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UN PICCOLO MIRACOLO TUTTO VENETO IL CAFFÈ CON LE VINACCE

UN PICCOLO MIRACOLO TUTTO VENETO IL CAFFÈ CON LE VINACCE

Nelle meravigliose colline Venete in cui si produce il Prosecco è iniziata da poco la vendemmia. Sono colline uniche per conformazione e bellezza, e per questo candidate a patrimonio Unesco. Ecco che in mezzo ai viticoltori armati di forbici e cesti, si aggira una persona che apparentemente non c’entra niente con il mondo del vino: è Francesco Donati (nella foto), giovane titolare di una piccola ed innovativa azienda che produce solo caffè artigianale di altissima qualità. In realtà, la sua presenza c’entra eccome. Ma perché mai un produttore di caffè dovrebbe andare nei vigneti in periodo di vendemmia? Proprio perché con quelle uve (solo le migliori, rigorosamente certificate Bio), e più precisamente con le vinacce che risulteranno dalla pigiatura, Liolà produce il suo famoso “Caffè con vinacce”, molto apprezzato nelle recenti fiere di Londra, Bordeaux, Dubai, Mosca, Hong Kong. Un miracolo che conferma come il Veneto sia sempre all’avanguardia mondiale per creatività e genialità.

Cosa ci fa a spasso nei vigneti in vendemmia?

“Controllo la materia prima con cui farò il mio famoso caffè brevettato” ci risponde sorridendo “per essere certo che la qualità sia la migliore possibile, e per accarezzare con mano l’acino d’uva che diventerà tazzina di caffè”.

Come le è venuta l’idea di questo connubio insolito?

“Abito in questo paesaggio da fiaba, vivo in mezzo alle colline che ogni mattina mi sorridono, tra i vigneti da cui nascono i vini più buoni del mondo… e produco caffè di altissima qualità! Un giorno ho avuto l’idea di provare a mettere insieme questi due ingredienti di eccellenza, perché ero certo ne sarebbe nato qualcosa di buono. E dopo duri anni di ricerca, aiutato da esperti del settore vitivinicolo, abbiamo finalmente raggiunto l’equilibrio ideale… e abbiamo creato il primo caffè in assoluto legato al territorio!”.

Come la accolgono i produttori di vino con cui collabora?

“Molto bene direi. Sono entusiasti, al punto che alcuni di loro mi hanno dato incarico di produrre un caffè in co-branding. Sarà cioè un caffè realizzato da Liolà con le loro vinacce, e che quindi porterà anche il nome della cantina stessa!”

Quale è lo scopo principale per cui un produttore di vino dovrebbe fare il caffè con vinacce?

“Per semplificare direi che i motivi possono essere principalmente due: marketing e business. Il primo è marketing, perché sicuramente il caffè con vinacce è un prodotto innovativo e molto originale, e quindi è un prodotto che attira l’attenzione, che fa parlare di sé. Provi a immaginare un articolo di giornale che cita la cantina per questa originale iniziativa: sarebbe un ottimo veicolo di pubblicità per la cantina stessa. Senza parlare del fatto che quando la cantina invita degli ospiti o organizza un ricevimento, quando partecipa ad un evento o ad una fiera, verrà sicuramente memorizzata meglio dai propri clienti se, al termine della degustazione dei propri vini, sarà in grado di offrire anche un caffè che crea un legame stretto con il proprio territorio e con i propri vini.”

E business perché?

“Va da sé che vengono aumentate anche le potenzialità di business della cantina stessa. Tra l’altro, molti dei clienti delle cantine, ad esempio gli importatori dei vari paesi stranieri, ma anche alcuni dei distributori italiani, trattano non solo vini ma anche altri prodotti alimentari o bevande. Per cui non sarà difficile per la cantina proporre al proprio portafoglio clienti anche il proprio caffè, vedendo così aumentare il valore del portafoglio stesso. Senza contare il fatto che questo darebbe un asso nella manica anche ai propri agenti, che potranno usare il caffè come leva commerciale”.

Come viene proposto al mercato questo caffè unico al mondo?

“Prima di tutto bisogna dire che il mercato del caffè sta cambiando. I produttori di caffè che propongono la solita classica miscela non sono al passo con i tempi. Oggi il consumatore è informato, e quindi esigente, e vuole decidere lui cosa consumare. Mi dispiace dirlo in modo così duro, ma un ristoratore che al termine del pasto si avvicina al tavolo e chiede “quanti caffè?” non si rende conto che sta facendo una scortesia ai clienti: li priva della libertà di scelta! La domanda giusta è una sola “Quali caffè?”. Questo comporta che il ristoratore si sia attrezzato per avere una Carta dei Caffè, così come ha la carta dei vini. E in una carta dei caffè che si rispetti, non ci sono miscele di caffè ma mono-origine, proprio per dare la possibilità al consumatore di scegliere il caffè che abbia il gusto che preferisce: più dolce come il Brasile, più amaro come il Colombia, più forte come l’Etiopia. Noi di Liolà produciamo e proponiamo ai nostri clienti ristoratori tutti questi mono origine, e in più abbiamo aggiunto l’eccellenza dei caffè con vinacce. Sono caffè da noi brevettati, unici al mondo, che aggiungono un tocco di classe in più ala Carta dei Caffè, e quindi al ristorante che si vuole distinguere in questo mercato competitivo”.

Liolà Caffè

Via dei Colli, 35

31058 Susegana (Tv)

www.liolacaffe.com

Claudio Zeni

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Claudio Zeni, laureato in Letterature e Lingue straniere è nel mondo del giornalismo dall’età di 18 anni. Appassionato di sport, enogastronomia e turismo collabora con media locali, nazionali ed internazionali di settore. Tra i principali riconoscimenti giornalistici assegnatigli si ricorda il premio nazionale Gennaro Paone consegnatogli a Roma dal direttore generale dell’Enit, il I.o premio giornalistico nazionale ‘Strada del Vino del Recioto e di Gambellara’,  il I.o premio ‘Primavera del prosecco’, 'Amici della Chianina', 'Premio Tarlati', 'Scandiano', 'Sant'Angelo in Vado, 'Apicio', 'La bisaccia del tartufaio', 'Burson'. Per quattro anni ha seguito l’Hong Kong Food Festival e per due ha coordinato la manifestazione nazionale Top of Golf finalizzata alla proclamazione del miglior ristorante della ‘Wine Tour Cup’ dell'Associazione 'Città del Vino'. Coordinatore della giuria e dei cuochi del concorso culinario ‘Tartufo d’oro’ di Gubbio’. Unitamente al Presidente dei Cuochi di Arezzo organizza il concorso  'Penne bruciate', giornalisti ai fornelli dove a vincere è il 'piatto peggiore'. Autore con Leone Cungi del libro ‘Sport e società a Monte San Savino (Un secolo di storia sportiva e tradizioni sul borgo toscano). 

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