Goloso e Curioso
A RIO PUSTERIA/MARANZA-VALLES IL PAESAGGIO MONTANO SVELA CURIOSITA’ NATURALISTICHE E GEOLOGICHE

A RIO PUSTERIA/MARANZA-VALLES IL PAESAGGIO MONTANO SVELA CURIOSITA’ NATURALISTICHE E GEOLOGICHE

Dai vigneti più settentrionali d’Italia, ai laghetti alpini di origine glaciale fino alle morene e ai nevai perenni, lo scenario alpestre nell’Area vacanze Sci & malghe Rio Pusteria in Valle Isarco-Alto Adige (formata da Rodengo, Rio Pusteria, Valles/Jochtal, Maranza/Gitschberg, Spinga e Vandoies/Val di Fundres), offre una moltitudine di particolarità naturalistiche, paesaggistiche, geologiche. Alcune davvero insolite ed esclusive. Per fare un esempio: la catena dei Monti di Fundres, che chiude a nord il territorio verso il confine con l’Austria, presenta alcune specificità non riscontrabili in altre valli. Conosciuti localmente come i ‘monti verdi’, le cime che chiudono l’omonima valle di Fundres, costituiscono un’anomalia geologica, anzi, sono un vero e proprio laboratorio geologico che racconta molto della storia delle Alpi. La valle di Fundres, una delle più caratteristiche e meno turistiche dell’Alto Adige, si stacca dall’inizio della val Pusteria all’altezza di Vandoies in direzione nord. Curiosamente, molte importanti formazioni di rocce di differente genesi la intersecano qui perpendicolarmente. Per questo, Sulla Pfunderer Höhenweg – Alta Via dei Monti di Fundres, queste stratificazioni sono ben evidenti. Lungo il percorso si trova peraltro un’altra meraviglia naturale, il Lago Selvaggio, che è il più profondo dei laghetti alpini in Alto Adige. Il lago si è formato in una sorta di cratere ai piedi del Wilde Kreuzspitze (Il Picco della Croce), che domina lo specchio d’acqua con la sua mole. Naturalmente, tante leggende più o meno sinistre sono sorte sullo sfondo del lago, come quella secondo cui sarebbe un luogo di raduno delle anime dannate, ma in realtà il sito già nella preistoria risultava colonizzato, come testimoniò il ritrovamento di un’ascia dell’età del Bronzo. Stupendo è anche il Lago del Ponte di Ghiaccio (Eisbruggsee), che si trova fra la deliziosa malga Gampil e il rifugio recentemente riaperto con nuova gestione, Eisbruggsee-Ponte di Ghiaccio. I Monti di Fundres sono poi ricchissimi di flora e fauna pregiate. Con occhio buono e un binocolo si possono avvistare stambecchi e camosci sulle rupi, mentre le marmotte fischiano e gironzolano per i prati di altitudine, praticamente ovunque. Perfino rapaci di grande dimensione, come l’aquila reale, sono riconoscibili mentre volteggiano alti in cerca di una preda. La biodiversità botanica si evidenzia con la fioritura dei rododendri e i tappeti di fiori multicolori. Una curiosità è che sull’Alpe di Weitenberg è stato rinvenuto un relitto di un tronco di pino cembro di 4000 anni a 2200 metri, oltre il limite della vegetazione arborea. Segno di un clima anticamente più mite? O fu portato dall’uomo? Un vero mistero. Nell’Area vacanze Sci e Malghe Rio Pusteria, se quella dei ripidi e selvaggi Monti di Fundres è l’espressione della parte settentrionale, di contro, nella parte sud verso le Dolomiti, l’Alpe di Rodengo-Luson è dolce, ‘romantica’, fiabesca. E’ un lungo altopiano erboso, punteggiato di fienili, baite, steccati e radi larici, che diventa una specie di terrazza panoramica lunga 10 km sulle Dolomiti, da La Varella-Sasso della Croce, al Putia fino alle Odle di Eores. Proprio qui si snoda uno tra gli itinerari più spettacolari, il Giro sull’Alpe di Rodengo (che fa parte del più vasto circuito dei 33 migliori sentieri circolari della Valle Isarco). Lungo il percorso si incontrano siti di speciale pregio naturalistico e ornitologico, piccole torbiere e zone paludose utilizzate da varie specie di uccelli per nidificare. La scenografica passeggiata si snoda su un grande altopiano. Dall’Alpe di Rodengo parte anche la prima tappa del nuovo sentiero tematico panoramico ‘Dolorama (da Dolomiti+panorama), 61 km in 4 tappe attorno alla Plose e alle Odle fino a Laion, fra pascoli e prati alpini, e stupende baite gastronomiche, inondate di sole. www.gitschberg-jochtal.com


Claudio Zeni

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Claudio Zeni, laureato in Letterature e Lingue straniere è nel mondo del giornalismo dall’età di 18 anni. Appassionato di sport, enogastronomia e turismo collabora con media locali, nazionali ed internazionali di settore. Tra i principali riconoscimenti giornalistici assegnatigli si ricorda il premio nazionale Gennaro Paone consegnatogli a Roma dal direttore generale dell’Enit, il I.o premio giornalistico nazionale ‘Strada del Vino del Recioto e di Gambellara’,  il I.o premio ‘Primavera del prosecco’, 'Amici della Chianina', 'Premio Tarlati', 'Scandiano', 'Sant'Angelo in Vado, 'Apicio', 'La bisaccia del tartufaio', 'Burson'. Per quattro anni ha seguito l’Hong Kong Food Festival e per due ha coordinato la manifestazione nazionale Top of Golf finalizzata alla proclamazione del miglior ristorante della ‘Wine Tour Cup’ dell'Associazione 'Città del Vino'. Coordinatore della giuria e dei cuochi del concorso culinario ‘Tartufo d’oro’ di Gubbio’. Unitamente al Presidente dei Cuochi di Arezzo organizza il concorso  'Penne bruciate', giornalisti ai fornelli dove a vincere è il 'piatto peggiore'. Autore con Leone Cungi del libro ‘Sport e società a Monte San Savino (Un secolo di storia sportiva e tradizioni sul borgo toscano). 

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