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Alla Corte dei Cistercensi le eccellenze enogastronomiche pavesi, di Oltrepo e Lomellina
Morimondo, città slow e borgo tra i più belli d’Italia, domenica 8 Febbraio accoglierà la prima delle golosissime trasferte del Mercatino Enogastronomico della Certosa di Pavia, tappa consolidata del suo itinerario del gusto sulla Strada delle Abbazie.
Ad animare la Corte dei Cistercensi le bancarelle dei produttori di eccellenze food&wine con i loro banchi d’assaggio, degustazione e vendita ai quali è difficile resistere.
Il MEC - Mercatino Enogastronomico della Certosa è una vetrina itinerante delle specialità del triangolo d'oro del gusto rappresentato da Lomellina, Oltrepò e Pavese. Zona altamente vocata all'enogastronomia con i suoi vini DOC, i salumi e i formaggi. In degustazione formaggi tipici della Val Staffora, pane, salame d’oca, salame di Varzi. Saranno inoltre presenti i pluripremiati vini DOC dell’Oltrepò Pavese, riso biologico del Pavese, salse, marmellate, miele e dolci tipici quali le offelle di Parona. Un atlante del gusto esaustivo delle tipicità a filiera corta di questa zona ed una realtà che da sette anni si caratterizza per tipicità, tradizione, fiducia e famigliarità come il negozio sotto casa di una volta.
Con il suo Monastero e l’Abbazia, Morimondo è luogo di spiritualità ma anche attrattiva turistica: destinazione di incomparabile bellezza con la sua chiesa dall’architettura cistercense e poi gotica, la facciata caratterizzata dall’ampio portale, dal rosone, dalle bifore e dagli archetti, che all’interno conserva, tra i vari tesori, un affresco di Bernardino Luini. Milano a una trentina di chilometri, Pavia più vicina, Morimondo è facilmente raggiungibile: in auto percorrendo la tangenziale ovest milanese (o dalla statale per Abbiategrasso per coloro che arrivano da Vigevano) mentre per chi preferisce un approccio slow, è possibile arrivarci in treno sulla linea Mortara – Alessandria o in autobus con la linea Abbiategrasso - Pavia.
Mercatino Enogastronomico della Certosa di Pavia
Domenica 8 Febbraio 2015
Dalle 10 alle 18
Morimondo (Mi), Corte dei Cistercensi
Ingresso gratuito
Per informazioni 347 7264448; www.agenziareclam.it; www.prolocomorimondo.eu
L'Abbazia di Morimondo fu fondata nel 1136 dai cistercensi
provenienti dal monastero francese di Morimond, i quali, trapiantati in
Lombardia, conservarono il nome della loro abbazia madre (da "mora",
parola della bassa latinità = palude). La basilica, sorta in periodo successivo
alla costruzione del monastero (dal 1182), è oggi il monumento di maggior
importanza di Morimondo. Rispecchia il
disegno delle chiese cistercensi voluto da S. Bernardo: grandiose e solenni in
contrasto con l'austerità e la povertà della vita dei monaci, cui è attribuito
il merito di aver intrapreso l'opera di bonifica e valorizzazione agricola del
territorio. L'esterno in mattoni è in stile gotico francese con elementi
romanico-lombardi. La facciata presenta un taglio a capanna; il portale è
preceduto da un pronao (porticato posto davanti alla chiesa) aggiunto nel 1736.
Un rosone centrale, bifore, aperture cieche e altre a cielo aperto definiscono
la parte superiore, coronata da una fila di archetti che continuano sui
fianchi. L'interno di forma basilicale, a 3 navate su pilastri con volte a
crociera, con transetto e abside rettangolare. Opere: entrando a destra si nota
una magnifica acquasantiera trecentesca con rosoni e teste fantastiche. Degno
di nota il coro, commissionato dai monaci di Settimo Fiorentino, stabilitisi a
Morimondo nel 1490, all'intagliatore abbiatense Francesco Giramo, che lo concluse
nel 1522. Si compone di 70 stalli divisi in 2 ordini; negli scranni sono
raffigurati motivi simbolici.Sul fianco destro della chiesa si apre il
chiostro, dove affacciano le varie parti del monastero, più volte riprese e
rimaneggiate nel tempo. Il lato est è il piu' antico, con la sala capitolare,
il sovrastante dormitorio, il "parloir" e la "sala di
lavoro" dei monaci. Sul lato sud si affacciano il
"calefactorium" (unico locale riscaldato) e il refettorio. L'ala dei
conversi, lato ovest, è quella che ha subito maggiori trasformazioni.
Giornalista free lance, la comunicazione è il mio pane. Insieme ad essa la passione e la curiosità per il cibo ed il vino che non nascono per caso, soprattutto se si nasce in una famiglia dove la condivisione e la cucina sono gesto d’amore e accoglienza. Forse non è necessario cercare una ragione o un motivo, ma se dovessi dare una risposta al perché di questa passione direi che sta nel non essere mai uguali, nel rappresentare un territorio, la sua storia, le sue risorse. Da qui la curiosità e la ricerca di ciò che è buono e tipico in ogni parte del mondo, in ogni luogo dove le genti del luogo e quelle arrivate lì per restare - o ancora di passaggio per raggiungere nuove vite – hanno lavorato le ricchezze della terra per trasformarle in una cucina con una sua propria identità. Quanto al vino, la sua capacità di raccontare tante storie: i profumi ed i sentori che porta con sé ad ogni sorso e ad ogni bottiglia, il territorio che esprime, le persone che lo producono . Federico Fellini diceva che il vino “è nuovo ad ogni sorso e, come avviene con i film, nasce e rinasce in ogni assaggiatore”: il che è profondamente vero e questa verità riesce a stupirmi ogni volta che entro in contatto con questo mondo.
simonetta.tocchetti@libero.it