Goloso e Curioso
SI È SPENTO FULVIO ‘BEO’ TESSARI PADRE DEL SOAVE CLASSICO

SI È SPENTO FULVIO ‘BEO’ TESSARI PADRE DEL SOAVE CLASSICO

Si è spento nei giorni scorsi Fulvio Tessari detto Beo, padre del Soave classico. Aveva da poco compiuto cent’anni (l’8 luglio la data esatta), e per questo la sua storia era assurta a emblema di un secolo del vino in Italia, testimoniato dalla cantina da lui fondata, Ca’ Rugate, oggi portata avanti da Amedeo e Michele rispettivamente figlio e nipote. Anni difficili, i primi passi di Beo, alle prese con la devastazione della Seconda Guerra Mondiale e addirittura il rischio della deportazione in Germania, la fuga avventurosa tra Francia e Piemonte, sino alla scommessa della vigna in anni in cui erano pochissimi a farlo. Oggi la sua storia è ben viva, raccontata in un libro e in un film realizzati in occasione del suo centenario: la monografia ‘I magnifici cento di Fulvio Beo Tessari. Vita e miracoli di un uomo coi piedi per terra’, il film ‘Fulvio Beo, storia di una storia’ a cura di Mediataste. Due testimonianze a futura memoria patrimonio non solo del Soave Classico, ma dell’intera storia enologica della Penisola. A cui si aggiunge l’Enomuseo di Ca’ Rugate, un’esposizione di oltre 150 strumenti e attrezzi usati dalla famiglia Tessari in un secolo di attività vitivinicola. Ambientato in una casa contadina del primo dopoguerra, documenta il percorso produttivo del vino, dall’arrivo dell’uva nell’aia, fino all’invecchiamento e imbottigliamento all’interno della caneva. “Speravo inconsciamente di poter parlare di mio nonno all’infinito, mentre invece le leggi della vita mi impongono, per la prima volta, di ricordarlo attraverso una coniugazione passata – racconta il nipote Michele Tessari - Quello che posso sostenere con certezza e senza retorica è che il testimone di cultura e serietà che mi è stato definitivamente consegnato, sarà onorato secondo gli stessi valori che ho imparato e in cui credo”. Con questa consapevolezza delle proprie radici, oggi Ca’ Rugate è una realtà giunta alla quarta generazione al timone, produce 600mila bottiglie annue circa, con una percentuale dedicata ai mercati internazionali che sfiora il 50 % del totale prodotto, diviso in 42 mercati. È conosciuta in tutto il mondo per la qualità dei suoi vini, che nascono dal lavoro e dalla cura negli oltre 70 ettari tra Soave Classico e Valpolicella, dove si coltivano varietà autoctone come Garganega, Trebbiano di Soave e Durella per i bianchi, Corvina, Rondinella e Corvinone per i rossi.


Claudio Zeni

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Claudio Zeni, laureato in Letterature e Lingue straniere è nel mondo del giornalismo dall’età di 18 anni. Appassionato di sport, enogastronomia e turismo collabora con media locali, nazionali ed internazionali di settore. Tra i principali riconoscimenti giornalistici assegnatigli si ricorda il premio nazionale Gennaro Paone consegnatogli a Roma dal direttore generale dell’Enit, il I.o premio giornalistico nazionale ‘Strada del Vino del Recioto e di Gambellara’,  il I.o premio ‘Primavera del prosecco’, 'Amici della Chianina', 'Premio Tarlati', 'Scandiano', 'Sant'Angelo in Vado, 'Apicio', 'La bisaccia del tartufaio', 'Burson'. Per quattro anni ha seguito l’Hong Kong Food Festival e per due ha coordinato la manifestazione nazionale Top of Golf finalizzata alla proclamazione del miglior ristorante della ‘Wine Tour Cup’ dell'Associazione 'Città del Vino'. Coordinatore della giuria e dei cuochi del concorso culinario ‘Tartufo d’oro’ di Gubbio’. Unitamente al Presidente dei Cuochi di Arezzo organizza il concorso  'Penne bruciate', giornalisti ai fornelli dove a vincere è il 'piatto peggiore'. Autore con Leone Cungi del libro ‘Sport e società a Monte San Savino (Un secolo di storia sportiva e tradizioni sul borgo toscano). 

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