ma anzi, mette in evidenza la nostra fragilità esistenziale che insegue falsi stereotipi dell'apparire, per poter essere. Non è nell'apparire la sostanza, ma nell'essere di ognuno di noi. Un invito a riappropriarsi di se stessi, del proprio essere spirituale: cerchiamo di tornare ad essere contenuto, sostanza, famiglia, arte. Dopo tutto, cosa ci resta del nostro vissuto, se cancelliamo i segno del tempo dal nostro corpo. I posteri nelle nostre bare troveranno ammassi informi di polimeri non decomposti. Insomma, l'usa e getta di oggetti usati nel quotidiano, si è insinuato ai valori sociali e morali, fino all'usa e getta dei sentimenti stessi.


Claudio Zeni


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Plastic food abbraccia l'arte forentina

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Claudio Zeni, laureato in Letterature e Lingue straniere è nel mondo del giornalismo dall’età di 18 anni. Appassionato di sport, enogastronomia e turismo collabora con media locali, nazionali ed internazionali di settore. Tra i principali riconoscimenti giornalistici assegnatigli si ricorda il premio nazionale Gennaro Paone consegnatogli a Roma dal direttore generale dell’Enit, il I.o premio giornalistico nazionale ‘Strada del Vino del Recioto e di Gambellara’,  il I.o premio ‘Primavera del prosecco’, 'Amici della Chianina', 'Premio Tarlati', 'Scandiano', 'Sant'Angelo in Vado, 'Apicio', 'La bisaccia del tartufaio', 'Burson'. Per quattro anni ha seguito l’Hong Kong Food Festival e per due ha coordinato la manifestazione nazionale Top of Golf finalizzata alla proclamazione del miglior ristorante della ‘Wine Tour Cup’ dell'Associazione 'Città del Vino'. Coordinatore della giuria e dei cuochi del concorso culinario ‘Tartufo d’oro’ di Gubbio’. Unitamente al Presidente dei Cuochi di Arezzo organizza il concorso  'Penne bruciate', giornalisti ai fornelli dove a vincere è il 'piatto peggiore'. Autore con Leone Cungi del libro ‘Sport e società a Monte San Savino (Un secolo di storia sportiva e tradizioni sul borgo toscano). 

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