Goloso e Curioso
NUOVO VITIGNO AUTOCTONO SCOPERTO IN VALPOLICELLA

NUOVO VITIGNO AUTOCTONO SCOPERTO IN VALPOLICELLA


Una nuova varietà di uva dal Dna finora mai censita va ad arricchire il patrimonio dei vitigni autoctoni italiani, si chiama " Spigamonti", dal nome della località in cui si è stata individuata, nei pressi di Montecchio di Negrar (VR), a 450 metri d'altezza, in un vigneto appartenente a un socio viticoltore di Cantina Valpolicella Negrar. A siglare l'entrata di Spigamonti nel "gotha" dei vigneti italiani, la registrazione avvenuta a fine gennaio 2014 nell'elenco delle varietà di uve da vino ammesse dalla Regione Veneto alla coltivazione nella provincia di Verona."Si tratta di un importante recupero di quel grande patrimonio viticolo di vitigni ormai dispersi - oltre 200 varietà a bacca rossa - che Luigi Sormanni Moretti (1834-1908) evidenziava nella "Monografia su la Provincia di Verona" già a fine '800", dichiara Daniele Accordini, enologo e direttore di Cantina Valpolicella Negrar. A raccontare la scoperta è il principale fautore, Claudio Oliboni, tecnico di campagna della cantina Cooperativa. "Nell'estate del 2000, durante una visita al vigneto del socio Angelo Annechini, mancato purtroppo nel 2013, ho notato tra i filari di uve Corvina, Rondinella, Corvinone e Molinara una vigna che aveva le bacche già invaiate, mentre le altre varietà avevano ancora gli acini verdi. I grappoli di questa pianta erano molto spargoli, con il rachide rosso e le foglie molto scure e arrossate. Curioso di conoscerne l'origine, Angelo mi raccontò che, quando era giovane, aveva innestato nel suo vecchio impianto le gemme di una pianta che aveva trovato in una vecchia corte e che queste si erano poi riprodotte. Incuriosito a mia volta, ho aspettato allora che i grappoli della vigna sconosciuta maturassero e poi, insieme a Daniele Accordini e ai colleghi di laboratorio Denis Andreis, Emanuele Marchesini e Carlo Caliari, ne abbiamo analizzato il succo. Subito siamo rimasti impressionati dal colore molto intenso del mosto".  "Raccolta l'uva - continua Oliboni - l'abbiamo in parte pigiata ed in parte appassita. Avevamo quindi a disposizione due vini, uno fresco ed uno da uve passite, prodotti da questa formidabile varietà che si presentava molto rustica, resistente alle malattie e, come abbiamo potuto constatare nel tempo, anche con una buona resistenza alla grandine. Confortati dai risultati, abbiamo proseguito la ricerca in laboratorio ed effettuato successivamente altre micro-vinificazioni e sperimentazioni di appassimento in collaborazione con Emanuele Tosi del Centro Viticolo di San Floriano, l'ufficio Agricoltura della Provincia di Verona e Diego Tomasi del CRA (Centro di Ricerca Agricola) di Conegliano (TV). Quest'ultimo, ha effettuato anche l' analisi del Dna dell'uva, rivelando che non c'era alcun collegamento con varietà finora censite. Ci vorrà ancora qualche anno per arrivare a produzioni di un certa quantità, ma abbiamo appurato che basta anche una piccola percentuale per fare la differenza. I risultati parlano infatti chiaro: il vino prodotto con la varietà Spigamonti, troppo potente per essere consumato da solo, usato nell'uvaggio Valpolicella può dare risultati straordinari, grazie alla struttura e ai tannini che porta in dote". Ammessa la coltivazione del vitigno, Cantina Valpolicella Negrar potrà quindi vinificare con la nuova varietà. "Spigamonti è un’uva unica e particolare, che si è rivelata ottima per l’appassimento e per la produzione di Amarone", spiega Accordini. Che aggiunge: "Nel disciplinare del 2010, prima annata Docg per l'Amarone, è stata introdotta la possibilità di inserire un 10% di vitigni classificati autoctoni e lo Spigamonti darà ai nostri vini una maggiore unicità e irripetibilità, elementi che il consumatore oggi ricerca, valorizza e ci attribuisce". 


Claudio Zeni

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Nuovo vitigno autoctono scoperto in valpolicella

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Claudio Zeni, laureato in Letterature e Lingue straniere è nel mondo del giornalismo dall’età di 18 anni. Appassionato di sport, enogastronomia e turismo collabora con media locali, nazionali ed internazionali di settore. Tra i principali riconoscimenti giornalistici assegnatigli si ricorda il premio nazionale Gennaro Paone consegnatogli a Roma dal direttore generale dell’Enit, il I.o premio giornalistico nazionale ‘Strada del Vino del Recioto e di Gambellara’,  il I.o premio ‘Primavera del prosecco’, 'Amici della Chianina', 'Premio Tarlati', 'Scandiano', 'Sant'Angelo in Vado, 'Apicio', 'La bisaccia del tartufaio', 'Burson'. Per quattro anni ha seguito l’Hong Kong Food Festival e per due ha coordinato la manifestazione nazionale Top of Golf finalizzata alla proclamazione del miglior ristorante della ‘Wine Tour Cup’ dell'Associazione 'Città del Vino'. Coordinatore della giuria e dei cuochi del concorso culinario ‘Tartufo d’oro’ di Gubbio’. Unitamente al Presidente dei Cuochi di Arezzo organizza il concorso  'Penne bruciate', giornalisti ai fornelli dove a vincere è il 'piatto peggiore'. Autore con Leone Cungi del libro ‘Sport e società a Monte San Savino (Un secolo di storia sportiva e tradizioni sul borgo toscano). 

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