Goloso e Curioso
I FRUTTI DEGLI ALBERI PIÙ ANTICHI IN MOSTRA ALL'EXPO

I FRUTTI DEGLI ALBERI PIÙ ANTICHI IN MOSTRA ALL'EXPO


Grazie alla sensibilità della presidente Diana Bracco una sala al terzo piano del Padiglione Italiano dell’Expo è dedicata all'esposizione dei frutti (mele, pere, uva, sorbe, olive, giuggiole, cotogne, melegrane, ecc.) dei Patriarchi vecchi di secoli o di millenni, con una serie di tele stampate in Romagna dalla Bottega Pascucci ideate dal poeta Tonino Guerra. Tale esposizione è organizzata dalla Associazione Nazionale Patriarchi della Natura presieduta dall’agronomo Sergio Guidi. Sono presenti i frutti di sei regioni, da Sud a Nord: Sicilia, Sardegna, Umbria, Emilia-Romagna, Lombardia, Trento-Bolzano. Fra i frutti più singolari: i grappoli dell’uva Versoaln prodotta dalla vite più grande, e forse più antica, del mondo (500 anni in un castello presso Merano, oltre trecento bottiglie di vino bianco all’anno) le noci del grande Noce dei Trocchi umbro (6 metri di circonferenza, trecento anni), le Pere cocomerine di Romagna, dalla stessa zona il Melograno di Faenza con frutti enormi, anche più di 1 chilo e mezzo, l’uva Corinto piantata dai Greci in Sicilia, le olive selvatiche dell’albero più antico d’Italia, l’Ogliastro di Luras presso Tempio Pausania, di almeno 3500 anni. Tutti questi “gemelli” dei Patriarchi sono stati ottenuti per talea e conservati in un “archivio vivente” presso Forlì in circa 12.000 esemplari. Con questa mostra si vogliono riproporre alcuni temi di fondo: a) la tutela e il recupero della biodiversità vegetazionale italiana, ancora ricca ma in fase di impoverimento; b) il riuso nelle colture normali di genomi resistentissimi ai secoli, ai mutamenti climatici, ai parassiti; c) la riscoperta di un arco stagionale di varietà – da quelle precoci a quelle tardive – che possono evitare la lunga conservazione in frigo; d) la scoperta per molti di sapori e di profumi che le colture di tipo “industriale” hanno appiattito o fatto sparire.

Claudio Zeni

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I frutti degli alberi piÙ antichi in mostra all'expo

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Claudio Zeni, laureato in Letterature e Lingue straniere è nel mondo del giornalismo dall’età di 18 anni. Appassionato di sport, enogastronomia e turismo collabora con media locali, nazionali ed internazionali di settore. Tra i principali riconoscimenti giornalistici assegnatigli si ricorda il premio nazionale Gennaro Paone consegnatogli a Roma dal direttore generale dell’Enit, il I.o premio giornalistico nazionale ‘Strada del Vino del Recioto e di Gambellara’,  il I.o premio ‘Primavera del prosecco’, 'Amici della Chianina', 'Premio Tarlati', 'Scandiano', 'Sant'Angelo in Vado, 'Apicio', 'La bisaccia del tartufaio', 'Burson'. Per quattro anni ha seguito l’Hong Kong Food Festival e per due ha coordinato la manifestazione nazionale Top of Golf finalizzata alla proclamazione del miglior ristorante della ‘Wine Tour Cup’ dell'Associazione 'Città del Vino'. Coordinatore della giuria e dei cuochi del concorso culinario ‘Tartufo d’oro’ di Gubbio’. Unitamente al Presidente dei Cuochi di Arezzo organizza il concorso  'Penne bruciate', giornalisti ai fornelli dove a vincere è il 'piatto peggiore'. Autore con Leone Cungi del libro ‘Sport e società a Monte San Savino (Un secolo di storia sportiva e tradizioni sul borgo toscano). 

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